
Una settimana fa, sulla pista del velodromo messicano di Aguascalientes, Vittoria Bussi stabiliva il record mondiale dell’Inseguimento Individuale sui 4 chilometri facendo registrare il tempo di 4’23”.642, prestazione che si è aggiunta al nuovo Record dell’Ora (50,455,ndr) che l’atleta romana aveva stabilito lo scorso 10 maggio ritoccando il precedente record che già deteneva. Tornata in Italia lunedì, Vittoria ha raccontato a tuttobiciweb la sua avventura.
Vittoria, Record dell’Ora e Record mondiale sull’inseguimento: due primati ottenuti, obiettivo raggiunto e sfida vinta. Sei soddisfatta?
«Io per carattere non sono mai contenta. Dico sempre “potevo fare meglio” ma sono consapevole che ho ottenuto un grande risultato».
Hai sempre rimarcato il fatto che la sfida fosse stabilire i due record assieme.
«Esattamente. Non sono solo due record ma due prestazioni fatte a distanza di brevissimo tempo e, se a livello maschile una ristretta cerchia di atleti lo ha fatto, a livello femminile nessuna ci aveva mai tentato. La difficoltà non era fare il Record dell’Ora o quello dell’Inseguimento ma farli insieme e ritengo che questo possa dare modo di aprire il campo a diversi studi di fisiologia e approfondimenti sull’ allenamento. Per far capire meglio ciò che intendo faccio sempre l’esempio della atletica leggera: è come allenarsi per tentare il record della maratona e dei 1500 metri».
Parliamo dell’Ora. Rispetto al 2023 lo hai preparato o fatto qualcosa diversamente?
«Le differenze maggiori sono date dal tempo a disposizione per prepararlo: avendo come obiettivo due record così diversi ho dovuto dividere la preparazione e non ho potuto focalizzarmi solo su quello e onestamente un po’ più “pesante” quest’anno è stato».
Rispetto a due anni fa hai scelto anche un altro periodo dell’anno. Il clima ha influito?
«C’era molto caldo e trovare il momento giusto per scendere in pista non è stato facile, soprattutto nel tentativo sull’ora. Il programma era di tentare il record il 9 maggio ma poi ho rimandato perché ho sofferto tanto caldo quel giorno».
Nella marcia di avvicinamento alla sfida ci hai parlato di preparazione fisica in altura ma a livello mentale come hai affrontato il Record dell’Ora?
«Non pensando al tempo, sarei andata in tilt. Mi confrontavo in questi giorni anche con Francesco Moser che mi diceva che per lui era importante pensare al ritmo. Io ho cercato di isolarmi, di focalizzarmi su altro, ho organizzato delle playlist e messo musica in pista».
Tipo?
«Brani che dessero la giusta carica, anche qualcosa di discotecaro».
E a livello di alimentazione come si prepara un Record dell’Ora?
«Dal 2021 lavoro con il nutrizionista Marco Perugini che su di me ha iniziato un percorso importante lavorando sull’utilizzo efficace dei carboidrati. È importante sottolineare che nella preparazione dell’Ora e dell’Inseguimento mi sono preparata stando tante ore in bici. Non devono mai mancare i lunghi da quattro, cinque e anche sei ore, e la resistenza, quella è la base e deve essere forte».
Passiamo ai materiali e alla tecnica, hai lavorato su e con qualcosa di differente rispetto al 2023?
«Non abbiamo apportato modifiche importanti rispetto a due anni fa. La mia posizione in sella a Hope è sempre quella, nota per essere molto alta e compatta. Nessuna grande innovazione su materiali, ci siamo piuttosto concentrati su soluzioni che andassero bene entrambi i tentativi senza stravolgere tutto tra l’Ora e l’Inseguimento».
A proposito del record dell’Inseguimento, raccontaci un po’…
«Dopo il Record dell’Ora siamo tornati in Velodromo per preparare l’Inseguimento: fare partenze, provare. Nello specifico il giorno del tentativo dell’Inseguimento non è stato facile, all’inizio è stato un po’ pesante perché dovevo ritrovare la gamba e la brillantezza giusta. Arrivando dall’Ora ero un po’ imballata, mi sono avvicinata gradualmente a quello che poi è stato il primato».
Vittoria, adesso, tornata da Aguascalientes con due record e una doppia sfida vinta, quali sono i prossimi obiettivi?
«Per ora nessun obiettivo all’orizzonte. Ho dato tutto per questa sfida, ora devo “respirare”, ricaricare le batterie a casa e godermi ciò che ho conquistato».
Foto dai Social di Vittoria Bussi