
L’ultima squadra a parlare prima della partenza del Tour è la Visma -Lease a Bike di Vingegaard e Van Aert, che ancora una volta dovrà lottare per fare meglio di Pogacar per vincere il Tour de France.
Lo scorso fine settimana, Wout van Aert non ha preso parte al Campionato Belga a causa di un piccolo problema di salute, ma il suo Tour de France non è mai stato messo in pericolo e il fiammingo è pronto a partire.
«La mia malattia è stata solo un piccolo contrattempo, ma è arrivata in un momento sbagliato. Domenica riuscivo a malapena a mangiare, lunedì andava già un po' meglio. E da martedì sono tornato in bici. Ora mi sono ripreso e penso che non influenzerà la gara».
Come già detto, il belga non cercherà di conquistare la maglia verde della classifica a punti, questo è un risultato già ottenuto in carriera e adesso il suo obiettivo è la maglia gialla nella prima settimana, vittorie di tappa e, soprattutto, aiutare Jonas Vingegaard a vincere il Tour de France.
«La maglia verde non è nei miei pensieri. Sta diventando troppo difficile ottenere punti sufficienti nelle volate e sarà positivo per me correre con meno pressione, visti gli obiettivi più importanti che abbiamo nella classifica finale con Vingegaard. Mi concentrerò di più sulle tappe più adatte a me».
A van Aert la prima settimana piace molto, perché ci saranno molte occasioni di vittoria, per corridori come lui.
«Il percorso quest’anno è stato più frazionato rispetto alle ultime edizioni. Ci vorrà molto tempo prima di raggiungere le montagne e le occasioni non mancheranno. D'altra parte, la nostra mentalità rimane la stessa. Ci saranno molte occasioni per me e i miei compagni nella prima settimana, è su questo che mi concentrerò. Dopodiché, qualcosa potrebbe essere possibile in tappe dove ci saranno occasioni di fuga. Comunque mi piacerebbe vincere almeno una tappa nella prima settimana di corsa».
Per quanto riguarda l’ultima giornata di corsa a Parigi, con l’inserimento del circuito che passa per Montmartre. Van Aert non vede questa novità come un qualcosa che migliori la corsa e preferiva la passarella con arrivo in volata, come nelle precedenti edizioni della Grande Boucle.
«Non sono un grande fan della salita di Montmartre che troveremo nell'ultima tappa a Parigi. Pensavo che la tappa finale fosse già molto bella com'era prima. La gente diceva che era una sfilata, ma nell'ultima ora bisognava davvero dare il massimo per tenere la ruota e poi c'è stata sempre quella fantastica volata di gruppo. D'altra parte, ora potrebbero esserci delle opportunità per me, ma spero soprattutto di tagliare l’ultimo traguardo della corsa sano e salvo».
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