BARONCHELLI, UN FELICE RITORNO SULLE STRADE DELL'APPENNINO

NEWS | 28/04/2019 | 09:40
di Massimo Lagomarsino

Ieri sera alla cena di gala del Giro dell'Appennino che compie ottant'anni di storia non poteva non esserci Gibi Baronchelli passerà alla storia per le sei vittorie consecutive (1977 – 1982) record che difficilmente potrà essere battuto, ma soprattutto per aver messo alle corde il grande Eddy Merckx.


Alla prima stagione tra i professionisti nel 1974, a soli 21 anni, arrivò secondo al Giro d’Italia distanziato di 12” dal “Cannibale”. Nella tappa delle Tre Cime di Lavaredo staccò Merckx in maglia rosa che si impegno al massimo per contenere il distacco in quella manciata di secondo che poi gli consentirono di vincere il Giro. Per vederlo primeggiare a Pontedecimo bisognerà aspettare ancora qualche anno in quanto la prima vittoria risale al 1977. Si ripeterà ben altre cinque volte. Tra i più tenaci avversari Mario Beccia, Wladimiro Panizza e Alfio Vandi, Franco Chioccioli.


Non a caso tutti validi scalatori che si sono sempre fatti onore nella corsa organizzata dall’ U.S. Pontedecimo. Una bella carriera quella del “Tista”, sulla sua strada ha sempre trovato fior di campioni sia nelle corse a tappe che quelle in linea. Di Merckx abbiamo già parlato, ma come non citare Francesco Moser, Giuseppe Saronni, Gianni Bugno e tanti altri. Il rammarico per quel Giro d’Italia che a 21 anni poteva essere suo è grande, ma non è da meno quanto accadde nel 1980. Baronchelli non è più una speranza, ma un campione affermato, anche se forse ha vinto meno di quanto avrebbe meritato. Eppure la grande occasione si presenta siamo a Sallanches nell’Alta Savoia dove si disputano i Campionati del mondo. Il favorito è uno soltanto, il beniamino di casa Bernard Hinault. Il percorso è stato disegnato apposta per lui, da allora non vedremo mai più un “mondiale” così duro. Alcuni avevano tentato un paragone con il tracciato di Innsbruck che lo scorso anno ha consegnato la maglia iridata a Alejandro Valverde, ma Sallanches, credete, è tutt’altra cosa. È una mattinata fredda, piovosa, tutti temono il “Tasso” e aspettano il suo attacco che non tarda ad arrivare. Un corridore gli resiste alla ruota è Baronchelli che solo nel finale dovrà cedere poco più che un minuto al campione francese. Soltanto in quindici taglieranno il traguardo, basta questo per comprendere quale percorso avevano scelto gli organizzatori francesi. Di corse e tappe del Giro d’Italia in sedici anni di onorata carriera tra i professionisti ne ha vinte tante, ma quei due secondi posti non sono facili da digerire anche se gli avversari hanno il nome di Merckx e Hinault.

Alla vigilia della corsa, in occasione della consegna a Moreno Argentin dell’Appennino d’Oro, ci sarà anche lui che ha ricevuto l’ambito riconoscimento nel 1999. Un piacere rivedere questo grande campione che per ben tre lustri ha infiammato il cuore degli sportivi. A ricordarne la carriera, la passione per il ciclismo non poteva essere che lui, il sommo cantore, Marco Pastonesi.

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