PANTANI, IL CAMPIONE CHE VIVE

STORIA | 14/02/2019 | 07:28
di Angelo Costa

Pantani è lì, nel cimitero della sua Cesenatico, da quindici anni, quando un sabato sera venne trovato senza vita in un residence di Rimini dove è morto da solo, portando con sé il rimpianto per una vita che poteva essere diversa e anche qualche dubbio di troppo. Ma Pantani è anche là, nelle piazze e nelle strade che gli vengono intitolate, nei monumenti eretti sulle montagne che alle sue imprese sportive devono la loro fama, negli striscioni del Giro d’Italia, forse più numerosi per il campione della Romagna che non per i protagonisti attuali del ciclismo.


San Valentino dovrebbe essere il giorno degli innamorati, ma per chi ha amato Pantani è anche un giorno velato di tristezza: uno come tanti, fortunatamente non tutti uguali, perché il ciclista più amato e controverso degli ultimi trent’anni non viene ricordato soltanto nella ricorrenza della scomparsa, ma soprattutto per ciò che ha fatto in sella ad una bici. Ed è questo il Marco che piaceva alla gente e la gente continua a ricordare, non certo quello raccontato nelle aule giudiziarie dai processi costruiti intorno alla sua tragica fine: quando ha chiuso la sua vita spericolata a 34 anni, avrebbe meritato pace e non tutto il clamore che per un po’ l’ha accompagnato.


Quindici anni senza Marco: sembra una vita fa, ma è come se non fossero passati. Perché il ricordo è vivo, e non è un modo di dire: basta il nome di una montagna, la località di un arrivo, un amatore con una vecchia maglia della Mercatone Uno per sfogliare un album dei ricordi che non si è mai chiuso. Di esempi se ne potrebbero fare a migliaia, perché sono quotidiani: basti dire che chi guidava l’ambulanza sulla quale Nibali ha finito l’ultimo Tour dopo una caduta all’alpe d’Huez, guarda caso uno dei luoghi consacrati al Panta, quando ha sentito citare il nome del campione romagnolo ha mostrato ai cronisti italiani tatuaggi, cover del cellulare e orecchino dedicati al suo vecchio idolo. ‘Sono stato a visitare il museo con le sue maglie e le sue bici a Cesenatico, ho conosciuto papà Paolo e mamma Tonina che quotidianamente lo aprono ai visitatori’, ha aggiunto: e sul volto aveva la fierezza di chi stava parlando non di un ciclista come gli altri, ma di un vero e proprio mito. Non si esagera: negli anni Novanta, un Paese intero ha avuto in Pantani il suo Coppi. O un altro Tomba, uno dei campioni che a Marco è stato più vicino: tutti atleti capace di fermare l’Italia quando entravano in gara, perché il romagnolo in bici, come il bolognese nello sci, quasi mai tradivano.

Una messa questa sera alle 20,30, sul porto canale a Cesenatico dove quindici anni fa una marea di gente gli rese l’ultimo saluto, una strada a Casalgrande, nel Reggiano, sabato mattina. A seguire l’intitolazione di piazza Marconi che già ospita il monumento realizzato dalla judoka Pierantozzi: ecco le prossime tappe di una corsa che, in realtà, è molto più quotidiana. Vi partecipano tutti coloro che allo scalatore venuto dal mare continuano a voler bene, un popolo per il quale Pantani è morto il 14 febbraio, ma tutti gli altri giorni dell’anno Marco è vivo.

Copyright © TBW
COMMENTI
UNICO
14 febbraio 2019 17:32 sterorema
sterorema
sterorema
18:17, 14 Febbraio 2019
Chi ha vissuto le imprese di Pantani, non può dimenticarlo. Io ho visto mio padre saltare sulla sedia e tirare pugni sul tavolo quando Pantani scattava in salita. Imprese uniche e irripetibili, che hanno saputo emozionare milioni di appassionati. I video delle grandi imprese di Pantani sono ancora capaci di suscitare grandi emozioni ogni volta che si riguardano.
Marco pur avendo vinto molto meno rispetto ad altri blasonati campioni è stato capace di esaltare ed appassionare la gente, come nessun altro.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Quinta sinfonia di Van Der Poel nel teatro belga di Gavere. L'iridato vince anche la settima manche della Coppa del Mondo di Ciclocross elite conquistando la sua quinta affermazione consecutiva nella speciale Challenge mondiale della UCI. L'olandese della Alpecin Deceuninck...


Lucinda Brand sempre più padrona della Coppa del Mondo di Ciclocross donne elite che oggi si è svolta a Gavere in Belgio. La olandese conquista anche la settima manche e raffoirza il suo primato nella speciale classifica della Challenge mondiali...


C’è il frammento di una campana devastata durante il disastro del Vajont, nel 1963, donata dal parroco di Longarone, don Augusto Antoniol. C’è una campanella donata da Luigi Agnolin, l’arbitro, nel 1986, alla Comunità Arcobaleno di Feltre. C’è una campana...


Maeva Squiban è stata la grande scoperta del Tour de Fance Femmes, la giovane transalpina è andata a segno per due giorni consecutivi rivelando al mondo il suo talento e diventando automaticamente una delle atlete più attese anche della prossima...


Nel ciclismo dei fenomeni Paolo Bettini starebbe benissimo. Olimpionico 2004, due volte iridato, e poi vincitore di Sanremo, due Liegi e due Lombardia, e poi il Campionato di Zurigo, la Classica di Amburgo e quella di San Sebastian, e la...


Nel giorno di Santo Stefano, dal numero di tuttoBICI di dicembre vi proponiano una nuova raffica di dubbi che ci ha sottoposto il nostro Angelo Costa. Il Giro salirà al Corno alle Scale perchéa - è un arrivo in quotab...


Non è forse tra i nomi che si ricordano per primi quando si rievoca il grande ciclismo italiano degli anni Novanta e Duemila, ma una decina di vittorie da professionista e un Mondiale Juniores, oltre a tante preziose pedalate per...


La Milano-Reggio è stata una gara per dilettanti sbocciata subito dopo la Seconda Guerra Mondiale e scomparsa nel 2002. La società a cui si deve la sua nascita è il Velo Club Reggio alla fine degli anni Quaranta. Tra i...


La tradizionale puntata speciale natalizia di Velò andata in onda ieri sera su TvSei è stata particolarmente interessante: si è parlato di Bilancio del 2025, di appuntamenti per il nuovo anno,  di grande ciclismo in Abruzzo e di tanto altro ancora con Luciano Rabottini,...


Oggi, nel giorno di Natale, ci ha lasciati Adalgisio Bevilacqua, detto Totò, nato a Pescara il 27 febbraio 1932.Abruzzese autentico, uomo tosto e determinato, ha dedicato gran parte della sua vita al ciclismo, legando il proprio nome e la propria passione...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024