ANNA MEI, NUOVA IMPRESA PER I BAMBINI FARFALLA

NEWS | 01/10/2019 | 07:07

 


Anna MEI tenterà una nuova impresa ciclistica pedalando da San Marino a Roma, e ritorno raggiungendo la distanza di 650km, con un dislivello positivo superiore ai 7 mila metri.


Milanese, classe 1967, dopo aver vinto in campo europeo e mondiale vari titoli sia nelle 24 che nelle 12 ore e dopo aver ottenuto vari record del mondo in pista, sempre di endurance, torna in sella, ma questa volta non in pista, bensì lungo le strade della nostra bellissima Italia.

“Credo che l’obiettivo sia il vero motore di tutto. Portare sulla maglia il simbolo dell’epidermiolisi bollosa è, per me, fonte di continua ispirazione e forza! Sento che le mie gambe sono ancora in grado di pedalare per lunghi chilometraggi e tali distanze mi portano a comprendere meglio il vero senso del sacrificio, elemento sempre presente nella vita dei bambini malati”

Anna, ad una settimana dal suo tentativo è molto serena, determinata e pronta ad affrontare ciò che incontrerà lungo questa bella pedalata. Sembra una impresa semplice. Nessuno ancora ha provato a collegare queste due Capitali in un evento unico ed Anna si augura  di aprire  un percorso, che possa essere poi “ripedalato” da molti altri ciclisti, con l’obiettivo di battere il suo tempo

Vulcaflex, azienda specializzata nella produzione di Ecopelle per l’industria dell’auto , affianca Anna Mei, campionessa mondiale ed europea di ultracycling, per sostenere la ricerca in favore dei bambini malati di Epidermiolisi Bollosa , una malattia rara che colpisce i bambini sin dalla nascita e che rende la pelle fragile come le “ali di una farfalla”.

“Fare azienda vuol dire anche tentare di aiutare il prossimo, e quando lo si riesce a fare attraverso  lo sport tutto diventa più bello ed esaltante.” Commenta Roberto Bozzi consigliere delegato di Vulcaflex.

L’epidermiolisi bollosa è una malattia genetica rara che porta chi ne è affetto a dover convivere, per tutta la vita, con vesciche, bolle e piaghe dolorose, generate da ogni minimo sfregamento della pelle. Da qui il nome di bambini farfalla, alludendo appunto alla delicatezza della loro pelle. Ancora non vi è cura.

A Modena infatti presso il CNR,  il ricercatore Michele De Luca da anni studia questa terribile malattia, cercando una vera soluzione.

E’ importante continuare a sostenere la ricerca e le famiglie in modo da non farli sentire soli, perché “rari non vuol dire soli”.

Per chi volesse fare una donazione o avere maggiori informazioni si può collegare al sito di Debra Sudtirolo. (www.debra.it )

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COMMENTI
Piccola e grande
1 ottobre 2019 14:50 pagnonce
Mi inchino a questo tuo tentativo,non solo per il gesto atletico ma per il sacrificio per questi bambini malati.Ancor mi inchino hai tuoi piedi

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