STORIA | 11/01/2017 | 07:07 Ma ve lo immaginate un corridore che, siccome non lo facevano correre abbastanza secondo i suoi desideri, prendeva a gavettoni di acqua il suo direttore sportivo?
Ma ve lo immaginate un corridore che, siccome era convinto che la vita fosse soltanto questa aldiqua e non aldilà, di donne non ne lasciò mai perdere una?
Ma ve lo immaginate un corridore che, siccome era arrivato insieme al suo capitano Eddy Merckx, la sera a cena il general manager insorse tuonando: “Qui di capitano ce n’è uno solo, da domani tutti pompa e palmer”.
Tino Conti – il privilegio del nome e cognome, sempre, come per Ercole Baldini e Gastone Nencini – aveva il dono di accendere le corse, fin dall’esordio. Nibbiono, provincia di Lecco-Como e aria di Brianza, era divisa fra lui e Ernesto Donghi. Poi Tino, abbreviativo del più impegnativo Costantino, a sua volta diminutivo del più partecipativo Costante, prese il volo: a 22 anni, conquistò due ori ai Giochi del Mediterraneo (in linea e nella cronosquadre), una tappa e il secondo posto finale al Tour de l’Avenir. Era il 1967. Sembrava predestinato. “Passai professionista nella Faema convinto di poter giocare le mie carte. Era il 1969: general manager Giacotto, direttore sportivo Vigna, capitano Merckx. Vinsi il Giro delle Marche, prova valida per il Trofeo Cougnet. Poi il Giro d’Italia. In classifica ero sesto o settimo quando, alla decima tappa, la Potenza-Campitello Matese, 254 chilometri, otto ore in sella, attacchi e contrattacchi, a un certo punto mi trovo nel gruppo davanti a quello di Merckx, che poi rientrò. Fu lì che la sera Giacotto tuonò: ‘Qui di capitano ce n’è uno solo, da domani tutti pompa e palmer’. Non mi restò che uscire di classifica”. E poi di squadra.
Un’odissea, quella di Tino Conti. Faema nel 1969, Scic nel 1970 e 1971, Zonca nel 1973 e 1974, Furzi nel 1975, Magniflex nel 1976, ancora Zonca nel 1977, Gis nel 1978. Fu anche un’iliade, quella di Tino Conti. Tra compagni e avversari, tra direttori sportivi e commissari tecnici, Adorni come Agamennone, Merckx come Achille, Gimondi come Ettore, Bitossi come Aiace Telamonio, Moser come Euripilo.
Eppure: una dozzina di vittorie, fra cui Tre Valli Varesine, Giro di Toscana e Giro della provincia di Reggio Calabria e due volte il Gran premio Industria e Commercio di Prato. Eppure: un quarto e un ottavo al Giro d’Italia, un quarto alla Sanremo e un terzo al Lombardia, e soprattutto una medaglia di bronzo ai Mondiali (nel 1976: e la foto-ricordo campa sul suo profilo Facebook).
Tino Conti che da piccolo “bevevo l’acqua dal tubo del giardino, mangiava pane e olio, pane e burro, pane e zucchero, andava a scuola e poi fuori a giocare fino al tramonto. Tino Conti che “le tattiche servivano a poco”, che “l’importante è non pensarci”, che “l’allenamento è fondamentale, la sera devi sentirti stanco ma essere soddisfatto”, che “fare il professionista non è mica una cosa per tutti”. Tino Conti che “Merckx era una Ferrari, noi una Cinquecento”, che “Merckx aveva una capacità di recupero spaventosa, gli bastava il tempo di asciugarsi e sarebbe potuto ripartire, noi il giorno dopo eravamo ancora stanchi”, che “eravamo in Spagna, la corsa era il pomeriggio, lui primo e io quarto, ma la mattina ci aveva costretto a fare cento chilometri, e lo avevamo maledetto”.
Tino Conti che “il Giro è più duro del Tour, ma la gente crede il contrario”. Tino Conti che ha regalato la maglia di leader della montagna del Giro di Svizzera 1974 e il trofeo conquistato al Giro di Toscana 1975 al Museo del ciclismo di Roeselare. Tino Conti che la conta giusta.
Mattia Gaffuri ce l'ha fatta e sbarca nel WorldTour: nelle prossime due stagioni vestirà la maglia del Team Picnic PostNL. In arrivo anche il francese Henri-Francois Haquin che indosserà la maglia a due strisce per il 2026. Gaffuri si è...
Il Ciclismo Giovanile è il libro scritto dal dott. Davide Marceca di cui è anche autore. Racconta di piccoli atleti, dei loro sogni, del loro entusiasmo, di gioie e delusioni, di cadute e di riprese, di educazione sportiva e non...
Arriva il passaggio al professionismo con la maglia della MBH Bank Ballan CSB Colpack anche per Christian Bagatin, potente passista di Orino, in provincia di Varese, nato il 14 giugno 2002. Ragazzo solare ed espansivo, è anche ideatore del podcast Fuori dal...
Prologo presenta oggi RAION, la nuova sella che va ad ampliare la già ben allestita gamma All-Road. Realizzata con materiali riciclati e dotata di un riuscito equilibrio tra comfort, versatilità e sostenibilità, conferma la concretezza di Prologo per quanto riguarda la sostenibilità....
“Nome omen” direbbero gli antichi Romani ed è nel nome che si avverte il destino di questa nuova bici Merida. Mission, ecco a voi la nuova gravel sviluppata per compiere una sola missione, ovvero domare le competizioni più dure e veloci...
In salita attaccava, scattava, staccava. In salita voleva, valeva, volava. In salita era libero, leggero, forse felice. In salita era a suo agio, a suo modo, a sua immagine e somiglianza. In salita era in sella o sui pedali, a...
Con 7 vittorie, 14 podi e 19 top ten quella appena andata in archivio è stata, in puri termini di rendimento, la peggior stagione di Jasper Philipsen dal 2020 a questa parte. Erano cinque anni, infatti, che il velocista...
Dal 18 al 23 novembre torna in scena la Sei Giorni di Gand, conosciuta in tutto il mondo con il nome di Lotto Z6sdaagse Vlaanderen-Gent, una gara che oltre all’aspetto agonistico, conserva tutta la tradizione e il significato del ciclismo...
«Tra giardinaggio, casa e bambine, sono più impegnato ora che durante la stagione». Tranquillo e sereno, Davide Cimolai non sembra certo un corridore senza contratto per la stagione 2026. Anche perché quel contratto, in realtà, non lo sta nemmeno cercando....
Dopo la stagione 2025 trascorsa con la squadra continentale XDS Astana Development Team, Gleb Syritsa torna nel WorldTour con l'XDS Astana Team, dove gareggerà nella stagione 2026. Il corridore 25enne ha disputato un anno positivo, gareggiando sia con la sua...