DI ROCCO: «SONO STATI MONDIALI STRAORDINARI»

MONDIALI | 28/09/2020 | 07:55

Al termine della rassegna iridata, che ha visto il nostro Paese al centro dell'attenzione sportiva mondiale, non solo per quanto riguarda il ciclismo, il numero uno della FCI ha stilato un breve bilancio. 


"Credo che il termine usato dal presidente del CIO Thomas Bach, che ci ha onorato della sua presenza in questo fine settimana, sia il più appropriato per descrivere questi Mondiali di Imola: “Un miracolo olimpico”.


E ancora: "Sono stati dei Mondiali straordinari. Prima di tutto per l’organizzazione, direi perfetta, in grado di assicurare sicurezza, rispetto dei protocolli e delle disposizioni sanitarie e al contempo di regalare un’autentica e partecipata festa di sport. Sono stati straordinari perché, grazie agli Enti locali coinvolti e alla regione Emilia Romagna, hanno offerto un’immagine pulita e vincente del nostro Paese. Le immagini internazionali ci hanno permesso di conoscere meglio, e apprezzare, un territorio ricco di eccellenze enogastronomiche e bellezze storico artistiche. La determinazione del presidente Stefano Bonaccini nell’investire in grandi eventi di ciclismo è una risorsa e uno stimolo per tutto il nostro movimento.

Mondiali straordinari dicevo, perché, come ricordato anche dal premier Giusppe Conte, hanno offerto l’occasione per mostrare la bontà del modello italiano, non solo nell’ambito sportivo. Se pensiamo che solo sei mesi fa eravamo additati come uno dei paesi più pericolosi, oggi siamo diventati tra i più sicuri, in grado di allestire un mondiale fornendo le massime garanzie.

Dal punto di vista tecnico la prova della Nazionale di Davide Cassani oggi, anche se non ci ha visto sul podio, si aggiunge al titolo mondiale di Filippo Ganna e alla medaglia di bronzo di Elisa Longo Borghini: tutti i nostri atleti hanno mostrato ancora una volta il loro attaccamento alla Maglia Azzurra, trovando in essa gli stimoli per dare sempre il meglio.

Chiudiamo questa edizione con due medaglie, un oro e un bronzo, nel settore maschile e in quello femminile. Medaglie che hanno a nostro avviso un peso specifico superiore perché colti da campioni che trovano le rispettive motivazioni in valori che vanno ben oltre la semplice voglia di successo e rispecchiano un sano modo di intendere lo sport: i nostri valori".

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COMMENTI
Considerazioni personali
28 settembre 2020 09:09 FrancoPersico
Sono solo in parte d'accordo. Qui si sta innaffiando la chioma di un albero privo di radici. E quelle radici erano alimentate da tanti amanti del ciclismo che, chi per età chi per motivazioni che si perdono, stanno lentamente spegnendosi. Quanto costa organizzare una gara per ragazzi? Quante e quali sono le normative da applicare? Se poi ci scappa il ferito, ed una quasi certa la denuncia di qualcuno, quanti sono gli anni di giustizia da affrontare?
Organizzazione. Solo un appunto negativo. Sulle salite da quanto visto in TV non sono state adottate norme di sicurezza sufficienti. Troppa gente senza mascherine, distanza minima non rispettata, ecc. in netto contrasto con altre normative richieste e vigilate in altri ambiti.
Medaglie. Non ne avrei parlato al posto del presidente Di Rocco. In un’azienda privata trarrebbe le proprie conclusioni liquidando i propri direttori dove gli obiettivi non sono stati raggiunti.
Sponsor. Ok agli sponsor che sostengono la nazionale. Vorrei sapere se tutti gli introiti pubblicitari diretti ed indiretti sono fatturati dalla nazionale?

Sig Persico
28 settembre 2020 09:55 Beffa195
Pienamente d’accordo con lei questa emergenza Covid ha solo amplificato quello che saranno le corse per i giovani in Italia organizzatori stremati e non tutelati

Le "radici" sono lontane
28 settembre 2020 12:40 Ponciarello
Primi anni 2000, quando la buonanima di Gianfranco Ceruti, all'epoca presidente della FCI, diceva che i cicloamatori erano quelli che portavano acqua al mulino del ciclismo e quindi erano la categoria da tutelare maggiormente, a scapito di quelle giovanili.
Ed eccoci qua vent'anni dopo: le bici faraoniche sono state vendute e continuano a vendersi bene con gli amatori danarosi, ma il vivaio dei giovani è seccato senza pianificazione alcuna.
Et voilà!

considerazioni
28 settembre 2020 20:51 bs1913
Cocordo con quanto detto dal forumista ponciarello la verità, è che negli ultimi vent'anni si è pensato solo ad ingrassare la categoria degli amatori vedasi tutte le gran fondo, dove alla partenza si schierano prof ho ex corridori di fama, e si è invece lasciato allo sbando la cosa più importante, curare i vivai dei nostri giovani, ed eccoci alla disfatta totale, non abbiamo più corridori in grado di competere per le grandi corse sia a tappe che in linea, che anche i vertici della fci se ne pongano una riflessione altrimenti di questo passo non vinceremo mai niente.

Tutto giusto
29 settembre 2020 00:35 lupin3
Prima sono sparite le squadre, poi le corse e poi i corridori. Fermo restando il calo demográfico, lá concorrenza di altri sport etc etc... chiediamo alla Fci una semplice tabella in cui, comitato regionale per comitato, siano segnati i tesserati nelle categorie agonistiche giovanili e le corse su strada effettuate per categoria, dal 1980 ad oggi. Analizzando in particolare gli ultimi 15 anni. Grazie

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