
Jonas ABRAHAMSEN. 10 e lode. Vittoria storica e meritata per il 29enne norvegese della Uno X Mobility. Corsa presa di petto, dove alla fine gli appuntano una medaglia. Corsa d’attacco, in una tappa breve ma spezzagambe, che alla vigilia dei Pirenei non è il migliore degli aperitivi. Qui non pensano al domani, qui si pensa all’oggi, all’attualità, Jonas pensa a scrivere un pezzo di storia che per la UnoX è una gran bella storia, che profuma di fiaba.
Mauro SCHMID. 10. Alla fine se arrivano a giocarsi la volata gran parte del merito è del campione di Svizzera, il portacolori della Jayco AlUla che tira per non far rientrare uno scatenato Van der Poel. Si spolmona per arrivare allo sprint e ci arriva spolmonato. Meglio secondo che terzo, anche se pure lui meritava di vincere.
Mathieu VAN DER POEL. 9. Con il senno di poi si può dire che è partito un attimo tardi. In verità ci spiegherà lui che non sapeva che davanti fossero rimasti ancora due corridori, per via di una giornata difficile per la ricezione delle radioline. In ogni caso la sua azione è pazzesca, di rara bellezza, di sublime classe. Cose da Tour, che qui si rinnovano di tappa in tappa, con atleti di livello assoluto, che anche in tappe transitorie decidono di dare spettacolo sempre e comunque, perché sempre e comunque sono campioni.
Arnaud DE LIE. 7,5. In riserva di risultati, decide anche lui di andare all’attacco, per dare un senso al suo Tour. Sceglie una tappa non banale e per lui certamente complicata, ma ne esce con buone indicazioni.
Wout VAN AERT. 5. Segue come un’ombra Mathieu, ma alla fine l’olandese fa quello che vuole e il belga quello che può.
Davide BALLERINI. 6,5. Il 30enne corridore della XDS-Astana ci prova subito, pronti via, con Jonas Abrahamsen (Uno-X), che andrà a vincere, e Mauro Schmid (Jayco-AlUla) che si giocherà la tappa nella volata a due. L’azzurro prova a lottare e lo fa per un piazzamento (10°) che in ogni caso ha il suo valore.
Ben HEALY. 7. Corre con lucidità e autorevolezza. Cade Pogacar e lui va in testa al gruppo a chiedere di non attaccarlo. Il gruppo gli da retta.
Tadej POGACAR. 5. Nel finale si distrae, si arrota e cade: banalità, ma non è mai bello.
Jonas VINGEGAARD. 6,5. Anche ieri i calabroni non si sono risparmiati: hanno ronzato attorno al campione del mondo con ossessiva continuità, cercando di fargli saltare i nervi. Alla fine lo sloveno va per le terre, chissà se per diretta conseguenza di questo tormento. Una cosa è certa, dopo tanti scatti e scattini, domani ci sono i Pirenei: fine dei dispetti, fine del solletico