LUTTO | 03/11/2016 | 12:45 “Un ciclista non muore mai, è sempre in gruppo anche se non lo si vede. Nel cuore a spronarli e tirargli la volata” è una delle più belle frasi di Alfredo Martini, il vecchio saggio del ciclismo e che rivolgerebbe ai compagni, agli amici ed alla famiglia di Samuele Schiavina che sabato alle 10.30, alla chiesa di Mirabello (Fe), potranno dargli l’ultimo saluto dopo aver gioito per le sue imprese da professionista, aver condiviso con lui le pedalate dei saliscendi della vita e aver pianto per la sua scomparsa a 45 anni per un tragico incidente in moto che dopo un mese di lotta lo ha strappato alla vita.
E dopo le esequie, Samuele non sarà solo perché sarà il nonno ad abbracciare le sue ceneri al cimitero di Mirabello. “Sappiamo che era molto vicino ad alcune realtà giovanili del ciclismo – è il messaggio del cugino Claudio Branchini – chiediamo che, invece dei fiori, si faccia un offerta alla mamma o alla compagna Sonia che doneranno alle società sportive per i più piccoli. Vogliamo mantenere vivo così il suo ricordo”.
“Un anno fa ho perso mio fratello in un incidente stradale. So cosa vuol dire, non ci si da pace. Siate forti, è davvero dura, non passa mai. Pensate ai momenti belli – è il messaggio di Andrea Noè, famoso ex professionista e compagno di Samuele – era più giovane di me ma lo avevo notato tra i dilettanti e quando è passato ‘pro’ ho conosciuto un ragazzo estroverso, simpatico, di compagnia, un trascinatore ma anche un serio professionista. E’ bello ricordarlo così. I 2 anni durante i quali ho avuto la fortuna di correrci insieme alla Asics sono stati bellissimi e ne abbiamo fatte tante insieme. Ne faceva e ne combinava tante e ricordo ancora con simpatia le nostre gare sui go kart in ritiro a Maillorca. Avevo saputo dell’incidente, speravo che la stampa avesse ingrandito i fatti…non pensavo proprio finisse così. Era un amico e un compagno. Abito lontano, cercherò di venire a salutarlo”.
“Ho realizzato il mio sogno diventando un pro e ho un gruppo di amici che mi vogliono bene veramente, che mi appoggiano e che considero veri fans perché mi sostengono anche quando la bici è lenta - diceva Samuele – Sono un cittadino del mondo perché sono sempre in viaggio”.
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