FRANCESCO MOSER E I 40 ANNI DI UN RECORD CHE SEPPE RISCRIVERE IL TEMPO

INTERVISTA | 19/01/2024 | 09:49
di Pier Augusto Stagi

Quel giorno Francesco Moser seppe fermare il tempo in uno spazio ben definito. Fermò i cronometri allo scoccare dell’ora dopo aver percorso la bellezza di 51 chilometri e 151 metri. Quel record dell’ora passò in un nano secondo dalla cronaca alla storia. Pensava che prima o poi qualcuno sarebbe riuscito a fare meglio di lui, come del resto avvenne (1993, Graeme Obree, 51.596, ndr), ma per un po’ ebbe la sensazione non solo di essere un superuomo ma di essere riuscito davvero a fermare il tempo. «Invece non l’ho fermato – racconta oggi a tuttobiciweb il 72enne fuoriclasse trentino -. Sono trascorsi quarant’anni dal quel magnifico 23 gennaio 1984 e francamente mi sembrano letteralmente volati. Come incredibile mi sembrò quel volo in sella alla mia bicicletta ad asse variabile, incredibile mi sembra oggi il tempo che è trascorso».


Un record che fece epoca e che di fatto cambiò per sempre il corso della storia del ciclismo, portandolo in una nuova dimensione, quello della ricerca applicata allo sport. Per alcuni un viaggio ardito e carico di dubbi, per altri un percorso verso il futuro. Una cosa è certa: da quel momento in poi, nel mondo del ciclismo nulla è stato più come prima.


È stato davvero un uno-due da KO: due record nel giro di quattro giorni che hanno cambiato la storia del ciclismo.

«Il primo record, quello del 19 gennaio, doveva essere per tutti noi solo un test sui 20 km, anche se la fiducia era alta, perché il lavoro svolto era tanto e io stavo benissimo. Se il cronometro ci avesse dato indicazioni positive si sarebbe andati “por la hora!”, fino alla fine. Il limite da superare era quello stabilito il 25 ottobre del 1972 da Eddy Merckx: 49,432 percorsi in un’ora su una bicicletta specialissima di appena 6 kg costruita da quel mago di geometrie che risponde al nome di Ernesto Colnago. Quattordici anni dopo lo miglioravo portando il limite per la prima volta nella storia oltre ai 50 km: 50,508, per la precisione. Il secondo tentativo, quattro giorni dopo, per onorare i tantissimi tifosi italiani che erano in viaggio e non avevano potuto assistere al primo tentativo. Fu un trionfo esaltante e stordente. Un viaggio pazzesco che prolungò di fatto una carriera che per me era già in pratica chiusa».

Per lei fu davvero una scommessa.

«È stato proprio così. Come le ho detto a 33 anni non era facile reinventarsi, soprattutto per uno come il sottoscritto che ormai non era più giovanissimo e si era abituato a certi tipi di allenamenti. Ma fondamentale fu l’apporto dell’équipe scientifica della Enervit di Paolo Sorbini: grazie a loro cambiai drasticamente i metodi di preparazione e alimentazione: fummo i primi a introdurre aminoacidi ramificati e gli integratori. Grazie al professor Antonio Dal Monte, mutammo anche la concezione di bicicletta, stravolgendola: asse variabile, manubrio a corna di bue e ruote lenticolari. Oltre all’utilizzo per la prima volta dei cardiofrequenzimetri e all’introduzione di concetti di aerodinamica e di galleria del vento che fino a quel momento nel mondo della bicicletta non erano mai stati utilizzati. Fu davvero una rivoluzione».

Cosa ricorda di quei giorni?

«Il desiderio di provarci, di mettersi in gioco, malgrado intorno qualche gufo…».

Quelli non sono mai mancati.

«L’invidia è il primo nemico da affrontare, sempre».

Fu seguito da numerosi scienziati, di ben quattro Università: tra loro il già citato professor Antonio Dal Monte, ma soprattutto il discusso professor Francesco Conconi.

«Per me due persone eccezionali, che programmarono tutto alla perfezione. Per quanto mi riguarda il professor Conconi resta uno scienziato».

Polemiche nate per la pratica dell’emotrasfusione che dopo i Giochi di Los Angeles 1984 furono anche vietate dall’organismo mondiale della bicicletta.

«In quella circostanza, mi creda, nessuno trasgredì le regole».

Un record che però fu proposto prima a Beppe Saronni.

«Sì certo, ma lui rifiutò. Devo sentirmi forse in colpa?».

Poi però l’Uci, qualche anno dopo, quel record lo catalogò come “miglior prestazione umana”, togliendolo di fatto dai record assoluti, che oggi devono essere fatti con bicicletta tradizionale.

«Un provvedimento folle, anche perché le ruote lenticolari e i manubri particolari sono invece consentiti nelle cronometro su strada».

Ganna è il primatista mondiale dell’ora, che cosa gli consiglierebbe di fare?

«Premesso che Filippo è un ragazzo eccezionale e lui e il suo staff sanno perfettamente cosa fare, io spero che dopo i Giochi di Parigi si dedichi di più alla strada. Filippo ha tutto per vincere anche qualche bella classica Monumento, come la Sanremo (2° un anno fa, ndr) e la Roubaix. Prima però, migliori il suo record: così lo mette al sicuro».

Scusi, ma dopo anche le recenti polemiche e punzecchiature, con Saronni vi siete mai chiariti?

«Ci siamo visti, ma non chiariti del tutto. Siamo troppo diversi ed è meglio che ognuno di noi continui a fare la propria vita serenamente. Diventare Amici? Sarebbe un’impresa: più difficile che fare un record».

da Avvenire del 18 gennaio

Copyright © TBW
COMMENTI
Svolta epocale
20 gennaio 2024 13:17 italia
I record di Moser rientrano tra i piu belli eventi sportivi della mia vita; Francesco e l’equipe Enervit con Conconi hanno traghettatto il ciclismo nel futuro; all’epoca il ciclismo aveva bisogno di innovazione come il pane; oserei dire che come nella società il tempo, in occidente, si misura con avanti e dopo Cristo nel ciclismo per me si misura avanti e dopo Moser-Enervit-Conconi-dal Monte; dopo gennaio 1984 il ciclismo è totalmente cambiato nella preparazione, nell’utilizzo di cardiofrequenzimetri, computer nel dosaggio di integratori, nella tecnologia della bicicletta … ossia è un’ altro mondo; a quei tempi come esempio esaustivo d’estate andavo in bicicletta e per supplire alla mancanza di energie dovute al caldo mi portavo …. il pane con le alici !! Con questi records Francesco quando in futuro si faranno classifiche dei più forti corridori omnispecialità di tutti i tempi, occuperà una posizione di rilievo a distanzierà per decine di posizioni il buon Beppe, il quale rifiutando i record ha perduto una occasione mastodontica.
Comunque il record dell’ora è una specialità in cui l’Italia eccelle, ma tanto; in questo momento abbiamo i records assoluti della Vittoria Bussi e di Ganna; quello femminile è per il momento al sicuro, ma quello di Ganna è alla portata di Remco, Bigham e Tanfield; per me il più pericoloso per Pippo è Bigham in quanto ho notato che ha trovato una posizione aereodinamica incredibilmente perfetta e in altura ad Aguacaliente potrebbe migliorarlo.
Chiudo il post ringraziando l’equipe Moser-Enervit-Conconi-Dal Monte per il contributo dato al ciclismo e agli appassionati facendoci vivere dei bellissimi ricordi.
Saluti

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Va a Mattias Skjelmose la tappa regina dell’85° Tour de Luxembourg. Sfoderando un’ottima progressione nelle ultime centinaia di metri dell’impervia salita in lastricato verso il castello di Vianden, sede d’arrivo di una frazione da 311° metri di dislivello partita...


Il 12 settembre 2025, SRAM ha presentato un reclamo formale all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (BCA) belga contro l'Unione Ciclistica Internazionale (UCI), contestando il Protocollo UCI sul Rapporto Massimo. Il 17 settembre 2025, dopo aver esaminato il reclamo...


I nostri inviati sono arrivati in Ruanda e ci stanno mandando le prime immagini da Kigali, sede del campionato del mondo di ciclismo che scatta domenica. Questa mattina il nostro Aldo Peinetti ha visto gli azzurri partire dal Kigali Delight...


Non c’è due senza tre per Paul Magnier all’Okolo Slovenska. Grazie all’ennesimo sprint senza storia, lo sprinter francese della Soudal Quick-Step ha conquistato infatti anche la terza tappa della corsa a tappe slovacca, la Kežmarok-Banská Bystrica di 191.7 chilometri,...


Era rassicurante, con quella sua presenza che non passava inosservata. Un uomo di livello assoluto, compiuto e per questo ascoltato. Un vero professore che amava profondamente il nostro sport e la nostra “piccola parrocchia”, come ebbe modo di definire il...


Lorenzo Cataldo si è imposto nella quinta tappa del Tour of Poyang Lake. Il 25enne atleta della Gragnano Sporting Club ha concluso i 120 chilometri della frazione disputata con partenza e arrivo a Lianhua regolando l’estone Norman Vahtra, 28enne della...


Nuovo arrivo per la Q36.5 Pro Cycling Team: si tratta del britannico Thomas Gloag. Il 24enne ciclista britannico corre già tra i professionisti da tre anni con la Visma-Lease-a-Bike, ha disputato un Grande Giro e alcune Classiche. Nelle prossime due...


È un giorno triste per il mondo del ciclismo: se n'è andato il professore Giovanni Tredici, il "dottore del Giro". Era ricoverato all’ospedale Fatebenefratelli di Milano, aveva 81 anni e negli ultimi tempi aveva accusato qualche problema di salute. Giovanni...


Si sta componendo sempre di più il puzzle della Coppa Agostoni - Giro delle Brianze 2025, che il prossimo 5 ottobre ospiterà alcuni dei prezzi pregiati del ciclismo mondiale. A Lissone arriveranno infatti 22 squadre, 8 appartenenti al circuito WorldTour,...


È stata la prestigiosa cornice della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola a ospitare questa mattina la presentazione ufficiale del Giro dell’Emilia Granarolo e del Giro dell’Emilia BCC Felsinea – Donne Elite, in programma sabato 4 ottobre 2025, due eventi...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024