CI HA LASCIATO PIETRO ZOPPAS

LUTTO | 17/06/2020 | 17:11
di Marco Pastonesi

Il ciclismo piange la scomparsa di Pietro - all'anagrafe, ma per tutti è sempre stato Piero - Zoppas. Era nato a Scomigo il 27 aprile del 1934 ed ha corso tra i professionisti dal 1960 al 1966, vestendo i colori della San Pellegrino, della Atala, della Cité e della Vittadello. Visse il suo giorno di gloria al Giro d'Italia del 1964 conquistando il successo di tappa a Marina di Ravenna.


Proprio recentemente - proponendoci un bellissimo "Giro della Memoria - Marco Pastonesi aveva raccolto il suo racconto su quella giornata straordinaria e riproporre le parole di Piero Zoppas ci sembra il modo migliore per rendere omaggio ad un campione di fatica e di umiltà. Buon viaggio, Piero, e condoglianze alla famiglia Zoppas.


-

La tappa più lunga: non tanto per i chilometri, 260, ma per i giorni, quattro. “Tutto comincia nel finale della sesta tappa, la Parma-Verona. Mino Bariviera, mio amico, si raccomandò che mi mettessi alla sua ruota: ‘Così, se non vinco io, vinci tu’. Mi incollai. Ma venne Vito Taccone, che nel 1961 e 1962 era stato con me all’Atala, e mi ordinò: ‘Lasciala a me’. Mi ribellai: ‘Eh no, Vito, non sei più il mio capitano’. Lui s’infuriò, prese il mio manubrio e lo girò, io saltai per aria e atterrando mi forai il braccio con la leva del freno, inoltre lo spagnolo Alomar, il nostro leader, cadde e abbandonò. Un disastro. Aperta parentesi - primo Bariviera e nono Taccone – chiusa parentesi. Alla vigilia della nona tappa, la Feltre-Marina di Ravenna, Ottavio Cimarosti, patron della Cite (Costruzioni impedenze trasformatori elettrici) di Santa Margherita ligure, tuonò: ‘Pietro, o domani vinci o ritiro la squadra’. ‘Va bene!’, gli risposi. E che cos’altro potevo rispondere? Risultato: mi impegnai e vinsi”.

Pietro Zoppas (“Una lontana, purtroppo troppo lontana parentela con gli industriali degli elettrodomestici”) veniva da una famiglia di contadini di Conegliano: “Da dilettante ero una freccia, un’ottantina di vittorie in quattro anni. Da professionista, invece, era tutta un’altra musica. Me ne accorsi subito: gregario nella San Pellegrino, al Giro del 1960 la sera che Venturelli conquistò la maglia rosa e lo vidi trangugiare barattoli di sottaceti, pensai che i corridori fossero tutti superuomini. Mi sbagliavo: erano, chi più chi meno, tutti matti. Il giorno dopo Meo aveva una sete inestinguibile, mi fermai per cercare acqua, in una casa mi dettero un fiasco – di quelli impagliati – di vino, Meo se lo bevve tutto, un litro e mezzo, poi ingranò la quinta, era quasi impossibile tenergli la ruota, Bartali esultava, ‘Pietro, hai salvato il Giro’, invece fu una sparata di cinque chilometri e poi il nulla. Quando, ed era ancora quinto nella generale, Meo decise che non avrebbe più pedalato, io fui costretto a fermarmi per aspettarlo, alla radio dell’ammiraglia di Bartali sentii che il gruppo aveva 20 chilometri di vantaggio, a quel punto Bartali ci disse di andare, e andammo, a tutta in salita, alla morte in discesa, io mi salvai per un pelo”.

Fu l’unica vittoria di Zoppas, quella al Giro del 1964. “Avrei potuto vincere già nel 1960, la St.Vincent-Milano. A un traguardo volante li fulminai tutti, compreso André Darrigade campione del mondo, che esclamò ‘ullallà pelegrìn”, perché correvo per la San Pellegrino, da quel momento tutti cominciarono a controllarmi, e quando fuggì Jean Stablinski, gregario di Darrigade, non ci fu uno che mi dette un cambio dopo che lo avevo quasi ripreso. Risultato, all’Idroscalo: primo Stablinski, secondo io, terzo Benedetti, quarto Darrigade, quinto Baffi”.

Zoppas era fatto così: battagliero. “E fin dal pronti-via. La cosa dava fastidio a Ercole Baldini. Un giorno, pronti-via, scattai. Baldini venne a prendermi di persona. ‘Dove vai?’, mi domandò. ‘Al traguardo’, gli risposi. Baldini mi prese a male parole. Su di noi piombò Bartali: ‘Che cosa ti ha detto?’. Gliele ripetei. Mentre Bartali chiamava il giudice, Baldini mi giurò che, se non fossi stato zitto, mi avrebbe fatto smettere di correre. Così, quando il giudice mi interrogò, dichiarai che Baldini non mi aveva detto nulla. Bartali non la digerì: la sera mi fece mangiare in un tavolo da solo, segregato, e il giorno dopo mi fece fare il trasferimento sulla macchina del caffè della carovana, avvilito. E siccome l’autista non sapeva che la partenza della tappa era stata anticipata, partii in ritardo, solo. Il giorno dopo sui giornali c’era scritto che Zoppas era partito in ritardo per colpa della morosa. Era una balla. Ma quando la notizia fu riportata alla mia vera morosa, scoppiò un putiferio”.

Che corse, che storie, che tempi. “D’inverno, con il freddo e la neve, abbandonavo la bici e mangiavo polenta e osei. Ingrassavo a vista d’occhio. Ma mi bastava la Milano-Sanremo per ritrovare un po’ di condizione: 300 chilometri in più nelle gambe e nove chili in meno un po’ dappertutto”.

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Intorno ai 35 anni raggiungiamo il nostro picco di crescita, a seguire nel nostro organismo si riduce la sintesi di alcuni ormoni. Un evento fisiologico che avviene sia negli uomini che nelle donne, se pur con differenze tra i due generi,...


Ethan Hayter sempre più leader al NIBC Tour of Holland (Giro d'Olanda). Il britannico della Soudal Quick Step, che già aveva conquistato il successo nel prologo, oggi si è ripetuto nella seconda tappa a cronometro che si è svolta con...


Pinarello e INEOS Grenadiers continueranno a pedalare insieme nel solco di una collaborazione che ha contribuito a creare alcuni dei momenti più memorabili nel ciclismo. Insieme sin dalla nascita del team nel 2010, Pinarello ha rappresentato per il team molto più di...


Come si batte questo Tadej Pogacar, autore di una cinquina storica al Lombardia? Lo chiederemo a Davide Bramati, team manager della Quick Step di Remco Evenepoel. E come si fa a vincere tre Parigi-Tours? Ce lo dirà Matteo Trentin, trionfatore...


Viaggiare fa parte della natura dell’essere umano, quell’impulso speciale di conoscere, di scoprire e di esplorare. Le statistiche parlano di quasi 2 miliardi di turisti mondiali, mentre in Italia ogni giorno oltre il 73% della popolazione si muove per lavoro...


Non è un segreto che molto spesso, nel ciclismo, dietro a un grande velocista vi sia una grande squadra. Al Tour of Guangxi a confermare questo assunto ci sta pensando ogni giorno la Soudal Quick-Step che, grazie a un...


Dopo una lunga sofferenza di molti mesi, subita e sopportata – comunque- con il suo modo di essere sempre signorile, gentile e cordiale con tutti, è scomparso, a Milano Costantino Ruggiero, figura di primo rilievo nel mondo delle due ruote,...


Lo avevano già annunciato qualche mese fa e ora è arrivata l'ufficialità: nel 2026 anche la Movistar avrà la sua squadra di sviluppo, la Movistar Team Academy. La formazione spagnola sarà guidata da Sebastián Unzué, figlio del mitico Eusebio, e...


Stasera (ore 19) al Museo Bartali si accenderanno i riflettori sulla figura di Cesare del Cancia, ciclista pisano di Buti. Nel ciclismo eroico degli anni ’30, in mezzo ai duelli tra Binda e Guerra, nasce una generazione di corridori toscani...


Gentile Direttore, ho ascoltato con attenzione l’intervista rilasciata dal Vice-direttore di Rai Sport, Andrea De Luca a BlaBlaBike su tuttobiciweb. Faccio innanzitutto i miei complimenti per il format del podcast e ringrazio lei ed Andrea De Luca per l’interesse e...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024