GIRO U23. COLOMBIAN POWER, IL NUOVO CHE AVANZA

DILETTANTI | 30/07/2019 | 07:51
di Carlo Malvestio

Gli escarabajos crescono be­ne. È bastato disegnare un Giro d’Italia U23 un po’ più esigente rispetto agli ultimi due anni per fare sì che i colombiani dettassero legge dall’inizio alla fine. La superiorità di­mostrata ogni qualvolta la strada saliva è stata quasi imbarazzante, tanto che nessun atleta di un’altra nazione è riuscito mi­nimamente ad im­pensierirli. La conquista della maglia rosa, la bianca di mi­glior giovane e la verde di miglior scalatore sono state la logica conseguenza di una gara condotta da padroni assoluti. La cosa che però sorprende è che il dominio non è stato appannaggio di un solo corridore, ma di ben tre, che si sono impadroniti del podio finale in cima alla Marmo­la­da. Già l’anno scorso i sudamericani avevano regalato spettacolo, sciogliendosi però nel mo­mento decisivo, ma in questa edizione non hanno voluto la­sciare nulla al caso. Se si era rimasti sorpresi dalla bontà del movimento escarabajo, che in pochi anni ha lanciato Miguel Angel Lopez, Fernando Gavi­ria, Egan Bernal e Ivan Sosa, solo per citare alcuni nomi, state pur certi che la generazione d’oro non ha ancora finito il suo corso.


Ma chi sono questi dittatori che hanno monopolizzato il Giro U23? In Europa sono praticamente sconosciuti, ma per rendersi conto di chi fossero bastava studiarsi le classifiche della Vuelta de la Juventud 2019, la durissima corsa per i giovani emergenti colombiani. Il selezionatore della Nazionale colombiana non ha quindi dovuto fare chissà che ricerche per trovare i ragazzi più forti: ha convocato i primi tre della generale, ovvero Jesús David Peña, Adrian Bustamante e Andrés Camilo Ardila, ai quali ha aggiunto Juan Diego Alba e Juan Fer­nan­do Calle. Abituati a corse con dislivelli enormi, non era complicato prevedere che si sarebbero divertiti an­che sul Monte Amiata, sul Passo Maniva, sul Mortirolo e sul Passo Fe­da­ia. E come se non bastasse c’era anche Einer Augusto Rubio Reyes, che però dal 2017 corre in Italia alla Aran Cu­cine Vejus, che è stato l’unico vero rivale dei suoi connazionali.
«Per questi ragazzi il Giro è una vetrina molto importante: dopo la corsa rosa riceveranno moltissime offerte di grandi squadre» ci ha spiegato il massaggiatore del­la nazionale co­lom­biana Carlos Cor­tes, che lavora anche per la Bar­diani-CSF e la Delko Marseille.
Ma andiamo a conoscere meglio chi sono questi predestinati colombiani.


ANDRÉS CAMILO ARDILA. È il vincitore di questo Giro d’I­talia. Sul Monte Amiata e sul Passo Maniva ha staccato tutti con una facilità disarmante. Sul Mortirolo è salito appena un minuto più lento di Miguel Angel Lopez, che ha ottenuto il miglior tempo di scalata nel Giro dei professionisti. Nelle ultime giornate ha lamentato un piccolo dolore al ginocchio, al che viene da pensare “se non lo avesse avuto cosa avrebbe fatto…” Nato il 2 giugno 1999 a Mariquita, nel dipartimento di Tolima, corre per la EPM di Medellin ed è il talento più puro che ci ha offerto questo Giro. «Il mio idolo è Nairo Quintana, mi piacerebbe fare quello che è riuscito a fare lui - spiega Ardila -. Però tutti i colombiani sono la mia motivazione, è bello vedere come tengono alta la bandiera del nostro paese».

EINER AUGUSTO RUBIO. L’anno passato si schierò al via con la maglia della sua nazionale, mentre stavolta la sua squadra, l’Aran Cucine Vejus, è stata invitata e lui non ha fatto pentire gli organizzatori di questa scelta. Nato il 22 febbraio 1998 a Chiquiza, nel di­partimento di Boyacà, da un paio d’anni vive a Benevento e proprio per questo motivo era più conosciuto rispetto ai connazionali. L’anno scorso si è im­posto nella tappa di Dimaro, quest’anno ha dovuto aspettare l’ultima frazione, sulla Marmolada, per alzare le braccia al cielo. Per lui, secondo posto finale e ma­glia di miglior scalatore ne fan­no già un pezzo pregiato del mercato

JUAN DIEGO ALBA. È il più esperto della truppa, essendo nato l’11 settembre 1997 a Tuta, Boyacà, a pochi chilometri dal paese natale di Quin­ta­na. Corre nella Coldeportes Zenu e in questo Giro si è tolto la soddisfazione di vincere la tappa con la doppia scalata del Mortirolo, attaccando però in discesa. Grazie ad una lunga rincorsa, è riuscito a conquistare il podio proprio nella tappa finale, spodestando il nostro Alessandro Covi.

JÉSUS DAVID PEÑA. Anche di questo ragazzo ne sentiremo parlare molto. Ha vinto la Vuelta de la Ju­ven­tud e alla vigilia del Giro partiva coi gradi di capitano, nonostante fosse il più giovane. Nato l’8 maggio del 2000 a Zipaquirà, nel dipartimento di Cun­di­namarca, è al primo anno tra gli Under 23 e corre con la Coldeportes Stron­gman, ma ha già dimostrato di avere un grande motore. Rimasto attardato nella tappa di Gaiole in Chianti, si è messo a disposizione di Ardila, riuscendo co­munque a chiudere secondo sul Passo Maniva e dettando il ritmo dall’inizio alla fine della Marmolada, prendendosi poi il lusso di chiudere ugual­mente quarto di tappa e settimo in generale.

ADRIÁN BUSTAMANTE. In patria era il più chiacchierato e in molti lo consideravano l’uomo di classifica della nazionale. In Colombia, infatti, ha vinto tutto quello che c’era da vincere nelle categorie giovanili ed era di conseguenza quello con un seguito mediatico maggiore. In realtà, però, il suo Giro non è stato nulla di eclatante, e le prime tappe di montagna lo hanno relegato al ruolo di gregario di lusso. Nato il 10 giugno 1998 a Boavita, Bo­yacà, corre con Alba alla Coldeportes Zenu e ha chiuso al secondo posto la Vuelta de la Juventud. In questa Corsa Rosa non ha probabilmente mostrato tutte le sue potenzialità, ma ci sarà tempo per sentir parlare anche di lui.





Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Maeva Squiban è stata la grande scoperta del Tour de Fance Femmes, la giovane transalpina è andata a segno per due giorni consecutivi rivelando al mondo il suo talento e diventando automaticamente una delle atlete più attese anche della prossima...


Nel ciclismo dei fenomeni Paolo Bettini starebbe benissimo. Olimpionico 2004, due volte iridato, e poi vincitore di Sanremo, due Liegi e due Lombardia, e poi il Campionato di Zurigo, la Classica di Amburgo e quella di San Sebastian, e la...


Nel giorno di Santo Stefano, dal numero di tuttoBICI di dicembre vi proponiano una nuova raffica di dubbi che ci ha sottoposto il nostro Angelo Costa. Il Giro salirà al Corno alle Scale perchéa - è un arrivo in quotab...


Non è forse tra i nomi che si ricordano per primi quando si rievoca il grande ciclismo italiano degli anni Novanta e Duemila, ma una decina di vittorie da professioniste e un Mondiale Juniores, oltre a tante preziose pedalate per...


La Milano-Reggio è stata una gara per dilettanti sbocciata subito dopo la Seconda Guerra Mondiale e scomparsa nel 2002. La società a cui si deve la sua nascita è il Velo Club Reggio alla fine degli anni Quaranta. Tra i...


La tradizionale puntata speciale natalizia di Velò andata in onda ieri sera su TvSei è stata particolarmente interessante: si è parlato di Bilancio del 2025, di appuntamenti per il nuovo anno,  di grande ciclismo in Abruzzo e di tanto altro ancora con Luciano Rabottini,...


Oggi, nel giorno di Natale, ci ha lasciati Adalgisio Bevilacqua, detto Totò, nato a Pescara il 27 febbraio 1932.Abruzzese autentico, uomo tosto e determinato, ha dedicato gran parte della sua vita al ciclismo, legando il proprio nome e la propria passione...


Remco Evenepoel attraverso un’intervista a Sporza ha voluto fare gli auguri di Natale ai suoi tifosi, lasciando intendere che già il prossimo anno proverà a vincere il Tour de France. Proprio così, il belga nella sua intervista natalizia, senza indugi...


Non chiedetegli regali, ma fuochi d'artificio. Giulio Pellizzari dice di non essere portato per gli acquisti da mettere sotto l'albero eppure si sta allenando come si deve quindi potrebbe in automatico donare presto al ciclismo italiano gioie preziose. Al primo...


«Quando ti succedono incidenti come quello che è successo a me, ti accorgi di quanto le piccole cose, alla fine, sono quelle che più contano nella vita». E allora Filippo Baroncini, ancor più felice e consapevole di prima, il suo...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024