L'ORA DEL PASTO. I MIRACOLI DI CARLO ORSI E QUELLA FOTO CHE GLI HO SCATTATO IO... GALLERY

EVENTI | 31/10/2024 | 08:14
di Marco Pastonesi

Sdraiato e allungato sulla strada. Un giubbotto, o forse addirittura il tappetino del furgone a fare da coperta. Pancia in giù. Gomiti a terra. Mani dita falangi pulsante, un tutt’uno. La macchina fotografica come se fosse una colt con una sola cartuccia. Quando arrivarono i corridori, sparò quell’unico colpo, si rialzò e mi fece l’occhiolino: come dire, fatto, colpito e affondato. Clint Eastwood in “Per un pugno di dollari”, ma senza lo stuzzicadente fra incisivo e molare. Però non si era accorto che avevo estratto la mia instamatic da due lire e che lo avevo fotografato. Giro del Trentino. Per “La Gazzetta dello Sport”. Un bel po’ di anni fa.


Carlo Orsi in “Miracoli a Milano”, una mostra antologica al Palazzo Morando di Milano in via Sant’Andrea 6, curata da Giangiacomo Schiavi e Giorgio Terruzzi con l’Archivio Carlo Orsi, inaugurata ieri, aperta da oggi al 2 febbraio 2025, 140 fotografie selezionate in un archivio di 120mila negativi, in bianco e nero, stampate da lui o sotto la sua supervisione, divise in quattro sezioni: Milano, la sua Milano, indagata per 60 anni; ritratti di artisti, designer, stilisti e attori; moda e pubblicità; e reportage, dai toreri in Spagna alle sculture dell’amico Arnaldo Pomodoro, dalla caduta del muro di Berlino alle missioni umanitarie in Tibet, Uganda, Bolivia… Poco sport: ritratti di Simoncelli, Valentino Rossi, Schumacher e – volendo - Missoni. Nulla di ciclismo, anche se Orsi, proprio per “La Gazzetta dello Sport”, aveva immortalato Fiorenzo Magni e Francesco Moser, Luigi Malabrocca e Alfredo Pasotti, Pietro Nascimbene e Ambrogio Morelli, Antonio Maspes e Antonio Negrini. Ricordo anche una immagine dei Camosci Orobici, ritratti come se fossero Sioux all’orizzonte in cima a una collina. E quello scatto dei corridori al Giro del Trentino, sovrastati da una parete montana.


“Il Carlo” – così lo chiamavano i suoi, “l’Emilio” (Tadini) e “il Guido” (Vergani), “il Valerio” (Adami) e “il Granfranco” (Pardi) – vedeva la foto già prima di inquadrarla nel mirino e ben prima di schiacciare il pulsante, lui ce l’aveva già in testa. Intuito, istinto, natura, non saprei dire con precisione. Esperienza, certo, ma questo gli accadeva già quando, ragazzo, imparava da assistente di Ugo Mulas, “l’Ugo”, e questo gli sarebbe accaduto quando, stagionato, affrontava una novità. E non era fortuna, non era caso, non era improvvisazione, era proprio un sesto senso, che hai o che non hai, e di solito non ce l’hai, e lui invece sì. Ricordo come alcuni personaggi, abituati a posare, fingere, attendere, si stupissero della sua rapidità. Già finito?, domandavano, incerti se rallegrarsi per la brevità dell’impegno o rammaricarsi per la fuggevolezza della esposizione. “Foto La Rapida”, commentava lui, rinfoderando la Leica come se fosse, appunto, una colt.

Carlo Orsi detestava i salotti, preferiva i trani; evitava i convenevoli, andava al sodo; aborriva gli intrallazzi, pretendeva la sincerità; si adeguava a ristrettezze e scomodità, poi però si consegnava un premio, che fosse due fette di pane con la bologna o dieci minuti con le gambe all’aria o cinque con i piedi a mollo; era innamorato di Coppi, “il Fausto”, come se fosse stato un dio, però chissà quanto avrebbe dato per ritrarre Bartali, “il Gino”, e adesso mi pento e mi dolgo – guai ad avere rimorsi, e invece – per non aver mai combinato un incontro fra i due, sarebbe finito, ci giurerei, con un bicchiere di chianti, o anche di bonarda, e qualche sana sorridente polemica, entrambi d’accordo come fosse tutto sbagliato e tutto da rifare.

Aveva occhio, “il Carlo”. Capace di ricordare angoli e anfratti, registrare luci e ombre, non solo visive ma anche sentimentali, romantiche, erotiche, profondamente umane, memorizzare dettagli come se fosse un detective e recuperarli all’improvviso, all’impazzata. Aveva il dono dell’idea. E se non era l’idea, era un sapore o un odore o un dettaglio, appunto, che lo conduceva in porto, in porta, al gol, all’idea. Niente di studiato, o forse sì. Tutto, o molto sentito, anzi, visto, già visto fotografato e stampato. “Foto La Rapida”. La colt.

Si ha un bel dire che di fotografi così come “il Carlo” non ce ne sono più e non ce ne saranno più. Perché molto è cambiato, nella fotografia, ed è tutto diverso. Così come di giornalisti come “il Guido” non ce ne sono più e non ce ne saranno più. Perché molto è cambiato, anche nel giornalismo, ed è tutto diverso. E allora una mostra come “Miracoli a Milano” serve anche a resuscitare 140 opere, d’arte e d’artista, e dunque a far resuscitare per quasi un centinaio di giorni anche l’artista Carlo Orsi. Lì accanto ai suoi amici, a dirgli “lascia fare”, lì di fronte ai suoi personaggi, a rapirgli l’attimo eterno, lì appoggiato al bancone del bar, a farsi un cappuccio, lì vagante fuori dal Palazzo, a vedere di nascosto l’effetto che fa.

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Il presidente dell’Uci è preoccupato per i corridori. Vanno troppo forte, troppo veloci. Le biciclette sono sempre più scorrevoli, le bilance troppo frequentate, le applicazioni pronte all’uso a dire quanto hai consumato e quanto hai diritto di integrare. È preoccupato...


Avete voglia di ciclismo anche a Natale? Accendete la tv su su Sky Sport 24 alle 13 del 25 dicembre e godetevi la "prima" del  docufilm «Tadej Pogacar, il campione della gente». Siete a pranzo a quell'ora? Beh, potete guardarlo alle 16.15...


Una grande novità, una bella occasione per godersi una settimana di vacanze attive al sole della Spagna pedalando con grandi campioni. Parliamo de «I Camp Micio Bike» che dall’1 al 7 febbraio 2026 propone una settimana di pedalate in Spagna, per...


Per Wout van Aert sono passati dieci anni dalla conquista del suo primo titolo mondiale a Heusden-Zolder e ieri il belga sembrava pronto per la sua prima vittoria stagionale sullo stesso percorso. Dieci anni dopo, la storia si sarebbe scritta...


Presentato ufficialmente a Kigali, il Tour du Rwanda 2026 bussa alle porte, collocato tradizionalmente ad inizio stagione, dal 22 febbraio al 1° marzo. Eccola, dunque, una recita ciclistica resa speciale dall’eco generata dal mondiale di fine settembre, anche se per...


Avete presente quelle formule che hanno in buona parte dato ossigeno puro al mondo dell’automotive? Perfetto, proprio quelle che vi permettono di ottenere un’auto e pagarla in comode rate con annessi molti servizi per poi decidere se tenerla o cambiarla senza...


Il più fulminante è sulla boxe. “Il pugile, barcollando, va all’angolo. Crolla sullo sgabello. L’occhio sinistro è chiuso causa ematoma grosso come un melone maturo. Con l’occhio destro guarda il suo secondo e gli domanda: ‘Come vado?’, Il secondo lo...


E’ passato qualche giorno dalla bella serata, anche conviviale di venerdì 19 dicembre che, da vari decenni, in prossimità del Natale, chiama a raccolta, nell’accogliente Centro Congressi Giovanni XXIII, esponenti di spicco  del ciclismo targato BG e provincia, con agonisti...


Ormai è diventato un classico dell'ultimo dell'anno. Per la 10a volta a Ca' del Poggio Innocente “Inno” Ciciliot organizza il Giro in bici dell'ultimo dell'anno radunando tanti amici per fare del bene. 60 km sulle Colline del Prosecco Conegliano-Valdobbiadene, patrimonio...


In 27 minuti e mezzo al telefono con Pier Augusto Stagi, il "capo di Pogacar" Mauro Gianetti affronta svariati temi inerenti non solo la UAE. Dalla ricostruzione del durante e del post-Giro perso da Del Toro alle scelte e alle...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024