VERSO LA ROUBAIX. COLBRELLI E LE EMOZIONI DEL... RITORNO A CASA

INTERVISTA | 06/04/2024 | 10:53
di Francesca Cazzaniga

«Pedaliamo al centro della strada, la strada è fatta a dorso d’asino e ai lati è scavata dalle ruote dei trattori che hanno lasciato scie come binari di un treno, che però non emergono ma sprofondano. Vedo in me un Sonny mai visto prima, mai così determinato e aggressivo. Solo per un attimo. Poi scaccio il pensiero. I pensieri pesano. I pensieri frenano».


Queste sono le parole di Sonny Colbrelli alla Parigi-Roubaix del 2021, la corsa più aspra e imprevedibile del calendario ciclistico internazionale. Sdraiato per terra, ricoperto di fango e tra le lacrime, sporco: nel momento più sublime della sua carriera Colbrelli era sporco come quando da ragazzo tornava dalla fabbrica per poi uscire in bicicletta. Il 3 ottobre 2021 la faccia di Sonny era color Roubaix, o colore dei sogni. Le lacrime e quel sorriso di un uomo che torna bambino sono stati la cornice di un capolavoro.


Alla vigilia dell’Inferno del Nord Sonny, che in maglia Bahrain ci fece sognare (capace di essere protagonista di un 2021 magnifico, oltre alla Roubaix anche il Tricolore a Imola e l’Europeo di Trento ndr) è rientrato per la prima volta nel velodromo più famoso del mondo, quello che lo fece conoscere al mondo intero: «Sono entrato a piedi nel velodromo e ho chiuso gli occhi un attimo per rivivere tutto quello che c’è stato in quel giorno, quel 3 ottobre 2021. Avevo gli occhi lucidi, è sempre una grande emozione e un ricordo che coinvolge tante persone. Ci sono ancora oggi molti appassionati che mi scrivono ricordando la mia impresa che è rimasta nel cuore di tante persone».

Il bresciano, classe 1990,  sarà in ammiraglia al via della Parigi-Roubaix: «Abbiamo perso Mohoric (in seguito alla caduta al Fiandre ndr) che sarebbe stato il capitano insieme a Wright, ma domenica ogni corridore della squadra proverà a giocarsi le proprie carte. Sicuramente l’assenza di Matej cambierà le tattiche in corsa, bisognerà quindi correre diversamente isolando le formazioni importanti e corridori come Van der Poel».

Non potevamo non parlare dell’argomento chicane che sarà posizionata all’ingresso della Foresta di Aremberg e che in questi ultimi giorni è oggetto della discordia: «Penso che ogni corsa non dovrebbe essere modificata e la chicane di domenica potrebbe creare dei problemi: i corridori cercheranno di entrare per primi nella Foresta ma in questo modo si entrerà a basse velocità, tra i 25/30 km/h, e le pietre faranno ancora più male ai ragazzi. E’ un passaggio molto stretto dove possono passare uno o al massimo due corridori per volta e se dovesse arrivare il gruppo compatto tra il primo ad entrare e l’ultimo passano almeno 40’’, senza dimenticare il maltempo. In caso di pioggia c’è solo il rischio che questa chicane possa provocare più cadute e quindi sarà un punto in cui bisognerà stare molto attenti, sarà fondamentale non abbassare l’attenzione».

E infine una parentesi sui favoriti di domenica: «Il favorito numero uno è Van der Poel ma è anche vero che la Roubaix è una corsa difficile da interpretare e oltre alle gambe serve avere una grande fortuna. Anche Pedersen secondo me può dire la sua…».

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