INTERVISTA. COBALCHINI, SCALATORE DI RAZZA CHE AMMIRA EVENEPOEL

JUNIORES | 31/10/2025 | 08:12
di Danilo Viganò

Originario di Bassano del Grappa, nel Vicentino, Andrea Cobalchini è quel che si definisce una scalatore di razza. Uno che trova di suo gradimento le salite ripide e lunghe. La stagione appena conclusa lo ha visto trionfare nella Collegno-Sestriere e nelle cronoscalate di  Cerro Veronese e di Ville in Trentino Alto Adige. Ma tra i suoi risultati di spicco ci sono anche i secondi posti nella Sandrigo-Monte Corno, Ciriè-Pian della Mussa, Corio Piano, Cima Monte Grappa, Piancavallo e nella Orsago-Cima Col Alt. Grazie a queste prestazioni Cobalchini ha acquisto una preziosa esperienza con la sua Gottardo Giochi Caneva formazione friulana diretta dall'ex professionista Ivan Ravaioli.


"Ho messo a frutto l'ottimo lavoro svolto con Ravaioli e in particolare con Dario Giovine il mio preparatore-racconta il diciottenne Cobalchini-. Il mio obiettivo era sfruttare a pieno questa stagione e diciamo che per ora tutto procede bene. Alla Gottardo Caneva sono arrivato pieno di sperenza e sono stato molto bene. Il 2024 è stato un anno invece sfortunato che non mi ha arricchito molto. Mi sono trovato male con il vecchio preparatore e ho compromesso tutta la stagione. Ora sono qui a godermi una situazione del tutto diversa e positiva".


Cobalchini continua nel suo programma di sviluppo soprattutto dopo una stagione positiva e che lo pone tra le giovani speranze del ciclismo nazionale. E' uno scalatore con un potenziale in crescita e ampi margini nelle sue capacità di resistenza in particolare sulle salite lunghe.

"Mi descriverei come uno scalatore che ama la montagna, ma mi piace anche animare le gare su terreni ondulati e competere per la classifica generale nelle corse a tappe. Non sono molto veloce ma si può migliorare. Diventare un corridore professionista è il sogno di tutti e naturalmente anche il mio. In futuro spero di poter svolgere un ruolo chiave anche nelle categorie superiori e continuare a migliorare".

Cobalchini ammira Remco Evenepoel per il suo stile e per il suo modo di correre, adora le auto e le corse di Formula 1 e se oggi è un ciclista lo deve a papà Carlo e al cugino Alessio.

"Sono stati i miei mentori. Papà ha corso fino ai dilettanti mentre Alessio è stato per parecchi anni l'allenatore del Velo Club Junior Nove la squadra con la quale ho iniziato a gareggiare all'età di 7 anni. Con mio cugino mi recai a una corsa vicino a casa e decisi di provare. Da quel momento non avevo altro in testa che la bicicletta e oggi è diventata una ragione di vita".

Classe 2007 di Bassano del Grappa, Cobalchini segue i corsi per diplomarsi online in Tecnico di Economia Aziendale integrate da una preparazione in Lingue straniere. Vive con il padre Carlo (commerciante per una industria alimentare di Cartigliano) che tra i dilettanti era riuscito a conquistare la medaglia di bronzo con il quartetto a cronometro formato da Paolo Fornaciari, Andrea Peron e dal compianto Davide Rebellin ai Mondiali Militari di Schaarsbergen (Olanda) nel 1990. Il quartetto azzurro chiuse la prova a 39" di ritardo dall'allora tedeschi della DDR Boden, Radtke, Bernutz e Koldewitz. Mamma Carolina insegna invece alle scuole elementari di Romano d'Ezzelino. Cobalchini pesa 60 chilogrammi distribuiti in 178 centrimetri di altezza. Nel 2026 correrà per una squadra Continental italiana con la quale è ancora in via di definizione.

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