Curuchet, un oro olimpico con Fiorenzuola nel cuore

| 16/12/2008 | 21:59
Il sogno di una vita Juan Esteban Curuchet l’ha realizzato all’ultima gara della propria carriera; nel velodromo olimpico di Pechino, nello scorso mese di agosto poche settimane dopo la partecipazione alla Sei Giorni delle Rose, il quarantatreenne argentino di Mar del Plata ha conquistato la medaglia d’oro nella gara madison, la specialità regina del ciclismo su pista. Le emozioni di quella giornata Curuchet le ha rivissute nel pomeriggio di martedì durante un incontro con Claudio Santi in un noto ristorante dell’elegante quartiere di San Telmo, nella capitale argentina. “L’oro olimpico – ha esordito Curuchet – che ho conquistato con Walter Perez è indubbiamente l’emozione più grande dei 26 anni della mia carriera. E’ una medaglia che per l’Argentina ha un significato particolare perché arriva da uno sport non tradizionale per la nostra nazione quale può essere il calcio, il tennis o il basket e perché si è trattato del primo oro olimpico dopo quello del maratoneta Delfor Cabrera del 1952.” Insomma, il coronamento di una carriera. “Ho chiuso nel migliore dei modi la mia attività a livello internazionale; vincere i Giochi Olimpici era il mio sogno e l’ho realizzato alla mia ultima gara, nell’ultima possibilità e soprattutto nell’ultima volta in cui ho difeso i colori della mia nazione.” Il dopo olimpiadi per Curuchet è stato un continuo susseguirsi di feste e riconoscimenti l’ultimo dei quali il “Premio Clarin Deportivo” indetto dal noto quotidiano argentino che ogni giorno vende 600.000 copie in tutto il mondo. In questa giostra di interviste, premi e servizi fotografici Curuchet si prepara ad affrontare nuovi e importanti impegni. “Fino al prossimo aprile parteciperò ad alcune gare in Argentina, quindi dal mese di maggio ricoprirò a tempo pieno il ruolo di Ministro dello Sport della Provincia di Buenos Aires. Ho accettato volentieri la proposta del Governatore Daniel Scioli per poter mettere a disposizione dello sport e dell’Argentina la mia esperienza.” Durante l’incontro Gabriel, ora presidente della Federazione Ciclistica Argentina, e Juan Curuchet hanno invitato ufficialmente Claudio Santi ad intervenire, come direttore di gara, alla corsa d’addio del campione olimpico in programma nel mese di aprile a Mar del Plata; un invito che rafforza ulteriormente i rapporti tra i fratelli argentini e l’organizzatore piacentino che conobbe questa terra nel 2002 dirigendo proprio l’ultima gara alla quale partecipò Gabriel Curuchet. “All’Italia sono particolarmente legato – prosegue Juan Curuchet – per diversi motivi. Nella mia medaglia d’oro c’è un po’ d’Italia; Fausto Pinarello ha creduto nel mio sogno e mi ha sempre supportato con grande generosità, a Fiorenzuola quest’anno ho rifinito la mia preparazione in vista dell’appuntamento olimpico e lì ho potuto osservare da vicino i miei avversari a poche settimane dai Giochi.” Fiorenzuola ha un posto privilegiato tra i ricordi del campione olimpico che tra pochi giorni incontrerà a Josè C. Paz il piacentino Attilio Pavesi, oro olimpico nel 1932. “Porto nel cuore Fiorenzuola e la sua sei giorni. L’organizzazione è ottima ma la cosa che più mi appassiona è l’entusiasmo con il quale il pubblico segue le gare. Nel vostro velodromo ho trovato persone che conoscono con grande competenza il ciclismo su pista ed è bello vedere quanta gente segua questa manifestazione. In un momento in cui le sei giorni su pista in inverno stanno accusando un calo a livello di seguito Fiorenzuola rappresenta indubbiamente una piacevole eccezione.” Juan Curuchet nel corso della propria carriera ha vinto tutto ciò che c’era da vincere; l’oro olimpico è il picco di un ruolino di marcia che vanta anche una maglia iridata nella madison nel 2004, 15 vittorie in prove di Coppa del Mondo, 12 medaglie mondiali (un oro, due argenti e nove bronzi), 14 campionati panamericani, 15 titoli nazionali e la partecipazione a 6 edizioni dei Giochi Olimpici da Los Angeles 1984 a Pechino 2008 (non partecipò ai Giochi di Atlanta in quanto quell’anno era tesserato come “professionista”). Sposato con Yanina e padre di quattro figli (Martin di 20 anni, Kevin di 17, Juan Ignazio di 15 e Martina di 4) Juan Curuchet ha pure scritto il proprio nome nell’albo d’oro della Sei Giorni delle Rose di Fiorenzuola. “Ho vinto a Fiorenzuola gareggiando in coppia con Giovanni Lombardi che come tecnico mi ha condotto al successo di Pechino. Ricordo che fu una grande emozione conquistare proprio in quel velodromo la mia prima sei giorni in Europa.” Nel momento di cessare l’attività Juan Curuchet rivolge il proprio pensiero anche al compagno di coppia Walter Perez. “Con Walter ho diviso gran parte degli ultimi anni, con lui abbiamo creduto nel sogno olimpico allenandoci duramente e supportando spesso anche gli oneri della preparazione. Il mio augurio è quello che lui possa trovare un compagno alla sua altezza con il quale dimostrare il suo valore in campo internazionale. Ora sarà lui il leader della squadra argentina, ha 33 anni ed ha ancora molto da dare al ciclismo.” Chi ha vissuto con uno stato d’animo particolare la conquista dell’oro olimpico argentino è stato Gabriel Curuchet, fratello maggiore ed ex compagno di coppia di Juan, attuale presidente della federciclismo argentina. “Il successo di mio fratello – spiega Gabriel – per me ha un doppio significato. Prima di tutto affettivo; so quanto mio fratello ha creduto e cercato questa vittoria, quanti sacrifici ha fatto. Da parte della famiglia ha sempre avuto il massimo appoggio e aiuto. Come dirigente posso affermare che la vittoria di Juan e Walter ha dato un impulso notevole all’attività ciclistica in Argentina. Da agosto ad oggi abbiamo registrato un incremento notevole tra i nostri tesserati; sono soprattutto i giovani che si stanno avvicinando a questo sport non d’elite e il ciclismo gode di una maggiore visibilità sui media ma soprattutto di una considerazione maggiore tra la gente.” Gabriel Curuchet non nasconde nemmeno la soddisfazione di aver conosciuto Attilio Pavesi, da 71 anni in Argentina. “Ho conosciuto Attilio Pavesi nel 2006 grazie a Claudio Santi, per me è un onore avere un connazionale adottivo qual è il vostro conterraneo al quale avete dedicato il velodromo di Fiorenzuola. Con orgoglio e con un pizzico di campanilismo posso affermare che la stretta di mano che si daranno tra pochi giorni Pavesi (98 anni) e mio fratello (43 anni) sarà la miglior dimostrazione di quanto l’Argentina offre a chi pratica il ciclismo.” Anche Gabriel Curuchet è particolarmente legato a Fiorenzuola. “La Sei Giorni delle Rose ha un posto speciale nella mia carriera. Ricordo che vi partecipai per la prima volta nel 1998, alla sua prima edizione. In Argentina si stava attraversando un periodo particolarmente difficile e Fiorenzuola ci ha accolto a braccia aperte, Claudio Santi e la sua organizzazione hanno fatto sempre il massimo per noi, dandoci la possibilità di gareggiare ad alti livelli con atleti di primo piano. Sono estremamente riconoscente a Fiorenzuola per tutto ciò. Proprio per questo con Fiorenzuola oggi c’è un legame particolarmente stretto, la miglior dimostrazione è l’affetto con il quale il vostro pubblico segue durante la sei giorni i nostri corridori da Juan a Perez, da Donadio a Colla. Insomma anche nel ciclismo come nella storia Italia e Argentina si incontrano con grande affetto.”
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