LA VUELTA. ROGLIC: «NON SERVIVA LA TAPPA, MA I RAGAZZI HANNO DECISO CHE FOSSE COSI'»

VUELTA | 06/09/2024 | 19:07
di Claudio Ghisalberti

ALTO DE MONCALVILLO. Straordinario Primoz Roglic. Lo sloveno spiana l’Alto del Moncalvillo, centra la settima vittoria stagionale, la quindicesima nella corsa spagnola, indossa per la quarantesima volta la maglia rossa. Soprattutto mette le mani sulla sua quarta Vuelta. Una prestazione pazzesca, quella di Roglic, capace di distruggere gli avversari su questa salita riojana. Negli ultimi 5 km è andato via a 100 pedalate al minuto nonostante la pendenza sopra il 10 per cento. Dopo ogni curva, da gas, entra in coppia e va via. Una moto.


E pensare che Patxi Vila, il diesse della Red Bull, annacquava le attese per la tappa odierna: “Tutti ci hanno criticato per la tattica nella tappa di Yunquera (la 6a, ndr) quando abbiamo lasciato la maglia a O’Connor. Ma da allora quanti metri abbiamo tirato? Zero, e anche oggi sarà così e lasciamo andare la fuga. Questa scelta l’abbiamo fatta per un motivo ben preciso, per avere tutta la squadra fresca domani”.


Invece le cose vanno un po’ diversamente, i “tori rossi” chiudono sulla fuga e prendono la salita come se non ci fosse un domani. Felipe Martinez si mette in testa a 6,4 chilometri dal traguardo e la corsa esplode. Gli restano a ruota solo Vlasov e Roglic. Lipowitz non tiene e fa il buco, Carapaz vede i Red Bull andare via. Il russo prende il comando ai -5,6 e il gap aumenta. Quando mancano poco di 5 km Primoz va solo. Un set al computerino e via a un ritmo folle. “Non mi serviva la tappa, ma i ragazzi hanno deciso per me. A quel punto non avevo scelta, dichiara lo sloveno che la sera prima ha ricevuto la visita della famiglia e del suo manager, Mattia Galli.

Devastante lo sloveno. “Ma a essere onesto dico che ho ancora un po’ di mal di schiena soprattutto in giornate come oggi dove bisogna fare grandi sforzi. Negli ultimi chilometri l’ho sentito”.

Primoz sembra lo stesso imbattibile, però lui non considera ancora chiusa la partita. “Spero di tenere questa maglia perché abbiamo lavorato molto duramente per prenderla. È un buon risultato, mi voglio godere questo risultato e questa maglia ma mancano ancora due giorni. Domani c’è la tappa regina di questa Vuelta e anche domenica a Madrid, con la crono, non sarà una passeggiata”. Già, domani: occasione perfetta per l’impresa in maglia rossa. Per la fotografia da poster.  “Adesso non voglio pensare a domani - dice Roglic -. Il Picon Blanco l’ho fatto anche l’anno scorso alla Vuelta Burgos, ma dopo tre settimane così impegnative sarà diverso. Domani ognuna delle sette salite sembrerà lunga e pendente il doppio rispetto alla realtà”.

Mas nei giorni scorsi è stato molto brillante in salita, tanto da sembrare il più forte. Oggi era molto atteso allo scontro e ne è uscito sconfitto. “Nè io né Carapaz abbiamo reagito quando Primoz ha attaccato - afferma lo spagnolo -. Nessuno al mondo è capace di fare uno sforzo così, solo lui. Io ho preferito ragionare e mi sono anche avvicinato a 18-20 secondi ma nel finale sono esploso”. Nel 2020, qui prese 54” da Roglic e il distacco è stato confermato con i 50” di oggi. Ora lo spagnolo è 3° nella generale a 2’20” dal leader. Tra i due c’è O’Connor, che gode di 26 secondi di vantaggio. E adesso? “L’obiettivo è sempre vincere - conclude Mas - ma bisogna essere coscienti del distacco. Spero nel podio. Quella di domani credo sia una tappa più adatta a me”.

O’Connor ha provato a difendersi con i denti, ma la sua sorte oggi era segnata. Resta comunque secondo nella generale a 1’54” da Roglic e si avvia al suo miglior risultato in carriera. “Sono andato bene fino a metà salita - dice l’australiano - poi sono esploso. Ho fatto del mio meglio ma sono sorpreso di essere andato così male”. Il futuro prossimo… è in vacanza. “Ci aspettano due giorni molto importanti per il podio, ma io non vedo l’ora che venga lunedì per riposare”.

 

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