LINEA VERDE. VOIJSLAV PERIC, UN TALENTO VENETO TRA I TALENTI RUSSI

DILETTANTI | 09/04/2020 | 07:30
di Danilo Viganò

Voijslav Peric è un talento ancora tutto da scoprire. Cognome veneto, nome ucraino grazie alla madre Nataliya, nata in un piccolo paesino della Ucraina al confine con la Polonia. Peric è nato in Italia, a Thiene, nel Vicentino, l'8 novembre del 2001. Dopo le due ultime annate con gli juniores nel team Borgo Molino Rinascita Ormelle, adesso è pronto per il salto di qualità e dimostrare a tutti il suo reale valore. Il 2019 lo ha avuto protagonista in più di una occasione: cinque sono state infatti le vittorie di Peric, che si è imposto a Castel d'Azzano, nella cronometro internazionale a squadre di Farra di Soligo (con Raccani, Moro, Gallai e Cattelan), a Brugnera, Carmignano e Massa. Nel conto di fine anno ci sono anche cinque secondi posti, un terzo, due quarti e un quinto.


Peric vive ad Altavilla Vicentina, il paese di Imerio Massignan al quale in occasione della tappa del Giro d'Italia 2013, con arrivo a Vicenza, è stata conferita la cittadinanza onoraria. E' stato il padre Luca, cicloamatore appassionato, che lavora come magazziniere in una azienda di acciaierie, a trasmettere la passione per la bici a Vojislav che ha iniziato per i colori della società Mainetti di Castelgomberto. La madre Nataliya fa l'estetista, mentre il fratello minore, Andrea, va veloce sui go-kart. Peric, passista veloce alto 183 centimetri per un peso di 68 chilogrammi, studia da Odontotecnico presso l'Ipsia "Fedele Lampertico" di Vicenza, e il suo esordio nella categoria Under 23 sarà con la formazione russa della Gazprom RusVelo (che ha sede in Italia, nel Bresciano) sotto la super visione dell'ex professionista Paolo Rosola.


Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«I risultati ottenuti l'anno scorso dai corridori italiani hanno confermato la crescita del nostro movimento, e dalle categorie giovanili stanno emergendo ottimi corridori».

A quale età hai cominciato a correre?
«Ho iniziato a 7 anni per la Mainetti di Castelgomberto, con una Bianchi celeste».

Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Senza ombra di dubbio Eddy Merckx».

Quale altro sport ti piacerebbe praticare?
«Il tennis».

I tuoi peggiori difetti?
«Sono un pò testardo, e le cose devo farle io».

Il tuo modello di corridore?
«Greg Van Avermaet».

Cosa leggi preferibilmente?
«Argomenti che trattano di psicologia e filosofia».

Cosa apprezzi di più in una donna?
«Il carattere e l'intelligenza».

Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«Il modo di interpretare le corse. Per tornare a dare spettacolo i corridori dovrebbero affidarsi ai propri istinti».

Piatto preferito?
«Pizza»
Il tuo attore o attrice preferito?
«Robert De Niro e Al Pacino».

Chi è il tuo collega più simpatico?
«Mi trovo bene con Alessandro Santaromita e Federico Guzzo».

Sei religioso?
«Sì, a modo mio».

Paese preferito?
«L'Inghilterra per il clima e la storia del paese».

Cosa vorresti che si dicesse di te in particolare?
«Che sono un corridore serio, meticoloso e che lavora per i suoi ideali».

Hobby?
«Seguo molto l'economia e tutto lo sport in generale».

La gara che vorresti vincere?
«Per la verità sono due, il Giro delle Fiandre e la Milano Sanremo».

Ti senti in debito con qualcuno in particolare?
«Con il direttore sportivo Carlo Merenti, una persona fondamentale per la mia crescita ciclistica».

Quale sarà il tuo obiettivo al rientro nelle gare?
„Con questa strana stagione, ambientarmi nella nuova categoria per essere pronto per il 2021».

 

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