
Jasper PHILIPSEN. 10 e lode. Scaltro lui e i suoi compagni Alpecin che non pensano solo ai capelli, ma anche alle situazioni e al vento che cambia. Gli Alpecin curano i capelli, ma è chiaro che sono ragazzi che hanno anche testa: spettacolari tutti. Strepitosi nella volata, lanciano il ragazzo di Mol (come Tom Boonen) alla grandissima e lui, Jasper, vince facile una volata che facile non è. Tappa e maglia: terza vittoria stagionale, la numero 10 al Tour, la numero 54 in carriera. Che dire? Tappa per velocisti doveva essere e un velocista ha vinto. Ma cosa è successo, che tappa è stata, come hanno corso? Al Tour nulla è scritto, nulla è banale: qui c’è il meglio del mondo: dei primi venti qui sono in 17, mancano solo Carapaz e Ciccone che sono alle prese con malanni e incidenti di percorso e non c’è Del Toro, ma è giovane ed è giusto che dopo il Giro rifiati un po’. Qui c’è il meglio del meglio e basta una tappa piatta e un po’ di vento per scatenare l’inferno.
Biniam GIRMAY. 9. Alla fine non si può rimproverare di niente: lì doveva essere e lì è. Ha solo un problema: Jasper è più veloce di lui. Quando uno è più forte è salutare accettarlo.
Søren WAERENSKJOLD. 8,5. Il 25enne norvegese è lì con diversi compagni di squadra e questo è già un successo. Poi finisce sul podio: non è poco.
Anthony TURGIS. 8. Il 31enne velocista transalpino della TotalEnergies prova a infilarsi tra le maglie veloci di chi è stato bravo e veloce a rimanere davanti: questo è già un grande merito.
Matteo TRENTIN. 8. Che dire? A 35 anni è ancora lì a sgomitare, a resistere agli anni e alla velocità sempre più folle, sempre più sostenuta. Il ragazzo di Borgo Valsugana è inossidabile e ottiene un quinto posto di altissimo valore tecnico, che solo in parte ci consola.
Clement RUSSO. 6,5. Per chi arriva davanti solo complimenti, ci deve solo spiegare come mai due compagni di squadra arrivino uno 6° e l’altro 7° (Penhotet).
Tadej POGACAR. 7. Si chiama classe, su questo credo che non si possa discutere. Il vento sorprende? Lui no. Resta là, con un grandissimo Tim Wellens che fa un lavoro pazzesco.
Jonas VINGEGAARD. 7. Anche lui non dorme e anche lui è reattivo come pochi. Pimpante il danese. Pimpante e scattante. È primo sul Mont Noir, l'ultimo Gpm della tappa, così per tenersi allenato, per vedere l’effetto che fa in attesa di giorni migliori, ma questo è stato già buonissimo.
Jonathan MILAN. 5,5. Vince lo sprint intermedio di La Motte-au-Bois, poi si fa sorprendere quando c’è da fare il ventaglio. Lui che è un ciclone ma soprattutto un esordiente è costretto a guardare quelli che vanno via col vento.
Tim MERLIER. 4. Uomo di esperienza, campione d’Europa in carica, per lui la sconfitta è più sconfitta.
Remco EVENEPOEL. 4. C’è da capire con chi se la prenderà questa sera.
Primoz ROGLIC. 4. Esemplare il suo direttore sportivo Enrico Gasparotto (voto 10): cosa è successo? «Ha semplicemente dormito». Evviva la sincerità.
Simon YATES. 5. Il vincitore del Giro dice alla vigilia: «Non perderò di certo tempo apposta». Oggi arriva ad oltre 6 minuti. Li ha persi per davvero.
Ivan ROMEO. 5,5. È giovanissimo, ha soli 21 anni, ma è anche un talento: arriva ad oltre 6 minuti.
Lenny MARTINEZ. 5,5. Altro 21enne talentuoso che paga in una giornata apparentemente banale un gap mostruoso. Arriva ultimo, a quasi dieci minuti.
Filippo GANNA. 17. Avevamo altri record da centrare e rinnovare, ne portiamo a casa uno del quale potevamo fare assolutamente a meno: Filippo è il primo ritirato di questo Tour numero 112. Dopo 52 km finisce a terra con Sean Flynn. Ganna viene assistito dai medici della corsa, prima di riprendere la bici e colmare oltre 2’ di ritardo in una ventina di chilometri. Il piemontese si stacca nuovamente quando la corsa incontra una côte in pavé, il Mont Cassel. Poi si ferma, dolorante, vinto. Maledizione!
Stefan BISSEGGER. 17. Anche lui, per i postumi della caduta, è costretto ad alzare bandiera bianca.
Benjamin THOMAS. 7. Primo sul traguardo del Mont Cassell, cade e travolge Vercher. Fa una corsa d’attacco, si porta in albergo la prima maglia a pois, ma quella scivolata è da Ridolini.