LINEA VERDE. SIMONE ZANINI E I CONSIGLI DI ZIO STEFANO

ALLIEVI | 26/05/2020 | 07:48
di Danilo Viganò

La politica dei piccoli passa paga, da sempre. Lo sa bene Simone Zanini: nel giro di tre anni (due da esordienti, uno da allievo), infatti, il giovane varesino non ha mai vinto, ma ha conquistato un ruolo sempre più importante nel panorama nazionale del ciclismo giovanile. «Nessun dubbio nel confermare quello che dite, finora sono all'asciutto in fatto di successi, ma la voglia di crescere, e migliorare, è davvero tanta e anche gli stimoli sono molto più frequenti. Ho la consapevolezza che cresce anno dopo anno, e questo è un segnale importante per me».


Per tornare al 2019, Zanini si è messo in luce nella classica in salita del Brinzio e in quel di Besnate piazzandosi al terzo posto, nella Novara-Orta (ottavo), è stato sesto a Berzonno nel Novarese, nono nella cronoscalata di Altino, decimo nella Piccola Tre Valli Varesine, quattordicesimo alla Coppa d'Oro, un risultato che vale come un podio in una gara regionale. «E' mancata la vittoria, ma sono contento lo stesso. Il ciclismo è la mia vita e mi trovo benissimo in questo ambiente. Non ho rimpianti, sono molto giovane, e non sono affato male quando c'è da tirar fuori la determinazione. Certo all'inizio speri come tutti di vincere, di essere un protagonista, ma la strada è ancora lunga e di tempo per potermi togliermi delle belle soddisfazioni ce ne ancora molto».


Simone è il nipote delll'ex professionista Stefano Zanini, vincitore di tappe al Giro e al Tour, di un'Amstel Gold Race e di una Parigi Bruxelles, attualmente all'Astana come direttore sportivo. «Mi piace pensare di avere al mio fianco uno zio come Stefano, che è stato un grande corridore, stimato e amato da tutti. E' sempre pronto a darmi nuovi stimoli per migliorare, e consigli utili per la mia crescita. Andiamo d'accordo su tutto e io mi fido di lui».

A casa Zanini hanno pedalato anche il padre (ex juniores) e il fratello maggiore Matteo, pure lui si è fermato agli juniores, ora fa lo stagista meccanico in attesa di diplomarsi. Simone vive a Brunello, 10 km da Varese, con i genitori Massimo, che lavora per la Maifredi, una azienda di piattaforme aeree, e la madre Ingrid, che fa servizio mensa nella scuola d'infanzia "Secondo Mona" di Somma Lombardo. Il giovane Zanini, 16 anni compiuti, è alto 173 centimetri per un peso di 56 chili, e studia all'Istituto Superiore "Giuseppe Falcone" indirizzo alberghiero. Corre per il gruppo sportivo Prealpino di Besnate presieduto da Dario Zecubi, e diretto da Valter Giordan.

Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«Nuovi talenti sono in arrivo nel professionismo, e vedo un bel futuro nelle gare a tappe per il ciclismo italiano».

A quale età hai cominciato a correre?
«A 7 anni per il GS Prealpino, avevo una Vicini bianca e blu».

Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Marco Pantani, per il suo stile».

Quale altro sport ti piacerebbe praticare?
«Il basket, è un gioco di squadra che mi appassiona».

I tuoi peggiori difetti?
«Sono molto testardo e puntiglioso».

Il tuo modello di corridore?
«Mi rivedo in Alberto Bettiol».

Cosa leggi preferibilmente?
«Non leggo molto, di solito informazioni sportive e libri di fantascienza».

Cosa apprezzi di più in una donna?
«Gli occhi e il carattere».

Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«Alcune regole obsolete, e darei una maggiore visibilità al ciclismo femminile»

Piatto preferito?
«Lasagne».

Attrice o attore preferito?
«Jennifer Lawrence».

Chi è il tuo collega più simpatico?
«Il mio compagno di squadra Matteo Zucchi».

Sei religioso?
«No”».

Paese preferito?
«Il Belgio per i suoi fantastici percorsi, e per la sua storia infinita di ciclismo».

Cosa vorresti che si dicesse di te in particolare?
«Che potrei arrivare al professionismo e che sono umile».

Hobby?
«Fare i cocktail e stare in cucina».

La gara che vorresti vincere?
«Giro delle Fiandre».

Ti senti in debito con qualcuno in particolare?
«No».

Quale sarà il tuo obiettivo al rientro nelle gare?
«Sbloccarmi e se possibile poi continuare a vincere».

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