
Non si tratta di omonimia. Henrique Avancini è proprio lui, “primo anno” tra i professionisti su strada a 36 anni, dopo essere stato un grande della mountain bike. Numero 136 a Kigali e unico rappresentante dei verdeoro del pedale, l’attuale portacolori della Continental slovena Factor Racing è conosciutissimo nel mondo delle due ruote per aver brillato in Coppa del Mondo di cross country e non solo.
Avancini (o meglio Herinque da Silva Avancini) si è cimentato anche nelle marathon con notevoli risultati, vincendo il mondiale del 2023, vale a dire l’anno del suo ritiro. Appena una stagione sabbatica e poi il brasiliano nativo di Petropolis ha siglato il contratto da stradista con una compagine pronta a sfruttarne l’esperienza a vantaggio dei giovani del team. Avancini non nasconde le ambizioni di trovare una piena dimensione di corridore anche su strada, dopo aver partecipato appunto al Mondiale in Rwanda: “Soprattutto volevo mettermi alla prova, l’ho fatto e sono fiero. Ho sempre desiderato gareggiare tra gli Elite, mi sono comportato bene in rapporto alla concorrenza impari, io che ho 25 giorni stagionali di corsa mi sono soprattutto soffermato sul calendario sloveno. Del resto un mondiale su strada lo disputai quando nel 2007 lo vinse Ulissi”.
Avancini si guarda lo stratosferico assolo di Pogacar dai box e risponde con il sorriso alle nostre domande. Conclude il suo selezionatore Antonio Carlos Ferreira Silvestre: “Henrique va solo applaudito, non ha concluso la prova ma ha comunque percorso 160 km. Il suo esempio farà di certo da sprone ai nostri giovani ed alla nazionale brasiliana di ciclismo su strada presente qui in Rwanda con quattro corridori. Lo sapete, Avancini è una dimostrazione di quanto in discipline come la mtb siamo al vertice, ospitando anche un doppio appuntamento della Coppa del Mondo di cross country. Ed invece per gli stradisti e le categorie giovanili serve rendere più folto il calendario”.
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