Ballan torna a Varese e riparte in moto

| 16/10/2008 | 09:48
Passare davanti all'imbocco dei Ronchi gli ha fatto risentire i brividi che lo accompagnarono al traguardo dell'ippodromo, quel pomeriggio del 28 settembre che per Alessandro Ballan (nella foto VareseNews.com) e per tanti di noi rimarrà nella storia. Il campione del mondo di Castelfranco Veneto è tornato ieri per la prima volta nella Città Giardino, in vista della partenza del Giro di Lombardia di sabato ma soprattutto per due impegni con Varese in primo piano. Se l'inaugurazione delle rinnovate Ville Ponti rappresenta la parte istituzionale, la consegna di una moto Husqvarna nel pomeriggio, sulle rive del lago, è stato il momento più divertente per il ragazzo con la maglia arcobaleno. Appassionato di motori fin da ragazzo, amante (con prudenza) del cross e dello sterrato che «ti impegna i muscoli delle braccia, quelli che sono fondamentali alla Roubaix e nelle gare sul pavé che mi piacciono tanto», Ballan ha ricevuto una Husqvarna SM 610, gioiello della categoria Supermoto, consegnatagli dal responsabile del reparto corse della casa varesina, Martino Bianchi. Maglia iridata addosso, Alessandro non ha perso l'occasione anche di una rapida visita nel reparto corse dove nascono i bolidi che domenica in Grecia cercheranno di portare un titolo iridato a Varese da aggiungere ai 72 già nella bacheca di Husqvarna. Ballan, cos'è cambiato da quel giorno a Varese? «Io dissi subito che la mia vita privata doveva rimanere uguale e spero di mantenere l'impegno. Quella pubblica invece è molto diversa da prima: ho l'agenda piena di impegni, la gente mi riconosce e durante le gare mi cerca e mi incita molto di più. E poi c'è anche un po' di stress che prima non avevo, ma fa parte del gioco». Sabato da qui scatterà il Giro di Lombardia, che di solito è un obiettivo per i neocampioni iridati. A che punto è con la preparazione? «Non mi sono potuto allenare molto, la condizione era al top nei giorni del mondiale. Comunque ho corso la Parigi-Tours che era lunga 250 chilometri, un buon test; il mio punto debole sarà il Ghisallo: se là sarò con i primi potrò fare bene. Però bisogna anche vedere come si muoverà la squadra: in Lampre abbiamo Cunego che ha vinto l'anno scorso e sta benissimo». Torniamo a Varese 2008. Cosa le è rimasto più impresso di quel giorno? E, vittoria a parte, che giudizio dà sulla settimana iridata? «Senza dubbio quelle due ali di folla che mi hanno accompagnato all'arrivo e il boato al mio ingresso nell'ippodromo rimarranno sempre impressi nella mia memoria. Sul Mondiale, io credo sia stato organizzato molto bene: ormai sono nel ciclismo da diversi anni e una struttura come quella del Cycling Stadium era davvero splendida e originale». Una curiosità: il continuare a insistere su Bettini capitano fino al giorno della gara è stata tattica o piuttosto pretattica, per ingannare gli avversari? «No, Paolo era in gran forma e l'idea di base era proprio quella di correre per lui. Poi, con la marcatura asfissiante della Spagna, Ballerini ha dato libertà a noialtri». Il 2009 di Ballan cosa prevede? «Di certo le classiche del Nord, Fiandre e Roubaix su tutte. Poi c'è il Giro d'Italia del Centenario e mi piacerebbe molto partecipare portando questa maglia, ma deciderò con la Lampre. Dopo l'estate di certo c'è la Vuelta per preparare la difesa del Mondiale». A proposito di Giro, ci saranno due grandi ritorni: quello di Armstrong e quello di Basso. Che ne pensa? «Il ritorno in gruppo di Armstrong può fare solo bene al ciclismo, perché porta attenzioni, sponsor, visibilità. Su Ivan posso dire che ha pagato ed è giusto che ritorni. Io l'ho visto in allenamento, va davvero forte e credo che sarà di nuovo sui livelli migliori». da VareseNews.com a firma di Damiano Franzetti
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COMMENTI
Meglio pedalare!
16 ottobre 2008 13:40 marcobici
Sono appassionato di ciclismo da tanti anni.
Ho anche due figlie che lo hanno praticato agonisticamente ed ora hanno smesso.
Mi sono però, purtroppo, dovuto ricredere sul mio sport, almeno per quel che riguarda l'attività agonistica.
Che senso ha seguire una gara, che sia di professionisti come di amatori non cambia, dopo tutto ciò che è emerso?
Basta, ora le trasmissioni televisive riguardanti il cicismo agonistico e le riviste che ne parlano non avranno da me nessun interesse.
E come me la pensano ormai moltissimi amici innamorati della bici.
Meglio, molto meglio, uscire a farsi un giro e pedalare, in gara con se stessi, su strade faticose che appassionarsi di agonismo senza lealtà.
Pedaliamo di più e seguiamoli mai più!!!

...e allora pedala!
16 ottobre 2008 23:01 Vlad
Quindi non perdere tempo a scrivere... vai e pedala!
Non provare a tenermi la ruota , non ce la farai mai!

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