CHAVES: «SOGNO IL PODIO VIVENDO GIORNO PER GIORNO»
PROFESSIONISTI | 04/05/2018 | 14:23 Esteban Chaves chiacchiera con Simon Yates in attesa che la sua Mitchelton Scott venga chiamata sul podio di presentazione delle squadre. Sorride, è tranquillo, non sembra così turbato dal fatto che pochi stanno considerando la sua presenza a questo Giro d'Italia 2018.
Il colombiano si è piazzato secondo due anni fa, sconfitto soltanto da un superlativo Nibali in rimonta e ha vissuto un anno molto complicato nel 2017. Ma questa stagione è iniziata in modo confortante, con una vittoria di tappa e nella classifica generale in Australia, all'Herald Sun Tour. Abbiamo scambiato alcune parole con il 28enne scalatore, ecco le sue impressioni. Come ti senti? Sei stato poco citato in questi giorni «Sto bene, fa caldo qui e mi piace. Se sono in forma? Non lo so, te lo dico fra un mese! È sempre difficile quantificare la propria condizione perché noi corridori non siamo macchine, non possiamo farci analisi che ci restituiscano risultati precisi. Ci sono strumenti di misurazione che ci danno l’idea, quello sì, ma la realtà può essere lontana da quei dati».
Come affronti questo Giro? «Cerco di stare tranquillo, vivere giorno dopo giorno. Le tre tappe qui non saranno semplicissime, il caldo si farà sentire e ci sarà vento. Anche la crono sarà complicata, la classifica andrà a delinearsi da subito. Ma questo è il bello del Giro».
Le conosci tutte le salite che si andranno ad affrontare? «Qualcuna la conosco bene altre sono nuove per me. Al Giro bisogna essere sempre concentrati tutti i giorni dall’inizio, perché può esserci sempre un imprevisto, anche la pioggia, ma le montagne saranno molto dure come sempre è successo al Giro».
La tua squadra ha tanti ottimi corridori come te, Yates e Kreuziger «Tutta la squadra è competitiva, c’è anche Nieve, ad esempio. Vogliamo lavorare tutti insieme e raggiungere più risultati possibili pensando al team e non al singolo».
Il sogno è il podio? «Speriamo, ma voglio parlare sempre di squadra e non di singolo, perché il ciclismo non è uno sport individuale».
Ti trovi bene in questa nuova squadra? «Molto bene, è una squadra bellissima, diversa da tutti, sono i numero uno».
L’anno è iniziato bene coi risultati col successo in Australia, come ti sei preparato a questo Giro? «Sono stato un mese in Colombia in altitudine e a casa. Ci si allena bene lì non tanto perché è in Colombia ma proprio perché è a casa, dove sei più sereno e rendi meglio».
Se forse non hai ricevuto troppe attenzioni, questo può essere anche un vantaggio, perché ti ha lasciato meno sotto pressione «Sicuramente. Meglio essere calmo, fare le cose semplici che sono le migliori per la vita».
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