PELUCCHI. «UNA NUOVA SFIDA CON LA BARDIANI CSF FAIZANÉ»

PROFESSIONISTI | 20/12/2019 | 07:56
di Pietro Illarietti

Matteo Pelucchi è ormai uomo d’esperienza, ma si dice pronto per imparare ancora. Curiosità e voglia di rimettersi in gioco non mancano a questo ragazzo classe 1989, nativo di Rogeno, in provincia di Lecco. Oggi vive subito dopo il confine svizzero, a Chiasso, nel Canton Ticino. Nella nuova Bardiani CSF Faizanè si è sentito subito a suo agio, come quando provi un capo su misura. C’è voglia di fare e lo spirito positivo ha contagiato tutta la formazione della famiglia Reverberi.


«Ho avvertito subito fiducia e questo mi ha fatto sentire bene. Le cose poi si sono incanalate nel verso giusto con un buon inverno. Gli anni scorsi ho avuto dei problemi di salute e questo ha penalizzato il mio rendimento che è stato altalenante. Nonostante tutto, nel 2019 ho conquistato sei vittorie. Ora è tempo di cambiare e comunque dico "grazie Androni”».


Un ruolo importante in questo team di giovani. «I nuovi ascoltano e chiedono consigli. Fanno bene. Attraverso le esperienze ed i consigli altrui si risparmiano errori e si guadagna tempo. Personalmente credo di aver sempre imparato qualcosa: debutto con la Geox, passaggio in Europcar e il periodo IAM che ricordo con particolare affetto. Quello era un team con una mentalità innovativa, decisamente aperta. Lì ho sviluppato relazioni che durano tutt’ora. Un nome? Rubens Bertogliati, ticinese con cui condivido anche degli interessi extraciclismo».

In carriera ha militato in formazioni importanti, come Bora Hansgrohe, e si è tolto pure delle belle soddisfazioni. «Una tappa alla Tirreno Adriatico, due al Giro di Polonia ed altre vittorie. Diciamo che per impreziosire ulteriormente il curriculum vi vorrebbe un nuovo successo World Tour».

Tecnicamente un velocista: «Ho una volata in progressione, me la cavo anche senza il treno. La squadra per me serve prima, lontano dal traguardo».

Hai vissuto anche momenti difficili, come l’incidente a Marina Romoli con cui all’epoca eri fidanzato.

«Un’ingiustizia. Una persona distratta alla guida e vai così vicino alla morte con le conseguenze che poi ne sono derivate. Quell’esperienza mi ha sensibilizzato ulteriormente sul tema della sicurezza stradale. La convivenza con gli automobilisti, per noi che stiamo varie ore sulla strada, è problematica. Le condizioni del traffico sulla strada sono al limite. Capisco che possano portare all’esasperazione di chi guida, ma serve rispetto».

Guardando oltre il ciclismo cosa vedi?

«Per ora sono concentrato sulla bici, ma ho tanti interessi. Magari metterò a frutto il diploma di geometra. Vedremo».

 

 

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