VINE. «PENSAVO FOSSE TUTTO FINITO, POI I RULLI MI HANNO SALVATO E OGGI...»

VUELTA | 28/08/2022 | 08:20
di Francesca Monzone

Jay Vine ha vinto la sua seconda tappa alla Vuelta ed è il leader della classifica della montagna, ma sono in pochi a conoscere la sua storia. Questo australiano di 26 anni è praticamente uno sconosciuto e ha stupito tutti con i suoi risultati sorprendenti. Jay Vine era un corridore virtuale, di quelli che con i rulli sfidano a distanza altri corridori. E’ in questo modo che si è fatto notare nell'élite dello sport che si corre in una stanza, battendo 130.000 ciclisti pedalando su un rullo e guardando un monitor e vincendo una gara con Zwift.


L'australiano alla Vuelta si era messo in luce vincendo sul primo arrivo in salita, lo scorso giovedì, e ieri ha concesso il bis e ha conquistato la maglia a pois di miglior scalatore. La sua storia è iniziata nel 2020, quando aveva deciso di partecipare al concorso della Alpecin su Zwift, che al vincitore prometteva un posto in squadra.


Jay Vine durante gli allenamenti e le gare era stato accuratamente misurato dai tecnici Alpecin, che avevano analizzato la potenza, la cadenza e i watt. «Avevo lottato contro molti corridori per guadagnarmi il posto in squadra – aveva detto Vine dopo aver vinto la sua prima tappa alla Vuelta – Avevo realizzato il mio sogno arrivando al professionismo, ma vincere adesso una tappa vera in un grande giro è qualcosa di indescrivibile».

Vine è un corridore agile e al tempo stesso potente, capace di produrre molti watt e muoversi in mezzo al gruppo. La tecnologia di Zwift e Alpecin  è stata in grado di individuare un corridore con doti straordinarie come Vine e l’australiano, che in patria correva nel team Nero Continental, ha dimostrato di saper correre bene anche ad alto livello. La rivoluzione virtuale non è finita e nel 2021 sono stati 150.000 i corridori che si sono iscritti con il sogno di entrare a far parte del team belga. La vittoria ancora una volta è andata a un australiano, si tratta di Alex Bogna, che ha solo 19 anni.

Alpecin ha pensato che fosse troppo presto per lui correre nel World Tour e per questo invece di fargli un contratto annuale, hanno deciso di seguirlo per un biennio.

Jay Vine è il campione del mondo di eSport ufficiale dell'UCI, la Coppa del Mondo su rulli e ora ha vinto due tappe alla Vuelta. L’australiano giovedì ha conquistato la sua prima tappa da professionista e, dopo appena due giorni ha nuovamente vinto precedendo i grandi nomi del ciclismo mondiale. «E’ incredibile quello che sta succedendo e quando è arrivata la prima vittoria, il primo pensiero è stato per mia moglie, che in questi anni ha fatto tanti sacrifici per me. Penso di aver ripagato tutti i suoi sforzi. Dopo la prima vittoria la fiducia è aumentata e quindi cercare di vincere per me è stato più facile».

Il corridore di Canberra ora vola su strada, ma del suo passato come corridore virtuale non rinnega nulla. «A dire il vero il mio allenamento sui rulli è iniziato prima del Covid. Nella regione in cui abitavo nel 2019 c'erano stati importanti incendi boschivi, quindi l'allenamento all'aperto non era possibile. Dieci minuti di pedalata all'aperto equivalevano a fumare tre sigarette».

Dopo gli incendi è arrivato il Covid e in Australia le restrizioni sono state subito altissime. «Improvvisamente con il Covid non ci è stato più permesso di uscire e quindi l’unica cosa che potevo fare era di allenarmi sui rulli. Pensavo che la mia carriera come ciclista fosse finita, poi però è arrivato il concorso della Zwift Academy, con un contratto che offriva l’opportunità di entrare in  Alpecin e io ho vinto».

La sua avventura in Alpecin-Deceuninck è iniziata subito con risultati incoraggianti e al suo debutto al Giro di Turchia è subito arrivato secondo. «Mi hanno detto che devo correre meglio in gruppo, forse perché cado facilmente e penso che questo accada perché per molto tempo ho pedalato da solo in una stanza con dei rulli».  

Quest’anno i Mondiali si correranno in Australia il Paese dove è nato e cresciuto Vine. «Naturalmente sogno di vincere il Mondiale nel mio Paese. Voglio tornare in Australia, mi manca perché io e mia moglie viviamo ad Andorra, poi voglio tornare in Europa e puntare a vincere le Classiche di fine stagione in Italia».

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