Caucchioli: voglio far bene in Svizzera. Il Tour? Chissà
| 13/06/2008 | 16:35 Pietro Caucchioli è pronto ad iniziare il mese più importante della sua stagione: il terzo classificato al Giro 2002 si giocherà infatti, fra Tour de Suisse e campionato italiano, la possibilità di disputare il Tour de France con la maglia biancoverde della francese Credit Agricole. “Non mi è mai capitato prima di non sapere a meno di un mese da una corsa come il Tour se sarò della partita o meno. I vertici della squadra però preferiscono tenerci sulla corda fino all’ultimo, dicono che ci dobbiamo meritare la convocazione con la fatica e i risultati. Da parte mia sono tranquillo, sto bene e sono certo che con questa condizione in Svizzera e agli italiani di Bergamo potrò dire la mia: se cosi sarà a Brest il 7 luglio sarò pronto a cominciare un ottimo Tour”.
Se dal Tour si passa a parlare del Giro d’Italia, la voce di Pietro si fa cupa. “Non mi aspettavo di non andare al Giro, se non altro perché fra le squadre francesi siamo una delle più competitive e l’unica con due italiani di discreto livello, e che hanno sempre onorato la corsa rosa, come me e Angelo Furlan. Sono rimasto un po’ deluso dall’atteggiamento dei vertici della mia squadra che, dando per scontato di essere convocati, non si sono mai fatti vivi con Zomegnan al punto tale da dover essere avvisati dell’esclusione dal sottoscritto”.
Adesso è finito il tempo dei rimpianti ed è tempo di pensare al futuro, no?
”Senz’altro. Come ho già detto, se dovessi mantenere la condizione attuale potrei disputare il Tour migliore della mia vita: ho trentatre anni e non più tante possibilità di lasciare il segno. Io sono convinto di essere un corridore che nelle corse di tre settimane può fare bene, se poi da una frase del genere qualcuno capisce che pensi di essere un grande leader in grado di vincere il Tour, io glielo lascio anche credere, ma non è quello che sostengo in prima persona. Non vanno comunque posti limiti alla provvidenza: penso a Pereiro che, nel 2004 ha lottato con me fino all’ultima crono per arrivare decimo,e un paio d’anni dopo, con bravura sì ma anche una certa fortuna, si è portato a casa la vittoria…”.
Francesco Cerruti
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