Caso Bastianelli: cara Marta, la colpa è solo tua...

| 30/07/2008 | 11:03
Da giorni Marta Bastianelli va proclamando che alla base della sua positività ci sono solo ingenuità e buona fede. Ieri, però, la laziale ha alzato il tiro nei confronti del presidente del Coni, Gianni Petrucci: «Dimostrerò la mia innocenza e se Petrucci mi verrà a chiamare per la prossima Olimpiade gli dirò di portarsi tutti quegli atleti che sicuramente sono andati ben oltre un semplice prodotto dimagrante» (dichiarazione riportata da La Gazzetta dello Sport di mercoledì 30 luglio, pagina 25). Piccole considerazioni sparse: 1 - Petrucci fa il presidente del Coni e ha fatto benissimo a prendere una posizione dura nei confronti di una atleta convocata per Pechino. 2 - Confesso di portarmi come zavorra un “retaggio culturale” che mi spinge al rispetto per le autorità, anche quando non mi trovo in accordo con loro. È un “retaggio culturale” che si chiama buona educazione. 3 - Anche nei confronti di tutti gli atleti olimpici - di ieri, di oggi e di domani - Marta Bastianelli si comporta con zero rispetto e massima maleducazione. Atteggiamento inaccettabile. 4 - Buona fede o no, la colpa di quanto è successo è tutta di Marta Bastianelli. È lei la campionessa del mondo dello sport più controllato del globo terracqueo, è lei la numero uno di un movimento che non perdona chi sbaglia, è lei che - vogliamo credere alla vicenda della tisana per perdere peso - avrebbe dovuto chiedere consiglio non ad un pur bravo farmacista, ma al medico della sua società o a quello della nazionale, che sono pagati apposta per questo. Il ciclismo e lo sport in genere oggi non ammettono ignoranza o ingenuità. E poco importa se sul barattolino mostrato in televisione non c’è il nome del principio attivo incriminato, la fenfluramina. Anche sulle etichette del vino al metanolo, per fare un esempio, l’ingrediente “metanolo” non compariva. Eppure, ha fatto più vittime di una epidemia. Paolo Broggi
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