LTDL 2017. BERNAL: «Una tappa che merita attenzione». AUDIO

PROFESSIONISTI | 25/02/2017 | 03:02
Egan Bernal ha solo 20 anni, ma ci sono grandi aspettative su questo talento colombiano sbocciato in MTB e trasferito alla strada con un contratto importante (4 anni) con la Androni Giocattoli. Lo abbiamo intervistato alla partenza della quarta e - verosimilmente - decisiva tappa del LTdL 2017.

Da Seri Manjung si arriva infatti in cima a Cameron Highlands dopo 174.4 km. Certo, non sarà il Mortirolo, ma qui in Malesia ha sempre fatto la (piccola) differenza per determinare la classifica generale. Ecco le parole del classe ’97, che quest'anno ha già vinto la classifica giovani al San Juan in Argentina e che, a 17 anni, conquistò l'argento ai Mondiali MTB juniores a Nourega 2014 e di bronzo a Andorra l’anno seguente.

Come ti senti alla partenza della tappa decisiva?

«Oggi la tappa più dura e difficile in quanto ad altimetria e speriamo di fare bene, è una frazione che si deve prendere con attenzione, ma penso che siamo pronti per disputarla».

Hai studiato la salita? Servirà un ritmo alto per renderla più impegnativa

«Sì, mi hanno detto che la salita non è troppo difficile, ma anche le altre squadre come la Manzana Postobon la possono affrontare con un ritmo elevato per poter raggiungere l’obiettivo. Io non l’ho mai provata, ma i miei compagni mi hanno confermato che può arrivare anche un gruppetto di dieci corridori, dipende tutto dal ritmo. Oggi non mi sento proprio al meglio, ho un po’ di mal di stomaco, vedremo come starò in gara per organizzarci».

Chi sono i rivali da tenere sott’occhio?

«Secondo me il colombiano Jaramillo della UnitedHealthCare, i due corridori della Dimension Data (Niyonshuti e Debesay, NDR) e quelli della Manzana Postobon (Orjuela e Suaza Arango hanno solo 17’’ in classifica alla partenza, NDR), sono loro che ho visto finora pedalare meglio».

Quando hai iniziato a correre e quanto la tradizione di famiglia ha influito?

«Mio papà era ciclista di strada, io ho iniziato a pedalare a cinque anni e a otto anni ho disputato la mia prima gara in MTB e ho proseguito fino a 18 anni, poi a 19 anni ho firmato il contratto con la Androni»

Come va la tua passione per la scrittura, volevi diventare giornalista, è vero?

«Sì, volevo ma non ho potuto per via del ciclismo. Molti mi dicevano che era possibile scrivere e pedalare, ma non ci sono riuscito perché dovevo mettere l’attenzione o qui o lì. Così ho lasciato l’università e mi sono dedicato alla bicicletta, dopo aver conquistato il secondo posto ai Mondiali ho pensato ‘Ora basta studio, solo il ciclismo!’. Però leggo molti libri».

Cosa stai leggendo in questo momento?

«In questo momento preciso niente, ma solitamente ne ricevo molti in regalo perché la gente sa di questa mia passione e quando posso leggo molto».

Magari a fine carriera riprenderai la passione per la scrittura e per il giornalismo?

«Non so, manca ancora tanto (ride, NDR), speriamo di sì».

Da Seri Manjung, Diego Barbera

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