EDDY MERCKX E QUELL'IPERATTIVITA' DA BAMBINO CHE HA CONTRIBUITO A RENDERLO CANNIBALE

STORIA | 21/06/2025 | 08:11
di Francesca Monzone

Si conclude domani in Belgio la settimana dedicata ai festeggiamenti per Eddy Merckx, che lo scorso 17 giugno ha compiuto 80 anni. Tanto si è detto su questo straordinario campione e tanto ancora si può dire, ma ci sono aspetti che forse più di altri meritano di essere conosciuti e che appartengono alla sfera intima e familiare del Cannibale. Quella incredibile voglia di vincere che aveva in ogni gara ha una sua motivazione ben precisa che va ricercata negli anni in cui Merckx era un bambino e nei primissimi anni da ciclista, quando era ancora adolescente.


In pochi probabilmente sanno che Eddy Merckx era un bambino iperattivo con diagnosi di ADHD, ovvero quel disturbo di neurosviluppo caratterizzato da difficoltà di attenzione, iperattività e impulsività. Oggi l’ADHD è ben conosciuta e i bambini che ne presentano i sintomi ricevono molti supporti: va assolutamente sottolineato, che l’ADHD non ha nulla a che fare con l’aspetto cognitivo e spesso i bambini con deficit dell’attenzione e iperattività sono estremamente intelligenti.


Bisogna però immaginare un bambino iperattivo negli anni Cinquanta: Merckx quella sua iperattività non sapeva come indirizzarla e i suoi atteggiamenti venivano spesso puniti dal padre, che per placare le sue crisi aveva l’abitudine di mettergli la testa sotto il rubinetto dell’acqua fredda, oppure gli faceva sbattere la testa sul lavandino o gli dava sonori ceffoni. Quindi bisogna entrare nella testa del piccolo Eddy e capire il suo rapporto con la famiglia che mal vedeva e mal gestiva il suo essere perennemente irrequieto.

«Non sei buono a niente – ripeteva il padre al piccolo Eddy – nella vita non riuscirai mai a fare qualcosa di buono». Queste sono le dure parole che Merckx si sentiva dire di continuo da suo padre in tenera età, parole che quasi sempre erano accompagnate da atti punitivi. Tutto ciò che Merckx sentiva dire sul suo conto, con il passare del tempo scatenò un indomito bisogno di dimostrare il suo valore. Da questi episodi, è nata quella  fame che non si sarebbe mai saziata, con il desiderio irrefrenabile di dimostrare tutto quello che poteva fare e offrire. Questo suo stato doveva prima trovare l’assoluzione in casa e poi nel mondo al di fuori delle mura domestiche. Quando Eddy Merckx riuscì ad avere una bici, ebbe la possibilità di dimostrare prima di tutto a suo padre, che lui qualcosa di buono sapeva farlo e queste sue straordinarie capacita vennero immediatamente colte dal genitore, che subito divenne il suo primo tifoso.

La famiglia Merckx era umile e tutti lavoravano nel negozio di alimentari che avevano e quando il giovane Eddy riuscì a conquistare il padre, si trovò di fronte ad una madre che odiava il ciclismo per la sua pericolosità e voleva assolutamente, che suo figlio abbandonasse l’idea di diventare un ciclista per continuare gli studi.

Ma anche lei alla fine fu costretta ad arrendersi davanti a quel talento: «Se vinci la gara domani, puoi lasciare la scuola». E così accadde.  Merckx che aveva 16 anni, vinse con quattro minuti di vantaggio sul secondo classificato e poté dedicarsi completamente al ciclismo.

E’ in questo momento esatto che cambiò completamente il suo ruolo in famiglia. Lui che era sempre stato considerato l’ultimo, il bambino problematico che non sapeva far nulla, all’improvviso divenne il migliore.

Tutto ruotava attorno alla sua carriera: il cibo veniva preparato appositamente per lui, il padre gli puliva la bicicletta e persino il fratello Michel e la sorella Micheline dovevano accompagnarlo ovunque. L'impegno della sua famiglia fece sì che Eddy diventasse un vero campione. Ma quella sete disperata di farcela, la portò sempre dentro di se’. Quel desiderio di essere il migliore, il più forte e il più bravo, lo sentiva ad ogni corsa e così come da bambino aveva dovuto dimostrare al padre la sua bravura, Eddy Merckx ad ogni gara si trovava di fronte alla necessità di dimostrare a tutti gli altri il suo valore.

Il Cannibale vinceva non solo per il suo fisico straordinario, ma per delle motivazioni che sono superiori a qualunque altra forza. A dirlo è stato lo stesso Merckx ai suoi biografi e il tutto è raccolto nel libro che celebra i suoi 80 anni: “Eddy Merckx. De Ultieme Biografie”, scritta da Johny Vansevenant insieme a Merckx. In questo libro si parte proprio dalla sua infanzia e da quella sofferenza che lo ha portato a diventare il più forte di tutti.


Copyright © TBW
COMMENTI
Il miglior libro
21 giugno 2025 17:38 canepari
su Merckx...credo che sia di ClaudioGregori. IL FIGLIO DEL TUONO.
Assolutamente da leggere...!

Attenzione
21 giugno 2025 20:31 Miguelon
A non mettere statue moderne nel tempio antico. Aveva una certificazione di ADHD O
o è un'operazione postume? Non credo che a,,epoca ci fosse una diagnosi simile in Europa, forse neanche negli USA. E i genitori l'avevano, nel caso, fatto valutare?

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Poco meno di un mese fa, Mathieu Van der Poel è stato costretto ad abbandonare il Tour de France nel secondo giorno di riposo. L’ex iridato aveva sviluppato una forma di polmonite, ma adesso sta pensando seriamente di andare a...


Dopo essere stato venerdì al Circuito Franco-Belga il miglior piazzato del Team Polti VisitMalta, ieri Alex Martín è stato l’angelo custode di Giovanni Lonardi insieme a Davide Bais in una Poly Normande dominata dai corridori francesi, dove la prima bandierina...


Quando non c’è che la bici. Una bici per andare a lavorare, una bici per andare a studiare, una bici per andare a casa, o semplicemente una bici per cercare tutto questo, lavoro studio casa. Una bici per cominciare a...


L'Unione Ciclistica Internazionale ha sospeso per molestie sessuali il ciclista di enduro Edgar Carballo González. La Commissione Etica, nel provvedimento contro Carballo, ha stabilito che gli atti sessuali non consensuali nei confronti della compagna di squadra Ares Masip ne hanno...


Ferragosto da grande protagonista per Marcin Wlodarski, Juniores polacco dell'Aspiratori Otelli Alchem CWC mattatore in Ungheria nella Nation's Cup Hungary, corsa a tappe internazionale di categoria valida come prova di Coppa delle Nazioni di categoria. Dopo aver conquistato il secondo...


Tre frazioni, più di 352 chilometri da percorrere, tre gran premi della montagna e ventidue squadre al via, in rappresentanza di dodici nazioni provenienti da quattro diversi continenti. Sono i numeri del Giro Mediterraneo in Rosa, la gara internazionale di...


Gran festa per la Anicolor nella gara di casa: doppietta nella crono finale di Lisbona, con Rafael Reis a completare i 16.7 chilometri a quasi 53 all'ora precedendo di 16 secondi il compagno di squadra russo Artem Nych, che da...


Bis stagionale in Toscana per il milanese Marco Zoco del GB Team Pool Cantù, che aveva già vinto nella nostra regione il Gran Premio Sportivi Poggio alla Cavalla in provincia di Pistoia il 1° Giugno. Questa volta Zoco ha avuto...


Quando in una grande classica si parte in fuga fin dai primissimi chilometri, le probabilità di andare all'arrivo sono dell'1%. Oggi alla Classica di Amburgo 2025 questo 1% si è concretizzato nella maniera più bella e romantica possibile, con l'irlandese...


I fratelli Loris e Roberto Campagnolo, titolari della Ciclo Promo Components SPA, hanno annunciato la morte di papà Ferdinando Campagnolo, fondatore dell'azienda, avvenuta pochi giorni prima di festeggiare il 92esimo compleanno. «Il suo spirito pionieristico, la sua intraprendenza e i...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024