MA SE IL GIRO 2023 TIRASSE LA VOLATA AL GIRO DI CAMPANIA 2024?

TUTTOBICI | 29/11/2022 | 08:05
di Gian Paolo Porreca

E allora vorremmo di novembre, d’altronde è più che naturale con il clima che stiamo vivendo, che il maggio del 2023 fosse ciclisticamente già qui. Con la ratifica appena promulgata di ben tre-tappe-tre in Campania del Giro d’ Italia, nella stagione che verrà.


Tre arrivi tre - Lago La­ce­no, Salerno, Napoli, questa Napoli magicamente ribadita come nell’edizione ultima -, se vogliamo come in fondo già accaduto nel 2013: Napoli, Ischia, Ascea. Ma tanto per essere pedanti, stavolta avremo pure la partenza, un via da Capua, per una quarta giornata di ga­ra, a sigillare un primato almeno statistico di inedito valore storico. E il consolidarsi di un impatto tecnico-geografico che vie­ne a illustrare una (inattesa) controtendenza di feeling fra il Giro e il territorio campano.


Un tempo requisitorie lancia in resta contro il Giro “nordista” che ci “snobbava”, ora invece por­te aperte e tappeti pink a quell’evento sportivo ecumenico che garantisce sulle strade il tutto esaurito - il ciclismo non parla, come lo spettacolo, di “sold out” - e la sublimazione di un trionfo paesaggistico che nasce qui ben prima - ma dove eravate? - del comodo in­centivo di una qualsivoglia, grande o minuta, bellezza. Nessuno deve tirarci la volata. Lo sprint è insito, senza soccorso suddito di un pur bel film, nella nostra passione.

A questo punto, pe­rò, per­ché questa inedita Cam­pania tanto filociclistica non prova davvero a fare uno scatto di qualità e a proporre - amici o conoscenti della Regione, ci siete? - la ripresa del Giro della Cam­pania? E sia ben chiaro, come il Dio del ci­clismo comanda, di rango e qualità, senza velleitarie invenzioni di una stagione sola.

Noi campani che se non vinciamo uno scudetto ce la prendiamo con le stelle, o con il Potere costituito che è poi l’unica nostra sopita ambizione di trono, davvero dovremmo chiederci perché mai la To­sca­na, il Veneto, il Piemonte, il Lazio, la Lombardia ovviamente uber alles, abbiano il loro Giro ciclistico regionale per professionisti annuale, e noi invece no. E da oltre venti anni. Noi, remoti depositari di una storia non da fiction, vallo a spiegare ai conoscenti che contano, che il Giro di Campania riuscimmo a crearlo già nel 1911, appena due anni dopo il Giro d’ Italia….

E che vedremo valicare al Giro del 2023, nella Atri­pal­da - Salerno, quel Chiun­zi che ispirò giustappunto il contrattacco determinante di un Fausto Coppi in maglia iridata,  per andare a raggiungere i battistrada e conquistare in volata all’Arenaccia  il suo primo Giro di Cam­pa­nia, il 4 aprile del 1954. Secondo Bernard Gau­thier, ma conta poco davvero.

E se il Giro d’ Italia del 2023 ammiccasse così - uno sguardo ed un sorriso - a un Giro della Cam­pa­nia del 2024?

da tuttoBICI di novembre

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