C'è un comun denominatore in tutte le interviste del dopo tappa dell'Aquila: il mal di gambe. La corsa rosa oggi ha viaggiato a 45 km/h di media e per tutti è stata una gran fatica. Maglia rosa compresa.
«Oggi sapevamo che sarebbe stata una tappa difficile, ma lo è stata più del previsto. A un certo punto la situazione stava degenerando, ma la squadra è stata eccezionale - racconta Valerio Conti, che nomina a uno a uno tutti i suoi compagni per ringraziarli per il gran lavoro svolto. - La UAE Team Emirates oggi è stata come una famiglia. Devo dire un super grazie in particolare a Diego (Ulissi, ndr). Ho lavorato spesso per lui, in una giornata mi ha ripagato di tutto. Oggi ci volevano gambe, io ero davvero stanco da ieri, ma mi dicevo: “Vai Vale, vai Vale. Sei forte, devi tenere duro”».
In fuga con lui ieri, il marchigiano Giovanni Carboni, che ha difeso la sua maglia bianca: «Sono felice di averla ancora indosso e di poterla sfoggiare domani sulle strade di casa. Io arrivo da San Costanzo, è il primo paese sul mare che incontreremo domani a 100 km dall’arrivo. La squadra mi è stata vicino, la prima ora l’abbiamo fatta davvero a tutta, la fuga non andava e io ho sofferto un po’, dopo 200 km in fuga ieri oggi le gambe erano abbastanza in croce. Ringrazio tutti i miei compagni e non vedo l’ora di abbracciare i miei tifosi domani».
Giulio Ciccone ha corso oggi sulle strade di casa, ma non è riuscito a centrare la fuga giusta: «Purtroppo la tappa è andata al contrario di quello che volevo, a furia di provarci nelle fasi iniziali mi sono finito prima di quando è andata via la fuga. Continuare a scattare in pianura per uno scalatore non è l'ideale. Ci tenevo a far bene perché arrivavo nel mio Abruzzo, ma non è andata come speravo, tutt'altro. Ci riproverò nei prossimi giorni, per rafforzare il primato nella classifica degli scalatori dovrò andare in fuga e cogliere altri punti per la maglia blu».
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