BAGIOLI. «BELL'ESORDIO, MA PROCEDO CON I PIEDI DI PIOMBO»

PROFESSIONISTI | 20/02/2020 | 07:45

A soli 20 anni Andrea Bagioli sta vivendo le sue prime pedalate da professionista con la Deceuninck - Quick-Step e ci racconta i suoi pensieri.
«Le prime settimane della nuova stagione sono andate molto bene. Ho fatto due camp di addestramento con la squadra, uno a Calpe e uno in Algarve, mi sono allenato in perfette condizioni, senza perdere nemmeno un giorno. Mi sono subito sentito ben accolto in squadra e ho ricevuto molto aiuto dai miei compagni di squadra. Davide Ballerini è stato il mio compagno di stanza in entrambi i camp ed è stato di grande aiuto per me. Mi ha dato dei buoni consigli su come allenarmi. È bello avere altri corridori italiani nel team e lo staff che parla italiano».

Come ti senti all’interno del Wolfpack?
«Ho sempre considerato questa come la squadra più unita, quella più simile ad una famiglia e non mi sbagliavo. Dal giorno in cui sono arrivato, ho capito immediatamente che la forza di questa squadra è il gruppo. Tutti sono disposti ad aiutarsi a vicenda e pronti a dare il 100% alla squadra».

In Francia, il tuo esordio assoluto.
«Il Tour de la Provence è stata la mia prima gara professionistica e senza ombra di dubbio è andata oltre le mie aspettative. Arrivare quinto in un finale in salita, a fianco dei campioni che normalmente lottano per la vittoria nel Tour in Francia, è qualcosa che non mi sarei mai aspettato. Mi sono sorpreso io stesso. Ad essere sincero, dopo quel quinto posto nella seconda tappa, speravo in un risultato migliore sul Mont Ventoux. Ma leggendo i risultati della gara, vedo solo grandi corridori davanti a me. Quindi posso essere soddisfatto delle mie prestazioni, sapendo che devo ancora migliorare sulle salite più lunghe. Sono sulla buona strada e spero di poter continuare a migliorare. Sicuramente questa prima esperienza è qualcosa che non dimenticherò mai. È stato un po’ come il tuo primo giorno di scuola».

Dove pedali ora e quali sono i tuoi prossimi appuntamenti?
«Vivo a Lanzada, in provincia di Sondrio: è un piccolo borgo a 1000 metri sul livello del mare, in Valtellina. Non è esattamente il luogo ideale per allenarmi perché devo sempre scendere a valle in auto, ma è diventata un'abitudine e non mi dispiace farlo. Vivo tra le piste da sci, ma raramente vado a sciare da solo poiché i preparativi per la nuova stagione iniziano già a novembre. Del ciclismo mi sono innamorato in tenera età, ispirato da mio padre e mio fratello maggiore Nicola (che corre nella Androni Sidermec, ndr). Gli sport invernali sono ovviamente molto popolari qui, ma ora è bello vedere che grazie a me e mio fratello anche il ciclismo sta guadagnando popolarità. Per le corse, si avvicina il momento delle classiche belghe, non vedo l'ora... Spero e mi aspetto che il team ottenga grandi risultati, come ogni anno. Io non le correrò ma farò il tifo per i miei compagni di squadra. Il mio programma di corse prevede Drôme e Ardèche e poi la Volta a Catalunya, nell'ultima settimana di marzo. Dopo  risultati al Tour de la Provence, le aspettative sono piuttosto alte, ma è importante mantenere sempre i piedi per terra. Quest'anno non parteciperò a nessuno dei Grandi Giri, ma il mio sogno è quello di un giorno prendere parte al Giro d'Italia o al Tour de France, perché sono le gare più belle che uno scalatore possa sognare».


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