
Una caduta a 70 km dal traguardo oggi ha stravolto completamente la sesta tappa, con la neutralizzazione decisa dalla giuria per salvaguardare i corridori. Troppi ciclisti sono finiti a terra, circa 30, e alcuni di loro sono stati costretti al ritiro.
A parlare dopo il traguardo è Mauro Vegni, direttore del Giro d’Italia, che ha voluto sottolineare la collaborazione tra tutte le parti, per trovare la soluzione migliore.
«Ai corridori abbiamo detto che avremmo rifatto una nuova partenza e posso dire che con loro non abbiamo mai avuto discussioni».
Vegni ha voluto spiegare come un asfalto bagnato ma non in modo eccessivo nelle zone del sud diventi spesso estremamente insidioso. «È per questo che abbiamo deciso di neutralizzare la tappa fino all’arrivo. nche io quando sono sceso dalla macchina ho iniziato a pattinare, era davvero molto difficile restare in piedi in quel frangente».
Le strade non avevano buche e non ci sono state imprudenze o azioni pericolose da parte dei corridori, che invece hanno dovuto fare i conti con una caduta, dove in molti hanno riportato danni.
«L’asfalto se lo vedete era bello compatto, ma si scivolava e questo accade spesso da queste parti quando piove poco. Se l’asfalto non si bagna bene, purtroppo diventa insidioso, ma ripeto non abbiamo avuto nessuna discussione con i corridori, li abbiamo ascoltati e supportati e la scelta è stata fatta in modo condiviso».