Per il suo compleanno numero 34, Mikel Nieve si fa il regalo più bello: entra nella fuga giusta, stacca via via tutti i compagni dìavventura e va a vincere la sua terza tappa in carriera al Giro d'Italia.
«Sono molto contento per me e per la squadra, che aveva bisogno di questo grande risultato dopo la giornata difficile che abbiamo vissuto ieri. Questa vittoria è un regalo per me, per la mia la famiglia e per il mio bambino che ha cinque mesi. Un grazie speciale a Roman Kreuziger che ha lavorato tanto per fami entrare nella fuga. Ed il nostro Giro si chiude con un bilancio decisamente positivo, siamo stati protagonisti per tre settimane e possiamo essere contenti».
Dalla grande delusione della crisi di Yates al tuo successo oggi, quanto è cambiato in poco tempo «Ieri è stato molto difficile, perché perdere la maglia rosa per la giornata no di Simon è stato tremendo. Ma siamo subito ripartiti meglio che potevamo. Oggi ho subito pensato che fosse una tappa ideale per me, mi sentivo bene e ci ho provato. Devo ringraziare Roman Kreuziger perché mi ha aiutato molto per andare in fuga e sono contentissimo per la mia vittoria, soprattutto dopo la debacle di ieri. Questo è un successo soprattutto per il morale della squadra più che per me».
Qual è la tua vittoria preferita al Giro tra le tre che hai messo a segno? «Difficile sceglierne una, tutte sono speciali. Quella del Gardeccia non la cambierei con niente al mondo, è stata una frazione molto dura ed è stata la mia prima qui. Questa, però, è arrivata nel giorno del mio compleanno ed è anche la prima che posso dedicare a mio figlio».
L’attacco era previsto? «No. O meglio, non in questo modo. Quando sono entrato nella fuga ho visto che c’erano diversi scalatori. La salita verso Cervinia non era durissima, perché più semplice. Ho visto che avevo buone gambe sul Pantaleon, mi sono trovato davanti e sono andato a tutta. Ho tirato dritto e ho mantenuto il vantaggio fino al traguardo».
Quanto vale il Giro per te? Hai già vinto tre volte «Il Giro è una corsa speciale e molto dura, le tappe mi si addicono in quanto scalatore puro. Anche la fortuna serve molto perché quando non devo lavorare per il capitano e posso scappare devo giocare al meglio le mie carte. Quando ho avuto l’opportunità di vincere ci ho provato ed è andata bene».
Avete vinto cinque tappe, ma fino a due giorni fa eravate in rosa «È stato un giorno triste. Simon ha dato tutto ciò che aveva, ieri dovevamo aspettarci e difenderci dagli attacchi. Froome è fortissimo ed è riuscito nell’impresa. Tuttavia, abbiamo fatto un Giro molto buono secondo me, siamo stati protagonisti tutti i giorni e abbiamo tenuto le redini a lungo. Possiamo tornare a casa soddisfatti».
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