ELEZIONI. NORMA GIMONDI: «PRONTA A FAVORIRE IL CAMBIAMENTO»

POLITICA | 09/01/2017 | 11:03
Di norma le figlie adorano il proprio papà e Norma Gimondi non fa eccezione. Il papà è di quelli che hanno carisma e temperamento, anche se con il passare degli anni «sono diventato molto più tranquillo e meno esigente», dice papà Felice, con gli occhi lucidi e la voce leggermente incrinata per l’emozione.
Norma Gimondi si candida alla presidenza della Federazione Ciclistica Italiana. Le elezioni saranno a Rovereto (Trento) il prossimo 14 gennaio. Quarantasei anni, avvocato civilista, da ragazzina non ha mai corso in bicicletta, anche se ha sempre avuto una grande passione per le due ruote e appena può, ancora oggi, le sue belle passeggiate o qualche gran fondo le fa più che volentieri. «Percorro più di 4 mila chilometri all’anno e ho anche scalato il Mont Ventoux…», ci tiene a precisare. È una figlia di papà, anche se alle proprie spalle, silenziosa e scrupolosa come ogni buona madre c’è Tiziana. E poi Federica, la sorella. Insomma è una figlia di papà nata e cresciuta in una bella famiglia, con la «F» maiuscola.
«So che la sfida sarà durissima, anche perché il meccanismo elettivo delle Federazioni sportive è molto particolare e complesso. È una questione di Grandi Elettori, bisogna girare l’Italia per farsi conoscere, per presentare il proprio programma – ci dice Norma -. È una sfida tutt’altro che semplice e scontata, non sarà facile battere l’attuale presidente Renato Di Rocco, che è cresciuto al Coni, che è stato per anni Segretario Generale della Federciclismo ed è presidente da tre mandati. Insomma, conosce la macchina politica-sportiva come pochi altri in Italia, ma io ce la metterò tutta per far capire che io posso portare qualcosa di nuovo in uno sport che amo profondamente. Anche papà ha lottato da par suo con un certo Eddy Merckx, quindi…».

Come le è nata l’idea di candidarsi?  
«La verità la scintilla è scoccata quasi per caso. Io non ci pensavo minimamente, però un bel giorno un gruppo di persone che da anni sono nel mondo del ciclismo me l’hanno buttata lì: “perché non ti candidi? Potresti fare molto bene”, mi hanno detto. Ci ho pensato un po’ su e ho poi deciso di mettermi in gioco».

Quale è stata la prima reazione di papà Felice alla notizia della sua decisione di provare a scalare una delle Federazioni più prestigiose d’Italia?
«Papà è un tipo di poche parole, e quando una sera gli ho detto quello che avevo in mente di fare lui ha semplicemente abbassato gli occhi e poi mi ha detto con il suo bel vocione: “Ne sarei orgoglioso. Se ne sei sicura, vai avanti”. So che in altre circostanze, a qualche giornalista, ha confidato che se fosse stato per lui mi avrebbe consigliato di lasciar perdere, ma questo penso che sia un sentimento protettivo che ha maturato dopo. Sa che sarà difficilissimo, tutt’altro che semplice, e probabilmente teme che io possa restarci male in caso di sconfitta. Ma io sono invece serenissima: darò tutta me stessa per prevalere in questa contesa».

Il ciclismo, soprattutto a cavallo degli Anni Novanta/Duemila, ha dovuto affrontare la piaga del doping e lei in più di un’occasione si è trovata a difendere corridori trovati con le mani nella marmellata. Che idea si è fatta?
«Oggi la situazione mi sembra che sia migliorata moltissimo, anche se non va assolutamente abbassata la guardia. Anche perché il doping è sempre troppo avanti rispetto all’antidoping. E non si tratta più di sostanze, ma di metodi dopanti molto sofisticati e di difficile individuazione». 

Sa che anche tra gli amatori ci si dopa sempre di più?
«Certo che lo so ed è una follia. Da noi c’è troppa esasperazione, troppo agonismo. Da noi è tutta sfida, in Francia c’è invece la cultura della partecipazione, del piacere di pedalare e stare assieme. Se vanno tolte le classifiche? Non credo che si debba arrivare a tanto».

Ma l’esasperazione c’è già anche nelle categorie giovanili…
«Per i giovanissimi il ciclismo dovrebbe essere un gioco, ma qui subentra la famiglia, gli educatori, che sono la vera causa di questa esasperazione. Occorre cambiare la cultura».

Uno dei grandi problemi, soprattutto per le famiglie, è il traffico: le strade sono sempre più pericolose e i genitori non danno volentieri i loro ragazzi alle società.
«È un problema enorme, e per superare questo è necessario investire in piste e circuiti protetti. Occorre visione e managerialità per avvicinare sponsor e reperire finanziamenti. Bisogna promuovere la mountain bike e il ciclocross che permette allenamenti protetti. Prenda Milano: la situazione è semplicemente drammatica, ma c’è la Montagnetta e lì si potrebbero ideare percorsi protetti per i ragazzini. Bisogna trovare il modo di toglierli dalla strada».

Eppure la pratica del ciclismo è in crescita esponenziale: è un vero boom. Tanti in bicicletta, anche con quelle elettriche.
«Proprio per questo dobbiamo fare qualcosa al più presto. C’è sensibilità e attenzione. La bicicletta è un’opportunità e una Federazione attenta e capace deve sfruttare al meglio questo momento. Le e-bike sono un'opportunità fantastica per avvicinare al ciclismo anche chi proprio non ci ha mai pensato».

Cosa ha in serbo di fare se diventasse la prima donna alla guida di una delle Federazioni più vecchie (131 anni) e prestigiose?
«Intanto sarebbe una novità, in un mondo che è tanto, forse troppo maschilista. In ogni caso la mia non è una sfida di genere, ma di contenuto. Vorrei migliorare la situazione del ciclismo italiano, che versa non in buonissime acque. Ci sono tante cose da fare, soprattutto a livello giovanile.  Tantissime sono le società che sono la parte sommersa del nostro movimento ma fanno tantissimo per la crescita e vanno valorizzate e aiutate. E poi i velodromi: possibile che da noi ci sia solo un palazzo dello sport coperto, quello a Montichiari? Io ho ancora negli occhi le Sei Giorni di Milano che papà correva al palazzone dello sport di San Siro, quello crollato in seguito alla nevicata del 1985. Mi piacerebbe tornare lì, a fare qualcosa che possa servire alla promozione del nostro sport e nel contempo dia la possibilità di autofinanziarci».

Punti del suo programma?
«Il primo passo è la riforma dello statuto, da realizzare attraverso la convocazione di un’assemblea straordinaria. Le priorità di questa riforma: la creazione di un consiglio di presidenza che oggi esiste soltanto sulla carta, perché all’atto pratico decide tutto il presidente; la fissazione di un limite massimo di due mandati; l’incompatibilità fra cariche nazionali e internazionali; la revisione della normativa dei comitati regionali che, attualmente, escludono regioni che non arrivano ai numeri previsti, vedi Molise; l’ammissione al consiglio federale, come semplici uditori, di rappresentanti dei comitati regionali più importanti, come Lombardia, Veneto, Toscana. Infine, di fondamentale importanza è l’introduzione di un federalismo fiscale che decentri parte delle risorse finanziarie raccolte nelle regioni più virtuose. Insomma, di cose da fare ce n’è un sacco. Io sono pronta a fare la mia parte. E poi serve una Federazione che sappia attirare le imprese e gli sponsor. Abbiamo l’assoluta necessità di svecchiare il sistema, di fare qualcosa che aiuti le squadre e gli atleti a non migrare necessariamente all’estero. Per questo serve un riforma profonda nel sistema fiscale e l’adeguamento della legge numero 91 sul professionismo che è del marzo del 1981: ha fatto il suo tempo, è a tutti gli effetti anacronistica. Oggi è tutto diverso, servono norme che adeguino i contratti dei corridori soprattutto quando vanno a correre fuori dall'Italia. Ci sono troppi vuoti normativi che si sono creati perché in tutti questi anni il ciclismo è radicalmente cambiato e non necessariamente in meglio. In questo contesto la nostra Federciclismo è rimasta invece immobile. Per queste ragioni e non solo per queste, ho deciso di fare la mia corsa. Penso di avere competenze e passione. Alle mie spalle ho anche una buona squadra: insomma, sono pronta a pedalare. La strada è in salita? È il terreno che prediligo».

Pier Augusto Stagi


ARTICOLI CORRELATI

Di Rocco: «Pronto a finire il gran lavoro fatto»
Copyright © TBW
COMMENTI
SPEREM
9 gennaio 2017 11:38 geo
Di Rocco è un tessitore di amicizie e favori: io spero che la dirigenza cambi perché sono troppi i mandati che ha assunto Di Rocco.... ma siamo in Italia, tutti si lamentano, ma nessuno vuole cambiare.

Viva il Cambiamento!!!!
9 gennaio 2017 12:06 Bastiano
Credo che il cambiamento sia crescita a prescindere, perché nuove idee, partendo da una posizione acquisita, portano necessariamente un miglioramento.
Nessuno deve aver paura di cambiare, l'unica paura che dobbiamo avere, è quella di creare le figure eterne che lo sport italiano ha avuto come regola nel passato e con risultati che tutti conosciamo.
Le votazioni sono un esercizio democratico, solo se le usiamo per esprimere cambiamento, se vogliamo restare sempre alle stesse facce, non serve votare, si danno gli incarichi a vita e si attende la chi il Signore a decidere quando si potrà vedere del nuovo. Ma quella non è democrazia, si chiama monarchia.

Norma per nuove norme
9 gennaio 2017 17:32 pagnonce
NORMA se diventerà presidente ,dia delle piste coperte ai nostri corridori,al pari dei compagni europei,nei 4 mesi meno pericolo che sulle strade,meno malattie, più opportunità di iniziare alla pari.AUGURI

10 gennaio 2017 16:04 PEDALA
iotifoNORMA#

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Elisa Balsamo ha battuto un colpo, anzi due. Questo è l’attacco scelto dalla cuneese della Lidl Trek, che da grande vorrebbe lavorare come giornalista, per questo pezzo dedicato al suo inizio di stagione. La 26enne laureata in Lettere moderne e...


Molto spesso ci capita di parlare coi corridori o coi loro dirigenti e direttori sportivi. Meno spesso capita di accendere i riflettori sulla preparazione di ieri e di oggi. Sabato scorso abbiamo approfittato del convegno Centro Ricerche Mapei Sport per...


Gianni Rossi, di anonimo, ha solo – ed è un paradosso – nome e cognome, che suonano così comuni da sembrare uno pseudonimo. Ma tutto il resto è speciale. La sua voglia, la sua curiosità. La sua effervescenza, la sua...


La pianta della città di Milano attraversata da tante linee colorate potrebbe far pensare alla Metropolitana ma, quella che vi proponiamo in copertina, non è la mappa dei treni del capoluogo lombardo bensì lo schema della “Bicipolitana” o, più correttamente,...


Un progetto sportivo ma soprattutto culturale, un interscambio che offra a tanti ragazzi la possibilità di fare esperienza in un Paese diverso, con background e culture differenti: la Bustese Olonia, storica formazione juniores lombarda, e la Fundacion Contador, nella fattispecie...


Reduce da altre due medaglie ai Mondiali di paraciclismo su pista a Rio de Janeiro, che proseguono la serie di podi iridati innescata a Glasgow tra inseguimento, scratch e omnium, la classe '96 Claudia Cretti è ufficialmente tra i cinque...


Concluso il primo trimestre con quattro successi ottenuti in Sudamerica, la Petrolike Forte Sidermec ritorna  a correre in Europa, più precisamente in Italia, dove parteciperà a: Giro del Belvedere (1/4), Gran Premio Recioto (2/4), Trofeo Piva (7/4), Giro d'Abruzzo (9/4...


Dopo le prime due edizioni che hanno marcato un crescente successo, anche nel 2024 il Giro della Franciacorta, abbinato al Gran Premio Ecotek e al Gran Premio MC Assistance, tornerà ad essere uno degli appuntamenti più attesi ed affascinanti del...


Natale coi tuoi, Pasquetta a Cantù. Lunedì primo aprile nella città comasca nota nel mondo per la produzione di mobili ci sarà un grande show ciclistico dedicato alla categoria juniores. In mattinata i maschi juniores disputeranno la quarantaquattresima Coppa Città...


Con Belleri in stato di grazia e un gruppo più che mai motivato l’Hopplà Petroli Firenze Don Camillo si candida a ruolo di favorita per le gare del prossimo fine settimana. Sarà un lungo week-end che culminerà martedì 2 aprile...


TBRADIO

-

00:00
00:00
VIDEO





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi