PROFESSIONISTI | 16/08/2017 | 07:23 Fabio Aru è pronto per la campagna di Spagna, per tornare a battersi nella corsa che nel 2015 lo ha definitivamente consacrato tra i grandi delle corse a tappe. Dopo il quinto posto ottenuto al Tour de France, Aru ha ricaricato le batterie e si prepara ad una nuova battaglia che lo vedrà opposto a Froome, Bardet, ai gemelli Yates e un nuovo avversario, straconosciuto, che affronterà per la prima volta in una grande corsa a tappe: Vincenzo Nibali.
Alla vigilia della partenza, il Cavaliere dei Quattro Mori si è confidato con Cosimo Cito di Repubblica e questi sono i suoi pensieri.
Che sensazione sarà correre contro Nibali? «Vincenzo è un amico, ma anche un avversario forte, uno di quelli da battere. Niente più, in corsa, che un avversario, perché in gara non esistono amicizie, al massimo alleanze. Sono pronto a giocarmela anche con lui».
Pronto anche per rivincere la Vuelta? «Mi scoprirò tappa dopo tappa, non posso fare programmi o previsioni. So che sarà la solita corsa terribile, la più dura delle gare a tappe del 2017, la solita Vuelta con arrivi in salita da subito, sforzi brevi e intensi, pochi tapponi, ma molte tappe con finale al 20%».
Ha scelto, per la prima volta in carriera di non fare un periodo di stage in altura alla vigilia di una grande corsa a tappe. «Mi sono preparato a casa, a Lugano, ho ricaricato le pile e badato anche a me stesso, pur restando attento all'alimentazione e ai soliti particolari. Uscite costanti, ma senza carichi eccessivi. Uscire dal Tour ti dà comunque una condizione di base. Al Tour mi sono piaciuto, ho risposto bene, ho corso come dovevo. Abbiamo perso nello stesso momento Cataldo e Fuglsang e questo ha cambiato le carte. Ma quando ho vinto la Vuelta, abbiamo corso praticamente dall'inizio in sette, con un grandissimo spirito di squadra. Nelle condizioni in cui eravamo non potevamo fare di più».
E ancora: «I miei rapporti con l'Astana comunque non erano tesi prima e non lo sono adesso. Stiamo studiando, io e il mio avvocato-procuratore, una soluzione per il futuro, presto si saprà tutto. Intanto però c'è questa Vuelta e ho a disposizione un'ottima squadra, con un giovane di prospettiva come Lopez, diversi scalatori, un uomo squadra come Luis Leon Sanchez. Ho tutto per fare bene. Il futuro inizierà dopo Madrid, anzi dopo il Lombardia, il mio ultimo traguardo stagionale".
Aru lascia quella squadraccia e trovane una che crede in te che ti fa una squadra forte dedicata e pretendi un ingaggio degno dei tuoi meriti....mica ce ne sono tanti di campioni per corse a tappe
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