L'ORA DEL PASTO. MILANO E QUELLA TARGA PER PETTENELLA, IL PISTARD SPECIALE

NEWS | 14/04/2023 | 08:11
di Marco Pastonesi

Pettenella, che per velocità – la velocità era il suo forte – era Vanni invece di Giovanni. Pettenella, che se lo chiamavi Giovanni, non solo non rispondeva, ma neanche si voltava.


Pettenella, che sembrava destinato più al calcio che al ciclismo, pulcino nel Milan, e pulcino era già un titolo gigantesco.


Pettenella, che a suo padre, ex corridore, chiese di correre, e il padre, invece di dimostrarsi felice e contento, gli fissò subito un limite, una scadenza, una urgenza, una vittoria nelle prime tre corse altrimenti ciccia, e lui. Vanni, vinse la terza.

Pettenella, che con tutto quello che avrebbe fatto, ori nella velocità da allievo e da dilettante, da campionati italiani ed europei, oro e argento olimpici, penseresti che quella prima vittoria sia arrivata in volata, macché, in salita.

Pettenella, che quelli della parrocchia – la parrocchia della pista – chiamavano, affettuosamente, il pollivendolo volante, perché la mattina aiutava i suoi, in bici o col motorino, legava una gabbietta con pulcini, anatre e ochette, andava al mercato, teneva buone le creature in un recintino con insalata e polenta, e aveva il permesso di tornare a casa solo dopo averle vendute.

Pettenella, che il pomeriggio andava a scuola, la scuola della pista, la scuola Fausto Coppi al Vigorelli, e lì a scuola girava, studiava, si ispirava, sprintava, tentava il surplace, cadeva, si attaccava alla rete, i piedi dentro nei puntapiedi, lui e la bici sdraiati, appesi, in bilico, come su una parete, e non gli restava che chiamare il Renzo, il custode, per farsi tirare giù.

Pettenella, che consapevole di non essere il più grande, quello era Maspes, di non essere il più forte, quello era Gaiardoni, di non essere il più solido, quello era Beghetto, di non essere il più furbo, quello era Bianchetto, di non essere neanche il più divertente, quello era Sante Lombardi, né il più simpatico, quello era Angelo Damiano, insomma Pettenella decise che era inutile puntare sul suo punto di forza, più utile puntare su quello che era il loro punto di debolezza. Ed era lì che semplicemente li batteva.

Pettenella, che se il suo avversario preferiva partire lungo, lo faceva partire il più corto possibile; se preferiva fare la volata in testa, gli stava davanti; se preferiva lanciarsi, lo faceva partire da fermo; se preferiva partire da dietro, faceva il surplace.

Pettenella, che vinceva le gare di velocità con l’esatto opposto della velocità: stando fermo. L’arte del surplace. Quel sabato 27 luglio 1968, Varese, velodromo di Masnago, 30 gradi all’ombra, semifinale del campionato italiano di velocità – velocità si fa per dire – contro Bianchetto, il più furbo, tre giri, davanti Bianchetto e dietro Pettenella, alla fine del primo giro il surplace, che non è staticità ma cinetica, che non è un gioco di equilibrio ma un gioco di forze e di controforze, che non è neanche un gioco, anche se può trasformarsi in un gioco al massacro, perché di una fatica massacrante. Un’ora, tre minuti e cinque secondi. Si racconta che, al primo accenno di surplace, ci furono appassionati che salirono in macchina a Milano e arrivarono a Masnago e quei due erano ancora lì, immobili, contratti, in due pozze di sudore.

Pettenella, che poi, stando a quello che sosteneva Bianchetto, approfittò di un inganno di Bianchetto, perché Bianchetto non svenne e neanche scivolò ma si buttò a terra, per far credere a Pettenella di avere la vittoria in tasca e poi bruciarlo nella seconda e terza prova. Il piano di Bianchetto, il più furbo di tutti, era geniale. Ma c’era un dettaglio che lo fregò: i medici non gli credettero e lo fermarono, niente seconda manche, a casa.

Pettenella, che un giorno la sua bottega l’aprì in via Semplicità, e che da meccanico e telaista aveva nuove idee su tubi e ammortizzatori, ma tutto con semplicità, e che avrebbero chiamato “il ciclista by night” perché alzava la saracinesca quando gli altri la abbassavano e la abbassava quando gli altri la alzavano.

Pettenella, che adesso sta in surplace al Famedio, il campo della gloria dei milanesi, nella sua squadra compagni come Peppino Meazza, calcio, Duilio Loi, pugilato, Antonio Maspes, ciclismo, e Candido Cannavò, giornalismo sportivo, cioè il giornalismo con più passione, amore, umanità.

Pettenella, che domani, sabato 15 aprile, alle 15.30, a Milano, in piazza Dergano, sarà ricordato e celebrato con una targa stradale a suo nome e cognome. Inno di Mameli eseguito dalla banda d’Affori, poi sindaco o vicesindaco di Milano e sindaco di Caprino Veronese, assessore di Milano e presidente del municipio 9, presidente della Federciclismo e presidente della Ciclisti Dergano Milano, presidente della cooperativa Abitare e console del Giappone per via dei Giochi di Tokyo 1964, direttore del Museo del ciclismo al Ghisallo, poi Saronni e Bugno, Gaiardoni e Beghetto, Vigna e De Lillo. Sulla targa è scritto, ufficialmente, Giovanni. Chissà se Vanni ci perdonerà.

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Marco Pastonesi, il poeta
14 aprile 2023 10:00 Plinio di Lato
Bellissimo articolo: Pastonesi, un fuoriclasse!

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Raffica di numeri, statistiche e spunti di riflessione dalla ottava tappa del Tour de France. 8: UN NUOVO VINCITOREJonathan Milan, un debuttante al Tour de France, ha impiegato 8 tappe per alzare le braccia per la prima volta. L'italiano ha...


Nella tappa più attesa di questo Giro d’Italia Women, UAE Team ADQ ha firmato una vera e propria impresa. Elisa Longo Borghini è la nuova Maglia Rosa al termine della durissima frazione con arrivo in salita sul Monte Nerone, dopo...


Jonathan MILAN. 10 e lode. Gliela confezionano, poi però se la costruisce, se la guadagna e se la prende con lucida determinazione. Sa che è il giorno e non può rimandare a domani ciò che si può prendere oggi. Groves...


Milan vince al Tour dopo sei anni, Longo Borghini in rosa al Giro: è il giorno dei campioni italiani. Il corridore friulano ha vinto oggi l’ottava tappa della Grande Boucle, da Saint-Méen-le-Grand a Laval Espace Mayenne (171, 4 km), riportando...


Dal Vincenzo Nibali della penultima tappa del 2019 al Jonathan Milan dell'ottava tappa del 2025: spezzato il digiuno dell'Italia al Tour de France dopo quasi sei anni! Sotto gli occhi del Ministro dell'Interno francese Bruno Retailleau, il gigante friulano della...


Ci sono volute 114 tappe, dopo quella lunghissima salita vincente di Nibali nella penultima giornata del 2019 a Val Thorens, per rivedere un italiano vincere una tappa al Tour de France. Oggi Jonathan Milan è riuscito nell'impresa, conquistando l'ottava frazione...


Tappa e maglia per Isaac Del Toro sempre più padrone del Giro d'Austria. Terzo successo di fila per il messicano della UAE Team Emirates-XRG che nella Innsbruck-Kuhtai non ha problemi a regolare l'irlandese Archie Ryan (EF Education-EasyPost), secondo a 4",...


Era la tappa più attesa da tutti ed oggi Elisa Longo Borghini ha confezionato una vera e propria impresa ribaltando il Giro e prendendo la maglia rosa. Non è arrivata la vittoria, strappata via da Sarah Gigante, la più forte...


L'austriaco Michael Hettegger, classe 2008, ha vinto il Gran Premio FWR Baron Cima Monte Grappa per juniores con partenza da San Martino di Lupari nel Padovano. Il campione austriaco su strada e della montagna ha preceduto Andrea Cobalchini del Gottardo...


Una vittoria fortemente voluta ad ogni costo quella ottenuta dalla Biesse Carrera Premac nell’edizione n. 84 del Giro delle Due Province a Marciana di Cascina in provincia di Pisa, una classica la cui prima edizione porta la data del...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024