L'ORA DEL PASTO. CICLOTOUR TRENTINO NON E' SOLO SCOPERTA MA...

LIBRI | 09/06/2020 | 07:41
di Marco Pastonesi

La più lunga è quella della Valle dell’Adige: 81 km (con 109 metri di dislivello). La più breve quella della Valle del Primiero: 11 km (con 175 metri di dislivello). La più su-e-giù è quella della Val di Sole (35 km con 626 metri di dislivello). La più bella chissà, dipende, comunque potrebbe essere serenamente eletta dopo averle provate tutte. Non sarebbe difficile. Si trovano circoscritte in un teatro naturale seducente.


E’ il Trentino. Flavio Maria Tarolli ha scritto “CicloTour Trentino” (Reverdito, 192 pagine, 15 euro), metà libro e metà guida, metà autobiografia e metà reportage, metà storia e metà storie, insomma, un’opera particolare che si moltiplica fra mappe e itinerari, leggende e miti, incontri e personaggi. Innanzitutto fra le piste ciclabili: oltre alle tre già citate, il cicloautore (che nella vita di tutti i giorni è un manager aziendale) esplora anche quelle della Val Rendena (23 km di lunghezza e 349 metri di dislivello), della Valsugana (52,5 km e 272 metri), della Valle di Fiemme e Fassa (42 km e 591 metri), della Valle del Chiese (27,9 km e 444 metri), della Valle di Laghi (43 km e 437 metri), della Val di Ledro (12 km e 104 metri), della Val di Non (21 km e 250 metri) e l’Adige-Garda (20 km e 210 metri).


Ma c’è molto altro. Tarolli pedala con quelli della ciclostorica Moserissima, ricorda l’incontro con Dario Pegoretti il telaista e narra quello con l’omonimo Dario Pegoretti ideatore del Museo del paracarro, confessa le sensazioni provate sulla Bamboo, si cimenta nella salita al Passo Duron, attraversa il paese di Darzo con le case affrescate e le vecchie miniere di barite – l’oro bianco del Trentino – ripristinate, si spinge sulla nuova ciclabile del Limarò scavata nella roccia a strapiombo, descrive il vulcanico ciclista-organizzatore Diego Tambosi, entra nel tempio di Gigi Farè destinato alla collezione di oltre un centinaio di biciclette a Riva del Garda...

Se l’estate 2020 sarà quella dell’«io resto in Italia», per chi viaggia a due ruote potrebbe diventare quella dell’«io pedalo in Trentino».

 

 

 

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