GIRO D'ITALIA 2022. SI PARTE DA SANREMO, TAPPA BREVE VERSO CUNEO

GIRO D'ITALIA | 20/05/2022 | 08:13
di tuttobiciweb

La tredicesima tappa del Giro d'Italia prende il via da Sanremo per arrivare a Cuneo con una sola salita da affrontare, il Colle di Nava, nella parte iniziale seguita po da un lungo attraversamento della piana cuneese.


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Una volta arrivati in pianura non ci sono più ostacoli da completare per raggiungere il centro di Cuneo, dove il traguardo è posto dopo 150 km. Come detto gli ultimi chilometri saranno percorsi all’interno della città: entrati nel centro storico si percorrono 800m in pavé che portano dentro l’ultimo chilometro, su un lungo rettilineo di arrivo in asfalto con pendenza media di circa 2.5%.

ALLA SCOPERTA DEL TERRITORIO

La prima parte della tappa, tutta costiera, parte da Sanremo, la “città dei fiori”. Il nucleo originario della città si snoda attorno alla città vecchia, detta “La Pigna” per la forma raccolta. Risale a metà Settecento, invece, il Forte di Santa Tecla, uno dei pochi esempi rimasti di architettura militare settecentesca ligure.

Tra i luoghi più famosi e iconici della città ci sono il Casinò, inaugurato nel 1905, e il teatro Ariston, dal 1977 la casa del Festival della canzone italiana. La cucina di Sanremo è lo specchio del suo territorio abbracciato tra terra e mare. Impossibile resistere al gambero di Sanremo, dal colore rosso acceso, considerato tra i migliori del mondo. Tra le preparazioni che rappresentano meglio i sapori locali un posto d’onore lo meritano la sardenaira (pasta lievitata condita con pomodoro, olive, acciughe e qualche spicchio d’aglio) e la focaccia. La conformazione e le dimensioni della provincia non consentono grandi produzioni di vino, ma le etichette locali si distinguono per prestigio e qualità, come il Rossese di Dolceacqua, che si dice fosse il vino preferito di Napoleone.

Da Sanremo si prosegue sulla costa per Arma di Taggia, frazione del comune di Taggia, con i resti del castello, della metà del Cinquecento, che dominano l’omonimo borgo medievale e la piana agricola del torrente Argentina. Taggia dà il nome all’oliva taggiasca, tipica del Ponente ligure.

Si attraversano quindi diversi comuni costieri: Riva Ligure, dove si trova il santuario della Madonna del Buon Consiglio, situato in una piccola oasi verde a ridosso del centro del paese, con il campanile dell’XI secolo; Santo Stefano al Mare, con la curiosa Torre ennagonale cinquecentesca, unica in Italia ad avere nove lati, oggi sede del municipio; e infine San Lorenzo al Mare, il comune più piccolo della provincia di Imperia e dell’intera regione. Tutti questi comuni hanno ottenuto il riconoscimento della Bandiera Blu nel 2021.

Il percorso passa da Imperia prima di svoltare verso nord e inoltrarsi nell’entroterra ligure. Capoluogo dell’omonima provincia, Imperia deve il suo nome al torrente Impero che separa le due città un tempo rivali di Oneglia e Porto Maurizio. Porto Maurizio, arroccata sul promontorio del Parasio, era un centro economico e commerciale di rilievo già nel Medioevo. Oneglia, estesa sulla piana alla foce del torrente Impero, fu fondata dopo l’anno Mille. I due centri erano in competizione, sia economica sia politica: Porto Maurizio era infatti fedele a Genova mentre Oneglia era legata ai Savoia. La rivalità è stata superata solo nel 1923 con l’edificazione del palazzo comunale situato a metà strada fra i due centri.

Tra i monumenti simbolo di Imperia vi è la Torre di Prarola, un’antica edificazione difensiva a ridosso della costa. Di epoca cinquecentesca, era inserita in un complesso difensivo che serviva a difendere Porto Maurizio dagli attacchi dei saraceni. Fu eretta in due anni, dal 1562 al 1564. In questa zona della costa l’acqua è particolarmente limpida e l’ambiente naturale è adatto per rilassanti escursioni in barca e per lo snorkeling. A fianco della Torre scorre la nuova pista ciclopedonale di Imperia.

La cucina di Imperia propone variazioni delle preparazioni tipiche liguri, come la pizza all’Andrea (focaccia con salsa di pomodoro, olive e acciughe sotto sale) e la stroscia di Pietrabruna (focaccia dolce secca composta di farina, zucchero, olio d’oliva e vermouth o marsala). A Imperia è nato il compositore avanguardista, pioniere della musica elettronica, Luciano Berio.

Dopo Imperia comincia la salita che passa per Pontedassio, città natale della famiglia Agnesi, produttori di pasta fin dagli inizi dell’Ottocento, e Chiusavecchia, dove si trova il santuario di Nostra Signora dell’Oliveto, risalente al XIII secolo.

Il percorso attraversa una serie di gallerie, sempre in salita, fino al primo traguardo volante a Pieve di Teco, nella media valle del torrente Arroscia, alla confluenza con il rio dei Fanghi e sulle prime pendici del monte Frascinello. Il suo centro storico, con i caratteristici portici del Quattrocento, custodisce tesori di pregio artistico e architettonico tra cui il Teatro Salvini, restaurato nel 2004, uno dei più piccoli teatri d’Europa. Nella valle Arroscia si produce il pregiato aglio di Vessalico, con cui si confeziona l’aiè, una crema con tuorlo d’uovo, spicchi d’aglio fresco, olio di oliva e sale.

Si sale quindi a Pornassio, piccolo comune posto all’incrocio tra gli ambienti alpino e mediterraneo, per poi arrivare al Colle di Nava, GPM di 3a categoria, con i suoi 936 metri s.l.m., valico che mette in comunicazione la valle Arroscia e la valle Tanaro. Sul Colle di Nava si trova il Sacrario degli
Alpini dedicato alla Divisione Alpina Cuneense, in cui sono conservate le spoglie del generale Emilio Battisti, che volle ricordare gli innumerevoli alpini che non fecero più ritorno dalla terra di Russia durante la Seconda guerra mondiale.

Un sistema di fortificazioni, eretto nel XIX secolo, permetteva di sorvegliare il valico: sono i Forti di Nava, tuttora ben conservati. Dal valico si scende nella provincia di Cuneo verso Ponte Nava, frazione di Ormea, che prende il nome dal ponte sul fiume Tanaro, antico confine tra Repubblica di Genova e Ducato di Savoia, poi tra Repubblica di Genova e Regno di Sardegna.

Segue il capoluogo del comune, Ormea, sito alla confluenza fra il torrente Armella e il fiume Tanaro. Il paese ha un curioso perimetro a forma di cuore, e il centro storico è caratterizzato da un intricato labirinto di vicoli (detti “trevi” in dialetto locale). La chiesa parrocchiale di San Martino ha origini medievali (XI secolo), anche se la struttura romanica ha subito nel tempo diverse modifiche.

La discesa continua per Garessio, con il centro storico diviso in tre borgate (Ponte, Poggiolo e Maggiore). Oltre il Colle di Casotto si trova Il Castello Reale di Casotto, utilizzato verso la metà dell’Ottocento dai Savoia e sorto sul sito di una certosa del XII secolo, una delle prime in Italia, fondata da san Brunone. L’ala nord del Castello è completamente arredata e visitabile. Seguono quindi Ceva, con la Torre di Porta Tanaro (o Torre Guelfa), costruita tra la metà del XIV secolo e l’inizio del XV, e i resti del Forte di Ceva, distrutto dai francesi dopo la battaglia di Marengo del 1800, e poi Lesegno, con i ruderi dei suoi tre antichi castelli.

A poco meno di 40 chilometri dall’arrivo si incontra il traguardo volante di San Michele di Mondovì, piccolo centro facente parte dell’Unione montana del Monte Regale. Qui era presente un castello, di cui ormai sono visibili solo le rovine, mentre, sparse per il territorio comunale, vi sono numerose cappelle votive: le più antiche risalgono al XIV secolo.

Da qui, superata una galleria, la strada prosegue senza eccessive variazioni altimtriche verso il finale di tappa. Si passa presso il Santuario di Vicoforte, chiesa monumentale tra le più importanti del Piemonte, la cui enorme cupola, la più grande del mondo in forma ellittica, fu costruita nel 1731, e si raggiunge Mondovì, città disposta su più livelli e dalla lunga storia, testimoniata dalla gotica Piazza Maggiore, dalla Torre civica del Belvedere eretta nel XIII secolo, dal convento di Nostra Donna del Quattrocento e dalla sinagoga settecentesca. Tipiche di Mondovì sono le risole, dolci di pastasfoglia farciti con marmellata di albicocche. A Mondovì nacque Giovanni Giolitti, cinque volte presidente del Consiglio dei ministri del Regno d’Italia.

Il transito per la frazione di Sant’Anna Avagnina precede quello per la località di Pianfei Stazione nel comune di Pianfei. Si arriva poi a Beinette, sull’altopiano di Cuneo, con il Castello, oggi in stato di abbandono, che all’esterno presenta tracce delle proprie origini medievali, e la chiesa
di Santa Maria della Pieve. San Michele di Mondovì.

Cuneo è sede d’arrivo per la 12a volta. L’ultima è stata una cronosquadre, nel 2010: la Savigliano-Cuneo (4a tappa), vinta dalla Liquigas. Nell’occasione Vincenzo Nibali indossò la sua prima maglia Rosa.

Un ultimo sforzo passando per la frazione di Tetto Garetto permette di raggiungere l’arrivo a Cuneo, in corso Nizza. La città di Cuneo fu fondata in epoca medievale (1198), quando alcuni abitanti della zona si rifugiarono sul Pizzo di Cuneo e vi fondarono un libero comune. Piazza Galimberti è il cuore di Cuneo e unisce le due anime della città, l’antica Contrada Maestra (oggi via Roma, recentemente interessata da lavori di riqualificazione che hanno riportato agli originari splendori gli stupendi palazzi medioevali) e il proseguimento ottocentesco di corso Nizza.

Cuneo è completamente circondata dal Parco Fluviale Gesso e Stura, un’area protetta di oltre 5.500 ettari che abbraccia tutto l’altipiano e si estende ad altri 14 comuni. Oltre al Parco Fluviale, a Cuneo si trovano numerosi viali e giardini, i più famosi dei quali sono il Viale degli Angeli, opera realizzata nel 1720 per collegare la città con il santuario della Madonna degli Angeli, e il Parco della Resistenza, dove ha sede il Monumento alla Resistenza Italiana.

Sulle tavole di Cuneo si trovano soprattutto verdure, innanzitutto il porro Cervere, e poi alcuni primi strettamente legati ai prodotti del territorio (patate e farina di grano), la cacciagione (dal cinghiale al camoscio), i porcini, i formaggi, le castagne e infine la regina delle carni, la razza bovina piemontese. Tra i dolci, è celeberrimo il cuneese al rum, un cioccolatino formato da due cialde di meringa che racchiudono una crema pasticcera al cioccolato fondente e rum.
Cuneo è anche terra di grandi vini, ai primi posti per numero di vini DOC e DOCG e per superficie vitata a denominazione d’origine.

Proprio da qui proviene il vino italiano più famoso al mondo, il Barolo. Sono nati a Cuneo l’attore Duilio Del Prete e il matematico e divulgatore Piergiorgio Odifreddi.

da TvRoadbook

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