FRED MORINI: VI RACCONTO L'ULTIMA, HO FATTO LA MARATONA DI NEW YORK

STORIA | 06/11/2018 | 10:01

Questa non è una storia di puro cilcismo, ma merita di essere raccontata. Perché il narratore protagonista è stato un uomo di ciclismo, prima corridore e poi come addetto ai lavori; perché nell'ambiente è molto conosciuto; perché è la storia di un'impresa e da storie come queste - piccole o grandi che siano - c'è sempre da imparare. Ve la proponiamo così come l'ha postata Fred sui social...


Ecco la storia ...
Perché la maratona di New York 2018? “Semplicemente” perché come dicono in molti, una buona parte dei partecipanti ha una storia personale dalla quale vorrebbe rifarsi , che sente di dover condividere per riprendersi poi una rivincita.
Da fine agosto così ho iniziato a preparare il grande obiettivo , la prima maratona della mia vita.


Diversi anni fa feci una promessa che per vari motivi alla fine poi non ho mai mantenuto: se torno a camminare vorrei correre a NY! Una di quelle dichiarazioni belle che con il passare del tempo, come spesso accade, finiscono nel dimenticatoio. Anche perché io e la corsa siamo amici soltanto da novembre 2016 e andare a fare una corsetta a dirla tutta, non è mai stata una delle priorità della mia vita.

Comunque, proprio nel mese di novembre di due anni fa, quasi come oggi, stavo portando a termine l’ultimo ciclo di chemioterapia. Si, avete letto bene... proprio quella! Per curare un male che pochi mesi prima mi era stato riscontrato in maniera roccambolesca. NON ne ho mai parlato , anzi a dire il vero l’ho feci con poche persone per me “speciali”. AMICI VERI, non quelli che ti usano pensando che nn te ne accorgi e che poi appena possono si girano e provano a volare da soli, ma.... non potranno mai farcela. Non hanno ne la stoffa, ne il carisma per riuscire a lungo termine...

Tornando alla storia... non ne parlai più di tanto, perché anche se i medici mi diedero una ben precisa spiegazione della causa, mi sarebbe scocciato sentire qualche commento di ottusi e malfidati che avrebbero immediatamente potuto collegare quel male al passato da atleta. Non avevo bisogno di sentire cazzate.

Al tempo stesso avevo la forte necessità di trovare una sorta di sfogo. La chemio mi stava piegando in due, ed allora...
Promisi a me stesso che se avessi superato quel periodo, questa volta a New York per correre la NY CITY MARATHON ci sarei venuto di certo. NON più scuse e tanto meno allibi vari.

Ed è stato così che agli inizi del 2017 inizio a gareggiare (prima gara la mezza di città di castello) come portacolori della #tifernorunners con qualche buon risultato, niente di speciale, ma sempre meglio week end dopo week end.
Obiettivo NY 2019! Ma una sera ad agosto di quest’anno nel nostro gruppo inizia a farsi “viva” NY 2018...

Certo, sarebbe stato piu logico un altro anno di esperienza e almeno partecipare ad un’altra maratona prima in preparazione, ma siccome non avrei dovuto andare per fare super tempi (nn corro per vincere a tutti i costi, mi accontento di molto meno e nn pratico questo sport con la foga di coloro che vivono solo per il Running ....), anche se stare sotto le 3 era la speranza, perché nn rispondere a quel bel messaggio con un “vengo anch’io”?

Mi sarei potuto allenare spesso con il vero numero 1: Cristian! Come ai vecchi tempi. Mi avrebbe potuto dare qualche bel consiglio e permesso di trovare altri stimoli per tornare a far fatica con lo sport.

Si tanta fatica , qualche sacrificio e via per New York senza pressioni, pur leggendo quasi ogni giorno previsioni di amici e conoscenti su quello che sarebbe stato il mio tempo finale 🤣. Conosco bene i miei limiti e per andare ancora più forte in questa maratona avrei dovuto fare molto di più prima.

Salito a bordo dell’aereo a Roma, inizio a pensare già a quanto dovrò soffrire. Sono stato un ciclista e la sofferenza pensavo di conoscerla bene. Dopo ieri, devo assolutamente rivedere questo pensiero. Correre a piedi E’MOLTO PIÙ DURO .... 🤦‍♂️

Sono partito alla grande da Verrazzano, facile e fiducioso, ma dopo il 27mo km ecco la crisi (per colpa mia e quella cattiva convinzione di nn esagerare con il mangiare). Mi sono fermato a camminare per ben due volte, con la testa che mi diceva ritirati. Ma non potevo, proprio per la promessa che avevo fatto . E per come la gente a bordo strada (tantissima) mi incitava.

Mi hanno fatto tornare con la mente a quando vomitavo ogni giorno a causa della terapia e come soffrivo alla stessa identica maniera. Se non mi ero arreso lì, potevo benissimo continuare fino a Central Park per completare la maratona. Soffrire in silenzio .....

Non mi chiamo Lance Armstrong, non sono un VIP che con una storia del genere avrebbe fatto tanto clamore, ma anche dal mio piccolo credo che il 4 novembre 2018, ho dimostrato a me stesso che ho due belle palle. Dopo due paralisi, un pacemaker impiantato nella colonna vertebrale e l’aver curato una malattia come il cancro, che almeno per ora non e’ più parte del mio corpo, posso dirmi “good job Fred”

ono stato capace di venire a prendere questo cazzo di medaglia, assieme ad un gruppo di compagni straordinari. Sono fiero di me... fanculo ai commenti, ai giudizi, alle invidie e alle cattiverei. Mi sento egoisticamente un po’ “grande” dopo questa maratona.

Non sono solo le super performance a fare grandi le persone, anche tante altre storie ed esperienze di vita possono benissimo farlo. Sono un ex malato che ha mantenuto la sua promessa: “Fred be proud of you 💪🏻”.

A questo punto nn ho più bisogno di fare altro e posso benissimo tornare al mio posto. Chissà se e quanto correrò nel prossimo futuro. Magari torno alla bici o forse mi diverto con altro? Ciò che avevo promesso l’ho mantenuto 😉👍🏻, questo è ciò che più conta. Good by NY 🗽🇺🇸, i head back to 🇮🇹 tra qualche ora.
Grazie mille ai miei compagni di viaggio, a Cristian per avermi istruito, a chi mi ha supportato e sopportato in questi mesi (🤦‍♂️), a chi mi ha incitato e alla mia storia personale per le emozioni che mi ha donato in tutti questi anni.

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COMMENTI
Morini
6 novembre 2018 12:20 froome
Grandioso

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