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GIRO D'ITALIA | 18/05/2018 | 07:18
E’ esplosa, letteralmente e spettacolarmente, a circa km. 35 dalla conclusione, la tappa da Osimo a Imola che fino a quel momento era scivolata via seguendo un abituale copione con una fuga a lunga gittata, sempre comunque controllata dal gruppo, protagonisti i soliti noti di formazioni professional, ossia Frapporti, Maestri, Senni, Mosca e Zhupa.

Un acquazzone violento, con folate continue e forti di vento, e anche con il rilevante abbassamento della temperatura, ha determinato un ventaglio che ha spaccato il gruppo e che ha costretto anche uomini di classifica, oltre a quotati velocisti come Viviani e altri, a un dispendioso recupero riuscito a qualcuno ma non a tutti.

Sulla salita dei Tre Monti Tim Wellens ha cercato l’assolo, seguito da Ulissi, primo al GPM, ma è stato ripreso da uno scatenato Mohoric accompagnato dal colombiano Bentancur.

Sembrava quasi oramai fatta per i due di testa che hanno però tergiversato oltremodo negli ultimi mille metri, sulla pista dell’autodromo, e l’irlandese Sam Bennett, a circa 300 metri dalla linea, ha aperto il gas e li ha “bevuti” dopo avere staccato tutti da ruota con una progressione spettacolare, impressionante, vincendo quasi per distacco davanti a Danny Van Poppel e Niccolò Bonifazio, nell’ordine.

Confermate tutte le maglie dei leader con Sam Bennett, già vincitore a Praia a Mare, che si avvicina, e di molto, a Viviani nella graduatoria della classifica a punti per la maglia ciclamino.

Oggi si corre una tappa, in pratica “gemella” di quella di ieri e che qui ricorda il Mondiale 1985, che nel finale presenta le ondulazioni del Montello dopo un primo passaggio dal traguardo di Nervesa della Battaglia. Ci sarà “battaglia” anche oggi?

E’ in pratica una fotocopia della tappa del giorno precedente questa 13^ frazione del Giro 101 che va da Ferrara a Nervesa della Battaglia e che, subito dopo il via, lascia l’Emilia-Romagna per svilupparsi, con decisa rotta a nord, quasi per intero nel Veneto, con profilo altimetrico piattamente uniforme. Altra giornata che è da considerare terreno di caccia riservato in esclusiva ai velocisti.

Ferrara
, situata nella zona del delta del Po, in posizione completamente pianeggiante, è un’importante e popolosa città con il nucleo originario altomedievale, connotata da lunga e articolata storia. E’ stata frequentata da artisti attraverso i vari periodi medievali e, soprattutto, rinascimentale. Deve parte delle sue caratteristiche all’architetto-urbanista ferrarese Biagio Rossetti (1447 circa.-1516) che con la sua “addizione erculea”, definizione dovuta a Ercole I^ d’Este, signore illuminato e mecenate del Rinascimento, che gli commissionò la progettazione e pianificazione di una città con criteri moderni. Fu frequentata da artisti di primo valore di vari settori. E’ centro universitario di storico valore con vivace vita culturale nelle sue peculiari atmosfere cittadine.

Fra i monumenti ferraresi spiccano la Cattedrale, il Castello, il Palazzo dei Diamanti, Palazzo Schifanoia, la Pinacoteca Nazionale, il Museo Archeologico e altri ancora. Un patrimonio che ha valso a Ferrara e al vicino Delta del Po l’inserimento fra i patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO dal 1995 alimentando un notevole turismo internazionale.
E’ sede, con il suo territorio, di varie attività che vanno dalla fiorente agricoltura, servizi collegati di trasformazione e attività industriali con zuccherifici, pastifici, macchinari agricoli, impianti chimici e petrolchimici. Notevole è anche la pesca. Fra le specialità gastronomiche spicca l’anguilla delle Valli di Comacchio mentre per gli insaccati la locale, tipica, “salama da sugo”.

Sono ferraresi Gerolamo Savonarola (1452-Firenze 1498), frate domenicano, predicatore, giudicato eretico e come tale condannato all’impiccagione e al rogo, lo scrittore Giorgio Bassani (Bologna 1916-Roma 2000) che visse a lungo a Ferrara, spesso al centro dei suoi romanzi, il noto regista cinematografico Michelangelo Antonioni (1912-Roma 2007), il noto attore Arnoldo Foà (1916-Roma 2014), poliedrico artista e straordinaria voce, il documentarista naturalista Folco Quilici (1930) e Vittorio Sgarbi (1952), critico d’arte e personaggio televisivo.

La SPAL (Società Polisportiva Ars et Labor) rappresenta la città nel calcio e ricorda la figura del presidentissimo Paolo Mazza (Vigarano Mainarda FE 1901—Ferrara 1981), dirigente di vaglia anche in ambito nazionale.

Il Giro d’Italia riannoda qui una storia cominciata nel 1919
con tappa vinta dallo svizzero Oscar Egg, 1932 Fabio Battesini, 1933 Alfredo Binda, 1934 Learco Guerra, 1936 Di Paco, 1940 e 1950 Adolfo Leoni, 1957 Miguel Poblet e infine, nel 1981, Paolo Rosola.

ROVIGO. Dopo la frazione di Pontelagoscuro la tabella di marcia prevede il passaggio nel Veneto, provincia di Rovigo, per Polesella, Bosaro e raggiungere quindi Rovigo, il capoluogo del Polesine, fra l’Adige e il Po. E’ città con aspetto prevalentemente moderno con la centrale piazza Vittorio Emanuele, con forma trapezoidale, che presenta edifici storici di rilievo come il Palazzo del Municipio e il Palazzo dell’Accademia dei Concordi che ospita l’omonima pinacoteca e quella, complementare, del Seminario che presentano diverse opere di valore di notissimi pittori veneti. La Beata Vergine del Soccorso, a pianta ottagonale con l’imponente campanile è un altro motivo, con diversi altri – religiosi e civili - di rilievo.
Nativi di Rovigo sono la nota soprano Katia Ricciarelli e Mario “Maci” Battaglini (1919-1971), icona del rugby e al quale è intitolato lo stadio cittadino di questo sport molto popolare in zona.

Si è ancora in provincia di Rovigo per Mordimago e poi un breve passaggio in quella di Padova per Anguillara Veneta, sulla sponda dell’Adige con la sua frazione di Borgoforte e poi Agna, dove è nato nel 1925 Giacomo Zampieri, corridore professionista dal 1949 al 1962, con veloce rientro in provincia di Rovigo attraversando Cona. Si torna in quella di Padova per Villa del Bosco, frazione di Correzzola e Pontelongo, sul fiume Bacchiglione, nota per lo zuccherificio operante dal 1910, la villa Foscarini-Erizzo, luogo di nascita (1915-Bergamo 2016) del cardinale Loris Capovilla, sempre legato ad Angelo Giuseppe Roncalli, papa Giovanni XXIII.

PIOVE DI SACCO. Si trova quindi Piove di Sacco, centro di riferimento della zona nota come “Saccisica”, nella parte sud-orientale della provincia di Padova, verso Chioggia, detta anche “Piovese”, un tempo esclusivamente agricolo che ha visto, in tempi relativamente recenti, un’importante trasformazione industriale e commerciale. Nel centro sorge il Duomo che custodisce opere di Gian Battista Tiepolo, del Sansovino, con il campanile che era, in origine, una torre medievale. La via Garibaldi, fiancheggiata da portici tipici, presenta alcuni palazzi nobiliari veneziani di varie epoche.

Si supera il ponte sul Brenta e si raggiunge la provincia di Venezia incontrando Campagna Lupia, Sambruson, frazione di Dolo e quindi, sempre nella zona denominata “Riviera del Brenta”, il popoloso comune di Mira, comune sparso con sede comunale nella frazione di Mira Taglio, con la villa palladiana “la Malcontenta”, villa Widmann Foscari e le Barchesse di Villa Valmarana, aziende della chimica fine e delle confezioni. Si è conclusa qui nel 1989 l’undicesima tappa  Mantova-Mira del Giro vinta da Mario Cipollini. Si giunge a Mirano, altro attivo centro commerciale e sede di varie attività industriali e artigianali e dove è nata nel 1988, per ragioni d’ospedale la grande nuotatrice Federica Pellegrini con la famiglia che abita nella vicina Spinea, con il Duomo di San Michele Arcangelo e numerose ville venete prima di raggiungere Maerne, frazione di Martellago, alla periferia di Mestre, sempre nel Miranese. Dopo Maerne e il suo comune capoluogo, Martellago, con il “Parco dei Laghetti”, estesa area verde gestita dal comune e dal WWF del miranese, e la villa cinquecentesca Priuli Grimani Morosini, conosciuta anche come Ca’ della Nave, l’itinerario incontra la provincia di Treviso dove si corre il finale.

TREVISO. E’ Zero Branco il primo comune, con l’antico Palazzo Sagramora in gotico-veneziano e, nei dintorni, altre ville venete. Era qui nato nel 1942, nella frazione di Scandolara, Silvano Schiavon, solido regolarista, professionista dal 1965 al 1974, tre giorni in maglia rosa nel 1967, scomparso nel 1976 per un incidente con il suo trattore. Segue Quinto di Treviso, prima del passaggio da Treviso, che evoca sempre, in parallelo, passione ciclistica ad alti livelli. Città con la parte più antica d’impronta medievale, intersecata da una rete di vari corsi d’acqua che regalano suggestivi scorci, è impreziosita dal Duomo d’origine medievale, dalla chiesa di San  Francesco del 1230 e poi quella di San Nicolò del XIII secolo, gotica, tutta in laterizi, per le architetture religiose. Per quella civile sono in peculiare evidenza la piazza dei Signori con il palazzo dei Trecento, il Monte di Pietà con la Cappella dei Rettori al suo interno il museo civico “Luigi Ballo” con importanti sculture e quadri d’artisti d’assoluta fama. Anche nel suo territorio sono sparse varie e belle ville.

Nel quadro armonico di Treviso s’inseriscono, oltre alla qualità della vita e alle atmosfere che riserva, prelibate specialità eno-gastronomiche proprie del territorio come il famoso “radicchio rosso” e l’ampia scelta di vini di nota qualità operabile fra quelli del territorio che vanno dai bianchi – prosecco di Valdobbiadene e Conegliano con il pregiato Cartizze di una precisa zona collinare di Valdobbiadene – e i rossi Cabernet, Merlot, Pinot nero e Raboso. Treviso ha grande tradizione ciclistica avendo organizzato mondiali, più volte, di varie specialità e con una platea di praticanti agonisti, dai giovanissimi ai professionisti, e assidui cicloamatori, estesa e sempre motivata e appassionata. La corsa rosa ha scritto qui varie pagine della sua storia. Pure la produzione ciclistica ha protagonisti di rilievo e, fra questi, Pinarello.
Il rugby è sempre sport in auge nella zona.

Si passa per Villorba, comune sparso con municipio nella frazione di Lancenigo, in località Carità, dove è nato nel 1948 l’imprenditore Massimo Zanetti, il “patron”, fra l’altro, della Segafredo Zanetti che abbina il suo nome alla Trek nel ciclismo. Nell’industre centro, con varie belle ville, è nato pure nel 1952, Bruno Vicino, tricolore fra i dilettanti, poi buon professionista che, nel mezzofondo, al rullo di Domenico De Lillo, ha vinto tre titoli mondiali nella dismessa specialità. E’ sempre nel ciclismo quale direttore sportivo nelle squadre di Giuseppe Saronni.

MONTELLO. Ancora e sempre e solo pianura passando per Vascon, frazione di Carbonera, Maserada sul Piave, con industrie alimentari, Spresiano, lungo la statale Pontebbana e quindi un primo passaggio da Nervesa della Battaglia e, prima  della località Santi Angeli, percorrere la strada della Presa 8 per raggiungere il GPM di 4^ cat., m. 242, del Montello, lungo la Dorsale, che non dovrebbe essere ostico per gli appetiti degli sprinter. Si ritorna nell’ambito di Nervesa della Battaglia scendendo fino alla frazione di Bavaria con le chiese di Sant’Urbano e quella  di San Valentino e la villa veneta Sfoglio-Antonini, si raggiunge il comune di Arcade, con una bella chiesa parrocchiale e quindi l’arrivo a Nervesa della Battaglia, che ha aggiunto “della Battaglia” all’originario di Nervesa dopo il primo conflitto mondiale e la grande “Battaglia del Solstizio” del giugno 1918. Fu così possibile all’esercito italiano di respingere, sulla linea del Piave, quella che voleva essere il tentativo finale degli austro-ungarici e dei tedeschi di rompere la linea difensiva italiana qui attestata dopo la battaglia di Caporetto dell’autunno 2017 e raggiungere così la pianura padana e le grandi città del nord Italia. Nel comune è stato realizzato anche il Sacrario del Montello che dal 1935 raccoglie le spoglie di oltre novemila caduti precedentemente sepolti in circa centoventi cimiteri spari lungo il Piave. Qui è stato abbattuto in combattimento aereo il 19 giugno 1918 Francesco Baracca (Lugo 1888), asso dell’aviazione italiana, ricordato con un monumento.

Il Montello è un particolare rilievo montuoso, d’origine carsica, con grotte e doline, termine che definisce le conche carsiche, di limitata altezza, quella massima è a quota m. 371, lambito dal Piave. Nel medioevo fu vincolato come patrimonio boschivo riservato in esclusiva all’Arsenale di Venezia che vi ricavava materiale per la costruzioni di navi e altro. Oggi è frequentato luogo di varie attività, fra le quali la pratica ciclistica, sulle numerose strade (21), qui definite “prese” che dalla pianura conducono alla Dorsale.

Il Giro d’Italia vuole ricordare qui il centenario degli avvenimenti bellici che hanno coinvolto la zona del Piave.
E’ qui che il fiorentino monsignor Giovanni Della Casa (Borgo S. Lorenzo 1503-Roma 1556), arcivescovo e letterato scrisse il manuale di belle maniere “Galateo overo de’ costumi”, pubblicazione di costante e grande successo.
Nervesa della Battaglia ricorda anche una figura di specifico rilievo del calcio italiano, Giuseppe “Gipo” Viani (Treviso 1909-Ferrara 1969), giocatore, allenatore e abile manager di calcio al quale è intitolato lo stadio comunale.

Nel 1985, sul circuito del Montello, fra Giavera del Montello (partenza e arrivo) e Nervesa della Battaglia, i campionati del mondo furono vinti, per i professionisti, dallo stagionato olandese Joop Zoetemelk che anticipò con uno scatto a 2 due km. dalla conclusione il gruppetto di testa anticipando di 3” Greg LeMond e Moreno Argentin, fra i dilettanti successo del polacco Lech Piasecki mentre nella 100 km. a squadre furono primi i russi con gli azzurri (Marcello Bartalini, Massimo Podenzana, Eros Poli, Claudio Vandelli) terzi preceduti dalla Cecoslovacchia. La prova femminile la conquistò la francese Jeannie Longo mentre Maria Canins conquistò l’argento. La pista assegnò i titoli al velodromo Rino Mercante di Bassano del Grappa.

Giuseppe Figini
(dal Tv Roadbook del Giro d'Italia)

Per seguire la cronaca diretta della tappa CLICCA QUI

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COMMENTI
Attenzione
18 maggio 2018 08:36 Mac75
Se si è staccato ieri viviani sui tre Monti ... è a rischio anche oggi... ha ha ha..

18 maggio 2018 11:47 Line
OGGI INVECE GLI STENDE TUTTI
VAI ELIA
LE GIORNATE NO CAPITANO ANCHE AI MIGLIORI

Tormentone
18 maggio 2018 15:43 piuomeno
Si, Elia può vincere, ma è importante non si scordi di nutrirsi ed idratarsi con acqua ricca di sodio e potassio ( ci mancherebbe!!).
Maurizio

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