PROFESSIONISTI | 06/01/2017 | 17:33 Vincenzo Nibali a sorpresa su facebook regala una improvvisata conferenza stampa rispondendo alle domande dei tifosi. Tantissime le domande e i commenti, uno Squalo davvero divertito dalle osservazioni. Accanto a lui, per una parte, anche suo fratello Antonio, mentre Valerio Agnoli chattava dalla sauna cercando di mettere in difficoltà il suo capitano.
«Siamo in Bahrain dove domani abbiamo la conferenza stampa di presentazione del team e il 15 gennaio partirò poi per l'Argentina, dove mi aspetta la prima gara di stagione».
«Il calendario? Finora l'abbiamo studiato solo fino al Giro d'Italia, poi dipendere da come andranno le cose, ma al momento confermo che il Tour de France non è nei miei programmi. È il Giro del Centenario, poi passa dalla mia Sicilia, ci tenevo ad essere presente a questa corsa. La tappa di Messina? Credo che per me sarà difficile da vincere, soprattutto se ci sarà un circuito cittadino, come dicono gli ultimi rumors… La tappa dell'Etna? La conosciamo bene perché ci siamo allenati lì molte volte. Giro e Tour? Due gare completamente differenti e da italiano confesso che amo di più il Giro. La tappa dello Stelvio? Veramente impegnativa, solo arrivandoci in grande condizione si può fare un grande risultato».
«In Italia correrò anche la Tirreno-Adriatico, altra corsa di grande importanza. La Sanremo? In questo momento dico di no, senza le Manie non è adatta a me, probabilmente in quel periodo farò un breve ritiro in altura».
«Il team? C'è grande feeling e poi c'è Visconti che ci fa ridere tutto il giorno e sta contribuendo a creare un grande gruppo. Sono davvero molto contento. Qui in Bahrain ci sono 25 gradi e oggi abbiamo trovato una giornata piuttosto ventosa».
«Visconti partirà subito forte in Australia, credo che negli ultimi anni sia migliorato molto, anche se ha perso un pochino di spunto veloce. Mio fratello? È molto teso per questo esordio in un team di alto livello. Siutsou, Navardauskas, Boaro e Visconti potranno darmi certamente una grande mano nei grandi giri».
«Scarponi? Per vari motivi è rimasto in Astana, ma non è detto che in futuro non si possa correre ancora insieme. Frankie? No, non ho mai pedalato con il pappagallo che aspetta Michele ad ogni allenamento, ma prima o poi vivrò questa esperienza fantastica».
«La nuova bicicletta? Ha un telaio un po' più tradizionale rispetto alla precedente, 200 grammi più leggera e un angolo di sterzo leggermente più aperto, quindi ancora una maggiore manovrabilità. Non ho ancora provato quella con i freni a disco, lo farò presto anche perché il futuro va in questa direzione».
«Gli avversari per il Giro? Non posso dire chi temo di più tra Aru e Quintana, meritano grande rispetto entrambi. Poi mi aspetto Kruijswijk, Chaves se ci sarà, Pinot che sicuramente verrà per fare risultato, ma saranno in tanti i pretendenti...».
«La Granfondo Nibali? Ci saranno nuovi percorsi e posso dire che probabilmente saranno due le gare, una al Nord e una al Sud, sempre in provincia di Messina».
«La Roubaix? Mi piace tanto e anche se non è adatta a me almeno una volta mi piacerebbe correrla».
«I colori della divisa? Mi piacciono molto perché il blu è sempre stato il colore del mio Fans Club e il rosso è uno dei colori della mia Sicilia».
«Io più grande di Pantani? No, le nostre sono due epoche diverse. Io sono Vincenzo, lui era Marco, era un grande e voglio ricordarlo per quello che ha fatto in bicicletta».
«Le mie grandi corse a tappe? La Vuelta è stata importante perché è stata la prima, il Giro del 2013 mi ha dato un'emozione speciale perché era davvero la corsa che volevo vincere».
«La doppietta Giro-Tour? La trovo un po' impossibile, anche alla luce del fatto che il ciclismo di oggi è completamente cambiato rispetto ai tempi di queste doppiette».
«L'avversario più tosto che ho affrontato? Contador, perché ha una tipologia di corsa imprevedibile, ti può attaccare in qualsiasi momento e negli ultimi dieci anni è stato il corridore più vincente in assoluto».
«Altri tempi? Mi sarebbe piaciuto correre nell'epoca di Gimondi, perché quel ciclismo mi piaceva molto».
«Il momento più duro? Per noi scalatori sono gli ultimi quattro o cinque chilometri, perché sono quelli nei quali ci sono le maggiori variazioni di ritmo e le gambe fanno male davvero. E se in tv sembra che nessuno voglia attaccare, lo si deve al fatto che i ritmi sono altissimi».
«La salita più dura? Confermo che è lo Zoncolan, più duro del Mortirolo e dell'Angliru».
«L'alimentazione? Mi pesa curarla, perché sono una buona forchetta. Amo la pizza e tutti i piatti della mia terra, dolci compresi, naturalmente».
«Vanotti? Mi spiace non averlo più al mio fianco. Aveva scelto di seguire Fabio e non conosco i motivi per cui non ha trovato posto in Astana».
E dopo un'ora, il richiamo all'ordine: la prova dei jeans per tutti i ragazzi del team non può più attendere e il capitano del Bahrain Merida deve dare il buon esempio…
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