PROFESSIONISTI | 16/05/2017 | 07:50 Ieri nel corso del secondo giorno di riposo del Giro d’Italia sulla bocca di molti in carovana c’è stata la Polstrada, impegnata per garantire il regolare svolgimento della manifestazione e, suo malgrado protagonista, della tappa con arrivo al Blockhaus. Giuseppe Bisogno, alla quarta edizione in rosa come direttore della polizia stradale, ci ha raccontato il prezioso e difficile lavoro che con i suoi uomini svolge nel corso delle tre settimane di gara. Quante persone avete impegnate al Giro100? «Alla scorta della carovana sono deputati 40 elementi, tra uomini e donne. Abbiamo a disposizione 26 motociclisti, 6 autovetture con conducente e capo pattuglia, più un furgone officina che serve per soccorrere i mezzi, le moto in particolare».
Vi sono differenti ruoli in corsa? «La funzione essenziale è quella di assicurare l’ordine e la sicurezza pubblica per tutto il corso della manifestazione, dall’inizio alla fine di ciascuna tappa, per questo da Alghero a Milano il nostro gruppo non cambia. L’autovettura del comandante della scorta coordina le operazioni. Nell’ordine di norma abbiamo 3 moto caratterizzate da una bandierina di colori diversi. Quella verde distingue il mezzo che precede il primo corridore di circa 1 km, quella gialla il collega che sta in prossimità dei primi corridori e quella rossa identifica la moto che chiude la corsa insieme al furgone meccanico. Nel corso di tutto il convoglio sono presenti altre moto che devono garantire strada libera a ogni gruppo o singolo corridore attardato».
Peccato per l’incidente di domenica… «Al riguardo si è già detto di tutto e di più. A mio avviso l’interpretazione più lucida è stata quella di Mikel Landa, campione della Sky, coinvolto nella caduta. Meglio di lui chi poteva giudicare? Colgo l’occasione per stoppare un’altra polemica: il servizio che garantiamo al Giro è analogo a quello offerto a qualsiasi altra manifestazione sportiva perciò è gratuito. L’unica differenza è che l’organizzazione assicura vitto e alloggio agli uomini della scorta. Non siamo pagati per garantire la sicurezza pubblica, semplicemente per il tipo di evento questa accortezza è giustificata per poter garantire continuità di uomini tra una tappa e l’altra. Se così non fosse a ogni cambio di provincia dovremmo cambiare scorta».
Ma come?Ieri il grande capo Sgalla ha riconosciuto che la colpa é stata del poliziotto,oggi questo bisogno(il nome è tutto un programma)ci racconta che è colpa di Kelderman?Chieda scusa ai corridori,piuttosto,e prenda a calci nel sedere uno dei suoi 40 eroi.
per favore
16 maggio 2017 22:00comm65
Ma per favore abbiate il coraggio di dire quanto percepite da Rcs oltre allo stipendio normale + indennità di missione.
Di motociclisti "fenomeni" poi finiti nei fossi o contro paracarri ne abbiamo già visti nelle precedenti edizioni.
Purtroppo è capitato più di una volta che alcuni motociclisti impegnati nella corsa rosa siano stati alla loro prima esperienza in una gara ciclistica. Ma anche questa è Italia.
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