FABIO WIBMER SCENDE DALLA STREIF... IN BICI. VIDEO

FUORISTRADA | 18/01/2024 | 20:00
di Giulia De Maio

3'21“ minuti di puro spettacolo. Dovete assolutamente vedere The Streif, l'ultima impresa di Fabio Wibmer. Il professionista di mountain bike freestyle con il caschetto Red Bull si è buttato giù dalla Streif, l'iconica pista di discesa libera di Coppa del Mondo a Kitzbühel.


Il 28enne di Lienz ha emulato quanto fatto 7 anni fa da Max Stöckl, portando in questa magica follia il suo stile unico. Tramutando ogni elemento disponibile nella mitica discesa abitualmente solcata dai migliori sciatori al mondo in strumento per il suo personale parco giochi, il rider austriaco in sella alla sua Canyon ci regala uno show che lui stesso ama definire “il modo più singolare di percorrere la Streif”.


Durante la discesa ha raggiunto una velocità massima di 107 km/h, dilettandosi nel mentre in salti pazzeschi, tra cui uno di 14 metri di altezza e 36 metri di lunghezza. Tra le varie acrobazie, Fabio ha affrontato le iconiche sfide della Streif: un salto dalla torre della telecamera tv atterrando sulla Mausefalle, parte della pista inclinata all'85%, un wall ride nella parte Ausfahrt-Steilhang, ricordando l’acrobazia di Bode Miller nel 2008, e uno spettacolare backflip sull’Hausbergkante.

In occasione dell'uscita del suo ultimo video, abbiamo rivolto le nostre domande a questo atleta creativo come pochi.



Come ti è saltata in mente questa idea?

«Vivo a un'ora di distanza da Kitzbühel, sede di uno dei più grandi eventi di sport invernali in Austria, se non il più grande (inizia domani il weekend dell'Hahnenkamm, ndr). Fin da quando ero bambino ogni inverno seguivo la gara di sci e provavo a pedalare sulla neve nel mio villaggio natale. Essendo diventato un atleta professionista ho pensato di combinare le due cose: la gara di sci più pazza del mondo e la mia bici. Ho voluto provare se fosse possibile unire due cose che conosco dalla mia infanzia, il mio lavoro e la mia passione, per creare qualcosa che lasci a bocca aperta le persone».

Il momento delle gare di Hahnenkamm che ricordi particolarmente bene?

«Quando ripenso alle gare di Hahnenkamm, uno dei momenti più memorabili per me è stato il cosiddetto "wall ride" di Bode Miller nell'uscita del pendio ripido. Per me è stato fonte di ispirazione. Con il suo atteggiamento rilassato, ma anche con il talento di essere in grado di fornire una prestazione al top quando era necessario. Sono stati proprio episodi unici come questo a ispirarmi a creare il mio progetto. Ecco perché ho voluto inserirli nel video e, ovviamente, non poteva mancare il mio personale giro del muro della Streif in bicicletta».

Cosa ti spinge nel tuo lavoro?

«Mi piace sperimentare, essere molto creativo e fare cose diverse da quelle che fanno gli altri. Cerco di divertirmi sempre mettendomi in gioco con qualcosa di nuovo. Guardo ad altri sport come il parkour, la discesa libera e anche lo sci. Questo mi dà davvero molta ispirazione per i miei video, quindi penso sempre a come inserire il mio stile di guida della bici in una disciplina diversa o in cose che la gente fa in sport diversi. Con i miei progetti non ci si annoia mai».

L'ambizione di questo in particolare qual'era?

«Come per gli altri è di ispirare le persone a pensare in modo un po' diverso, a essere creative, a non porsi limiti. Mettere insieme cose che di solito non funzionano come saltare le scale su una bicicletta o portare una mtb sulla neve può aiutare a trovare un modo per risolvere eventuali problemi e pensare fuori dagli schemi. Il mio grande obiettivo in generale è portare lo sport della bicicletta a più persone e far salire in bici più gente possibile e con un video come questo posso raggiungere appassionati di sci che ancora non sanno che andare in bicicletta è davvero divertente».

La sfida più grande qual'è stata?

«Il freddo. Per me, per il mezzo, per il terreno e per i trick che avevo in mente di realizzare. Con il mio team ci siamo preparati al meglio, abbiamo studiato l'assetto delle gomme (ad ognuna sono stati applicati 288 chiodi di diverse lunghezze, ndr) e abbiamo cercato di adeguarci alla neve. A seconda del tempo e della temperatura poteva essere più morbida e causare problemi per certi salti o al contrario super dura e ghiacciata e ovviamente più pericolosa. Alla fine ce la siamo cavata e spero il risultato vi piaccia. È frutto di un grande lavoro di squadra durato quasi due anni che ha l'ambizione di superare le vostre aspettative. La mia soddisfazione più grande? Se alla fine penserete: “è ancora più bello di quanto mi aspettassi”».

 

foto: Philip Platzer/Red Bull Content Pool

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