FRIULI, VENETO E QUEL SOGNO GIALLO NEL NOME DI OTTAVIO BOTTECCHIA... GALLERY

EVENTI | 15/06/2023 | 12:38
di Antonio Simeoli

Cos’è rimasto di quell’omino che fece impazzire i francesi conquistando due Tour de France quasi cent’anni fa? «Passo al cippo di Peonis tutte le sere per una camminata e e ci sono sempre un bigliettino nuovo, una borraccia, qualcosa che i ciclisti di passaggio, che ormai da queste parti arrivano da tutto il mondo, lasciano in onore di Bottecchia. Sì, il ricordo del campione è vivo».


Perché? Ivo Del Negro, per anni sindaco di Trasaghis e originario proprio della piccola frazione, prova a spiegarlo e le sue parole portano dritto alla leggenda.


Ottavio Bottecchia, due volte vincitore del Tour de France, morì a Gemona, dopo giorni di agonia, il 15 giugno di 96 anni fa. Il 3 giugno del 1927 era stato trovato ferito, forse a seguito di una caduta in bicicletta, poco prima di Peonis, sulla strada che costeggia il Tagliamento. Al cippo, che dal 1974 ricorda il dramma del primo italiano a vincere la Grande Boucle, oggi si ritroveranno, come sempre per la tradizionale commemorazione, i sindaci di Trasaghis, San Martino Colle Umberto, luogo di nascita del campione, e Pordenone, in cui “Botescià”, come subito venne soprannominato oltr’alpe per le sue imprese, aveva preso residenza.

Non sarà, però, una cerimonia come le altre. Perché tra Veneto e Friuli in queste settimane sta accadendo qualcosa. Anzi, ri-accadendo. Un fuoco che da anni cova sotto le ceneri a Nord Est – grazie a braci che sanno di passione per lo sport, rispetto per la storia del ciclismo ma anche business e sguardo al futuro – sta riprendendo vigore: il sogno di portare il Tour de France, la corsa ciclistica più importante del mondo e il terzo avvenimento sportivo globale dopo Mondiali di calcio e Olimpiadi, a Nord Est proprio in omaggio a Ottavio Bottecchia.

La storia del ciclista è nota e, tra l’altro, queste sono stagioni di anniversari importanti. Nato al confine tra Veneto e Friuli il 1 agosto 1894, ultimo di 8 fratelli, il futuro campione, dopo aver fatto il muratore e poi il carrettiere, incrocia la grande storia per la prima volta sul fronte della Grande Guerra. Prima Carso, dove per tre volte scappa dalla prigionia, poi sul fronte del Piave. Bersagliere del 6° battaglione fa l’incursore in bicicletta. Per le sue imprese valorose è medaglia di bronzo al valor Militare. «Ecco un motivo del perché la sua fama sia imperitura – spiega Ivo Del Negro –. Bottecchia, di famiglia umile, fu eroe di guerra e poi campione nell’epoca del ciclismo eroico, nella corsa più massacrante del mondo, contro campioni che spesso lo maltrattarono come i fratelli Pellissier».

Del Negro, da cittadino e amministratore, ha speso tanti anni nel nome di Bottecchia, anche facendo mandare in stampa fondamentali pubblicazioni che ne hanno ricostruito la fine controversa.

Passo indietro: finita la guerra Bottecchia, che nelle trincee del Carso aveva riportato danni ai polmoni per i gas tossici, inizia a correre l’Unione Sportiva Pordenonese. Va forte, viene notato da Luigi Ganna, primo vincitore del Giro d’Italia nel 1906. Inizia a correre. Da indipendente, a 27 anni, arriva nono alla Sanremo. Per dare l’idea: si tiene il sacchetto del rifornimento – qualche frutto, alcuni arancini di riso – per portarli a casa in treno ai fratelli in Friuli. Non è leggenda, è storia vera. Poi arriva quinto al Giro del 1923, proprio cent’anni fa, strabiliando perché correva tra gli isolati, cioè senza una squadra al fianco.

Ecco così la Francia, l’ingaggio all’Automoto dei Fratelli Pellissier. In questa stessa stagione di cento anni fa debuttò al Tour. Doveva fare il gregario, portò per sei tappe la maglia gialla dovendo poi lasciare la vittoria al capitano. Quindi, nelle due edizioni successive, le vittorie: nel 1924 in giallo fino a Parigi dalla prima tappa: cosa mai accaduta prima. La conferma nel 1925. «Poi quell’incidente del 1927 – racconta ancora Del Negro –. Si è parlato di aggressione da parte di fascisti, lite per un grappolo d’uva, era giugno suvvia: da testimonianze raccolte anni fa tra le persone del posto che l’avevano soccorso e indagini scientifiche sulle cartelle cliniche poi pubblicate, fu un tragico incidente». «Malore», come il campione ripeté negli ultimi momenti di lucidità dopo la caduta a chi a Peonis gli prestò soccorso.

Ed ora? Il 28 marzo 2022 Ivo Del Negro, su mandato anche dei Comuni di Pordenone e San Martino di Colle Umberto, ha fatto firmare una lettera d’intenti ai presidenti delle regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto, Massimiliano Fedriga e Luca Zaia, affinché, attraverso l’allora sottosegretario allo sport Valentina Vezzali, l’Italia faccia presente alla Francia la volontà di due regioni di ospitare una tappa del Tour de France in onore di Ottavio Bottecchia. Qualcuno in Italia, Emilia Romagna, città di Firenze e Piemonte, nel frattempo, però, è arrivato prima: nel 2024, per la prima volta nella sua storia, il Tour de France partirà da Firenze, con tre tappe tra Toscana, Emilia Romagna e Piemonte prima di tornare in Francia. Saranno ricordate le leggende di Bartali, Coppi, ma anche Bottecchia proprio nel centenario della prima vittoria italiana al Tour. L’operazione, portata avanti dal Governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini e dall’ex ct dell’Italbici Davide Cassani, immaginata nel 2019, quando il Giro d’Italia partì da Bologna, è di quelle toste: oltre 6 milioni di euro solo di costi per le tappe da pagare all’organizzazione del Tour. Ma introiti esponenziali assicurati, in tre giorni di gare. Perché sulle strade, è stato calcolato, scenderanno quasi due milioni di persone con indotto previsto, tra indiretto e indiretto, di un centinaio di milioni di euro.

Insomma, a Nord Est, serve un progetto a lungo termine, bisogna fare squadra tra Veneto e Friuli, allargandosi magari a Trentino Alto Adige o Lombardia, anche sulla scia degli ultimi successi delle tappe del Giro d’Italia. Poi coinvolgere la filiera economica della bici, che a Nord Est vale quasi un miliardo e mezzo di euro, e bussare direttamente alla porta del direttore del Tour, Christian Prudhomme nel nome di Bottecchia. Con Venezia, ma anche Trieste, brand d’eccezione per la partenza della corsa. Sì, qualcosa si sta muovendo. Peonis può davvero sognare in giallo.

dal Messaggero Veneto

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
È con entusiasmo, voglia di apprendere e grande consapevolezza che Elia Viviani si appresta a iniziare la sua prima stagione da ex corridore. Il trentaseienne veronese, ritiratosi quest’anno dopo 16 stagioni da professionista che gli hanno portato in dote...


La storia è lunga e affascinante, e affonda le sue radici nella Popolarissima delle Palme, la celebre corsa per dilettanti organizzata a Carpi dall’Unione Ciclistica Nicolò Biondo, società fondata nel 1909 e per la quale vestirono la gloriosa maglia, tra...


La Bahrain Victorious Development annuncia la rosa 2026, che comprende cinque giovani italiani:. con il debuttante tra gli under 23 Giacomo Rosato, azzurro al mondiale di KIgali in Ruanda, figurano Santiago Basso figlio dell'ex professionista Ivan -due Giri d'Italia e...


Nimbl è orgogliosa di affiancare Team Visma | Lease a Bike come fornitore del proprio equipaggiamento tecnico, indossato dalla squadra a partire dal Tour de France. Questa collaborazione segna l’ingresso diretto di Nimbl nel segmento dell’abbigliamento WorldTour, con prodotti progettati...


“Ci sono città che parlano piano. E poi ci sono città che pedalano, anche quando il tempo passa e cambia i volti. Maddaloni è una di queste. Qui la bicicletta non è mai stata soltanto sport: è stata riscatto, fatica,...


Ale Colnago Team ancora protagonista nelle gare di ciclocross in Belgio. Nell’affascinante competizione in notturna a Diegem, sesta prova del Superprestige, è stata ancora la brianzola/bresciana (una vita a Lissone e da qualche anno trasferitasi a Lodetto di Rovato) Rebecca Gariboldi a...


Caserta, e il nucleo umano della sua frazione di Ercole, renderanno anche per il 2026 l’omaggio consueto a Fausto Coppi, il ‘campionissimo’ del ciclismo e dello sport italiano, scomparso immaturamente il 2 gennaio 1960. E così ancora questo venerdì 2 gennaio,...


Per il 4° anno le Industrie PM di Casale sul Sile hanno ospitato il Cross del Sile. Quest’anno l’organizzazione curata dal Team Bike Santa Cristina ha scelto di dividere la manifestazione in due giorni. Ieri hanno gareggiato le categorie giovanili...


Nel 2026 la BGY Airport Granfondo raggiungerà un traguardo di assoluto prestigio: trent’anni dalla prima edizione, disputata il 4 maggio 1996. Tre decenni di sport, passione e impegno che hanno contribuito a rendere la Granfondo di Bergamo uno degli eventi...


Tibor Del Grosso approfitta della caduta di Nys e Wyseure e trionfa nella notte di Diegem in Belgio dove si è svolta la sesta prova del Superprestige Elite. Il campione olandese Del Grosso, il campione belga Nys e Wyseure i...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024