L’aggiornamento dei direttori di corsa dell’Emilia-Romagna, tenutosi a Bologna presso la sede della “BCC Emilbanca”, è certamente uno di quegli appuntamenti che lasciano soddisfatti per organizzazione, concretezza, serietà dei temi e qualità dei relatori, senza segni di polemica tranne un lieve e comprensibile brusio quando è capitato l’accenno all’esoso aumento del tesseramento ed il mancato ripristino della reciprocità di terzi nella copertura assicurativa. Un appuntamento a cui hanno partecipato anche i direttori di corsa delle Marche con l’invito allargato ai responsabili dei gruppi di motostaffette e ASTC, quale parte integrante di quello che viene definito il Comparto Sicurezza. Una quarantina di presenti, tutti quelli iscritti, rigorosamente accreditati e gestiti dall’encomiabile segretario Giuliano Collina.
Primo atto, il saluto di benvenuto da parte del Dott. Assuero Zampini, Consigliere della “BCC Emilbanca”, l’istituto di credito diffusamente vicino a tante manifestazioni sportive e che nell’occasione ha concesso gratuitamente i servizi della propria sede regionale con l’accogliente sala convegni.
Ad aprire lavori veri e propri, il Presidente del CRER Pierluigi De Vitis, anche lui DC in aggiornamento, a cui è spettato il gradito compito di esprimere apprezzamento per la qualità complessiva dei propri colleghi regionali e per il conseguente buon livello organizzativo delle gare, senza sottacere i limiti qua e là ancora presenti sul versante della adeguata professionalità e del saper affiancare efficacemente gli organizzatori nella progettazione degli eventi e nell’indispensabile dialogo/confronto con enti ed istituzioni.
A Nicola Dalmonte, neo responsabile della CRDCS, il compito di una puntuale prolusione ai lavori del convegno, con riferimenti allo stato regionale della categoria, con meriti e criticità, e con l’invito a riflettere sulle sempre più frequenti neutralizzazioni delle gare e alla necessità di condividere le difficoltà generali del movimento facendosi parte dirigente, anche come DC, nella definizione del suo futuro. Compresa la giusta consapevolezza di come le gare devono essere territorialmente preparate e gestite con l’indispensabile e professionale confronto con istituzioni, amministrazioni locali, forze di polizia.
Molto apprezzata e significativa la presenza di Enrico Fontana, al suo primo anno di presidente della CNDCS, felice di poter dar conto dei temi sui quali come Commissione si sta lavorando, quali: ripresa di un dialogo vero con le commissioni regionali, ascolto delle competenze migliori, collaborazione e confronto con il Servizio Polizia Stradale e quindi Ministero dell’Interno, nuove proposte per la sicurezza e CdS, ridefinizione delle responsabilità dei DC, revisione dei percorsi formativi, valorizzazione e autorevolezza del ruolo, capacità di dialogo con gli enti preposti ai rilascio di autorizzazioni ed ordinanze. Per poi, nella seconda parte dell’intervento, mettere i panni del formatore per illustrare quella che lui ha definito la principale novità di questo ultimo periodo, il nuovo art. 9 del CdS, con le sue declinazioni principali, quali: le gare “permesse” anziché vietate, l’abolizione dei nulla osta, la concertazione tra gli enti con anche le conferenze di servizi, la semplificazione e la ricomposta chiarezza di competenza tra prefetti e sindaci nella emissione delle ordinanze di sospensione temporanea della circolazione.
Del tutto inedito ed avvincente, il contributo dell’Avv. Carlo Moriconi, il quale, da remoto, ha esposto le linee di lavoro e gli obiettivi del “Gruppo Sicurezza” da lui presieduto e che il Consiglio Federale ha voluto allo scopo di una forte accelerata nella ricerca di nuove soluzioni normative che meglio aiutino la sicurezza insieme ad una ridefinizione più oggettiva dei compiti, dei doveri e delle specifiche responsabilità, principalmente dei direttori di corsa ma anche di tutte le altre figure che stanno dentro la competizione, atleti compresi.
Ecco allora l’indispensabile richiamo ad un “cambio di mentalità” per affrontare soluzioni che impediscano il latente calo della promozione, a fronte del quale, con coraggio, occorre aprirsi alla ricerca e alla sperimentazione di soluzioni e modifiche normative innovative, tra le quali: ridefinizione del perimetro della responsabilità del DC e dell’effettivo campo di gara; responsabilità e obblighi di tutte le figure coinvolte nell’ambito della competizione; classificazione e segnalazione degli effettivi pericoli di gara eccedenti il normale stato delle strade autorizzate; consapevolezza e responsabilità nelle condotte di gara; sperimentazione, nelle categorie giovanili, di abbigliamento con protezioni e obbligo per gli atleti di tenere possibilmente la destra nelle discese e nei tratti stradali indicati a maggiore rischio dalla direzione corsa; sperimentazione dell’uso di gomme a specifica pressione in determinate condizioni meteo; distanze di sicurezza rispetto agli ostacoli; responsabilità comportamentale degli atleti nell’evitare atti o condotte pericolose per sé e per gli altri; i possibili interventi disciplinari per l’osservanza delle segnalazioni fisse e mobili predisposte dall’organizzatore o dettate dal DC.
Ed infine, cosa molto sentita di questi tempi, la necessità di offrire un contributo alla giurisprudenza ordinaria e sportiva affinché le eventuali responsabilità del DC siano connesse alla valutazione “ex ante”, ovvero, della oggettiva e ordinaria considerazione preventiva dei punti pericolosi, e non “ex post”, che di converso porterebbe il DC ad essere sempre responsabile (come attualmente sta rischiando) per qualsiasi danno arrecato ai corridori, anche quando provocati dagli stessi per mancata prudenza o consapevolezza del rischio. In questo quadro, quanto mai doveroso l’accenno fatto alla recente sentenza della Corte d’Appello Federale, che annullando il giudizio di primo grado, ha dato un segnale incoraggiante di come la responsabilità del DC vada esclusa quando il fatto sia causa delle ordinarie dinamiche di gara e/o delle condotte più o meno imprudenti degli atleti.
Argomento classico di questi aggiornamenti, le “Norme Attuative”, nell’occasione affidate alla preparatissima Giulia Laghi, commissario internazionale meritatamente passata da responsabile regionale a componente la CNGG, che in modo efficace ha saputo illustrare ai “cugini” direttori di corsa, quanto indispensabile conoscere per non farsi trovare impreparati all’inizio della prossima stagione.
Per i temi della sicurezza, interessanti ed utili le testimonianze degli ASTC per bocca di Raul Turchi del Gruppo Recing Service e, per le motostaffette, di Nicola Pederzoli e Fiorenzo Zuelli, rispettivamente del Team Scorta e Scuola Ciclismo Parma. Osservazioni legate a fatti concreti, che invitano i DC a considerare maggiormente gli aspetti di: completa indicazione nei briefing pre-gara delle caratteristiche e criticità dei percorsi; gestione degli atleti attardati; la necessità di formare i giovani ciclisti con vere lezioni di sicurezza e gestione delle gare; qualità ed efficacia del personale messo di presidio; preparazione dei conducenti dei veicoli inizio gara; l’ormai inevitabile passaggio dai CB ai VHF nel servizio radio-informazione; l’annosa questione di ottenere dal Ministero competente l’assegnazione, a condizioni agevolate, di frequenze specifiche per la gare ciclistiche; una maggiore sinergia con i giudici di gara perché nelle corse nazionali ed internazionali, dove loro hanno la direzione sportiva, non si pretenda l’allontanamento intempestivo delle scorte davanti al gruppo, privilegiando il “pulito” piuttosto che l’indispensabile vigilanza nell’attraversamento dei centri abitati o altri punti a rischio traffico.
A Franco Chini, Vice presidente vicario del CRER, DC e referente della CRDCS, il compito di illustrare la casistica delle maggiori criticità determinatesi nel corso della stagione, tra le quali e principalmente, il ricorso sempre più frequente alla neutralizzazione della gara per consentire il ripristino della corretta assistenza sanitaria dopo le cadute dei corridori. Un tema davvero delicato che richiama sempre più la necessità di avere medici esperti di pronto soccorso, bravi nella prestazione immediata quanto nel valutare l’opportunità di accompagnare il traumatizzato all’ospedale, sapendo che questo comporterà l’immediata neutralizzazione della gara. Neutralizzazioni tra l’altro possibili solo in spazi di sicurezza e in determinate condizioni meteo. Tanta professionalità insomma, che porta a consigliare sempre più, almeno per le gare in linea, un minimo di due medici e due ambulanze. Possibilmente anche la realizzazione di uno specifico elenco regionale di questi medici esperti, per poterli reperire più facilmente.
Il dibattito è stato un po’ sacrificato alle ultime battute della giornata, ma c’è stato, e comunque sufficiente a fare emergere ulteriori riflessioni e proposte a cui Dalmonte nel concludere i lavori ha cercato di dare le risposte possibili, per concludere veramente con un doveroso richiamo alla interessante documentazione contenuta nella carpetta consegnata a tutti i partecipanti, in particolare gli esempi di autorizzazioni ed ordinanze rilasciate in diverse parti d’Italia, per far comprendere meglio ai DC che cosa devono ricercare e leggere per conoscere tempestivamente se l’autorizzazione concede l’impiego diretto della scorta tecnica senza doverne fare istanza alla Stradale. Oppure, altro caso, se le ordinanze dei prefetti vengono ora emesse a copertura dell’intero percorso e non più soltanto dei tratti extra urbani. Un piccolo sacrificio di attenzione alla burocrazia, generalmente poco amata, ma per i DC importante per mettere in sicurezza anche la proprie responsabilità e quelle dell’organizzatore.
“Una bella giornata, volata via in fretta”, questo il commento di molti all’atto dei saluti e dell’incamminarsi verso le auto per il ritorno a casa.
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