MENTAL COACH

TUTTOBICI | 20/02/2019 | 07:57
di Cristiano Gatti

Seguire il discorso, ritagliato dalla Gazzetta: “Mi sto trovando mol­to bene con il nuovo staff. Mi piace che si sia preso in considerazione, prima ancora della preparazione e della prestazione, l’aspetto umano, la se­renità. Stare bene, avere equilibrio, passare anche qualche giorno in più in famiglia: questo conta. Troppe volte si par­la di numeri, si pensa troppo ai test e ai watt, ma per raggiungere questi numeri devi stare bene ed essere sereno”.


Sembra un brano tratto dai Saggi di Montai­gne, è semplicemente la ripartenza di Fabio Aru, atteso in modo trepidante da tutto un popolo, prima ancora che da se stesso. Dopo un lun­go e interminabile giro alla ricerca di un perché, perché da tre anni ormai non riesca più a ritrovarsi, il punto d’arrivo è a suo modo sconvolgente. Non tanto per il contenuto, quanto perché sia servito un interminabile calvario per arrivarci. Aru ci dice che sen­za stabilità, senza equilibrio, senza armonia, senza quella be­nedetta pace interiore che tutti gli uomini inseguono, tanti senza arrivarci mai, Aru ci dice che senza un cielo sereno dentro è impossibile fare bene qualunque cosa, ciclismo compreso. Sot­tolineatura sua: troppe volte si sta lì a misurare il watt in più o in meno, ma prima dei numeri c’è l’anima.
Per capirci subito: nel ciclismo, senza watt non si va da nessuna parte. Io posso essere un mi­stico anacoreta distaccato da qualunque cruccio umano, ma senza le gambe non vinco sul Mortirolo. Eppure non finisce qui. Parlando di gente che i watt li ha in abbondanza, che le gambe le fa girare alla gran­de, è chiaro che la differenza risiede al centro del pen­siero e del sentimento. Re­gistrare questa centralina si­gnifica registrare l’intera macchina. Non a caso, assieme agli influencer e ai transgender, l’epoca moderna ci ha portato anche il mental coach. Un capo-officina che pone mano ai sofisticati circuiti interni per metterli a bolla, là dove si riscontrano an­sie, angosce, fragilità, spettri e sbalestramenti vari. Ac­canto al misuratore di potenza, un misuratore di coscienza.


Ognuno cerca e trova il suo mental coach i­dea­­­le. C’è chi l’ha tro­vato semplicemente in una brava moglie. Chi l’ha trovato in un’università americana. Qual­cuno, alla vecchia, ri­sparmia soldi avendo già trovato i più grandi mental coach nel­l’antichità, da So­crate a Gesù Cristo, da Sene­ca a Erasmo, da Montaigne a Voltaire. Si cerca, si cerca, qual­che volta si trova. Ma non sempre. Co­mun­que mai abbastanza.

È persino troppo ovvio di­re che per qualche temperamento animalesco e belluino il mental coach non serva a granchè: in quel caso, se mai, può servire qualche tisana rilassante, per limare un po’ gli spigoli all’irruenza e all’intemperanza, ma­gari anche per mettere qualche argine all’IO ipertrofico che carica a tutto spiano con la semplice certezza d’essere un semidio.

In generale, però, la vocina pacata e vagamente ascetica del saggio, sia es­so un professore universitario o i “Dialoghi Morali”, questa vocina può essere la migliore stampella per tutti, soprattutto nei momenti cupi dell’esistenza. Magari non serve a vincere niente, cioè non cambia i risultati, ma certamente aiuta a incassare meglio le sventole che nella vita ci arrivano da tutte le parti. Non c’è come raggiungere una certa im­perturbabilità dell’animo per sentirsi poi stranamente anche più in gamba e in salute, persino più vitali ed energici. A posto la centralina, a posto il motore. È di questo che bisognerebbe parlare, quan­do certi genitori ancora si chiedono a cosa serva far studiare i figli: zucconi materialisti palancai, non serve a crescere un avvocato o un in­ge­gnere, serve prima di tutto a crescere una persona. E Dio solo sa quanto ne abbiamo bisogno.

Facendola tanto lunga, non vorrei mai che qualcuno immaginasse una mia aspirazione segreta a fare il mental coach di qualcuno. Nel caso, sgombro il cam­po dal sospetto: ho già il mio da fare con i miei mental coach, quella gente che ha scritto libri sublimi rovistando nelle nostre segrete, perché possa im­maginare di insegnare qualcosa a qualcuno. No, se ho avviato il di­scorso è semplicemente perché le pa­role di Aru mi han­no molto colpito. Seguo­no quelle di Moreno Mo­ser, che ha espresso concetti simili scegliendo di correre in una squa­dra più familiare. Nel mondo dell’ipertecnologia e della scienza depravata, emergono bisogni più metafisici che fisici: è un segnale. Se davvero i watt fan­no un passo indietro, lasciando un po’ di spazio alla serenità, significa che finalmente ci si sta po­nendo il grande dilemma: co­struire prima l’atleta o prima l’uomo?

da tuttoBICI di febbraio

Copyright © TBW
COMMENTI
w gatti
20 febbraio 2019 08:36 ConteGazza
siamo uomini non robot :)

misuratori di potenza
20 febbraio 2019 12:00 aldodellecese
Sagan e Barbet sui Watt non la pensano cosi.

i watt......
20 febbraio 2019 16:28 limatore
i watt che danno noia sono solo quelli che non si hanno.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Affermazione di Paolo Marangon nel Trofeo Comune di Invorio. L’Allievo del Team Madonna di Campagna, già vincitore nel Trevigiano a fine marzo, oggi ha terminato i 53 chilometri della competizione novarese lasciandosi alle spalle Marco Zoco e Luca Frontini, entrambi...


I giovani della Biesse Carrera esultano grazie al 13enne Mattia Dolfini che ottiene la sua prima affermazione nella quarta edizione del Criterium Liberazione per esordienti di primo anno che si è svolto a Crema.. Dolfini ha regolato Raisi e Bertacchini. Nella...


Il Gran Premio della Liberazione, organizzato per il quarto anno dal team di Claudio Terenzi, si è aperto stamattina con la corsa femminile, sponsorizzata da Salumi Coati e assurta quest'anno al rango di categoria 1.1: è stata una festa per l'atteso squadrone UAE, che ha...


In veste di ambassador del Giro d'Italia nella recente conferenza stampa di Livigno, Vincenzo Nibali ha passato cinque minuti in nostra compagnia nei quali ha effettuato una sintetica ma come sempre lucida analisi sulla corsa rosa al via la prossima settimana....


Un campione del ciclismo a Buckingham Palace. Tom Pidcock è stato ricevuto ieri al palazzo reale ed ha ricevuto il titolo di MBE (Membro dell'Eccellentissimo Ordine dell'Impero Britannico) per i suoi servizi allo sport. Ad accogliere l'elegantissimo portacolori della Ineos...


La convalescenza di Remco Evenepoel prosegue, il giovane campione belga si sta allenando ma anche lo spitrito vuole la sua parte e allora ecco che Remco si è concesso una serata speciale, accompagnato dalla moglie Oumi. Non una cenetta romantica,...


Jai Hindley e Florian Lipowitz sono due corridori che hanno molto in comune ma sono in fasi diverse della loro carriera, entrambi sono scalatori e corridori da classifica generale che attualmente stanno affrontando il Tour de Romandie. Mentre uno ha...


Si è svolta nel magnifico scenario di Ca’ del Poggio la presentazione dell'8a edizione del Cycling Stars Criterium, l’ormai tradizionale appuntamento che porta i grandi campioni del Giro d’Italia (e non solo) sulle strade delle città venete. Anche...


Una Bianchi da pista. Del 1946. Scatto fisso, misure 90x160, ruote a 32 raggi, gabbiette ai pedali. E quel colore, tra l’azzurro e il verde, acqua, seducente. Apparteneva a Fausto Coppi. Da Coppi in dono a un albergatore, dall’albergatore in...


Gli organizzatori del Tour de France Femmes avec Zwift hanno ufficializzato l’elenco delle formazioni che prenderanno parte all’edizione 2024 in programma dal 12 al 18 agosto prossimi. Quindici sono le formazioni di WolrdTour ammesse di diritto:    AG Insurance - Soudal...


TBRADIO

-

00:00
00:00
VIDEO





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi