TAFI, IL FIANDRE E QUELLE LONTANE RADICI NELLA BALDACCI FANINI

INTERVISTA | 02/04/2022 | 08:09
di Valter Nieri

Quando si parla di grandi campioni, che hanno tracciato un'epoca nel ciclismo, viene spesso fuori il nome Fanini. Tanti i csmpioni cresciuti nel team toscano - ricordiamo su tutti Mario Cipollini, Michele Bartoli e Rolf Sorensen - ma alla vigilia del Fiandre torna alla mente che anche Andrea Tafi ha militato con successo nella Baldacci-Fanini.


Andrea entrò a far parte del Team Baldacci Fanini in età giovanile e a 17 anni, da juniores, si aggiudicò nel 1983 il Trofeo Gorini che per un trentennio fu assegnato in base al miglior punteggio totalizzato nelle gare toscane, tenendo conto delle prime cinque posizioni.


«La mia prima squadra è stata la Polisportiva Pacchi - dice il campione fucecchiese - quando iniziai a correre da giovanissimo. Poi la Tranceria Stella e quindi crescendo la Baldacci-Fanini, della quale conservo bellissimi ricordi. Con questa squadra ho vinto diverse corse ed il prestigioso Trofeo Gorini. Ricordo le zone di Ponte a Egola e le premiazioni a Villa Magnolia. Elio Gorini ha fatto tanto per il ciclismo giovanile. Poi come dimenticare la grande carica di simpatia ed umanità di Lorenzo Fanini, come la passione di Pietro e Michele e la lungimiranza di Ivano che in pochi anni riuscì a traghettare la squadra fino al professionismo. Un passaggio per me avvenuto grazie a Gianni Savio che mi volle all'Eurocar-Mosoca nel 1988».

Di lui dice Ivano Fanini: «Tafi è stato uno dei più grandi campioni italiani di tutti i tempi nelle grandi classiche. Vederlo pedalare dava emozioni a non finire. La sua forza, la sua determinazione e la sua generosità in corsa erano uniche. Aver contribuito a formarlo come corridore,  è stato per me motivo di grande soddisfazione. Tafi era già da juniores uno di quei corridori che lasciavano il segno per la maniera in cui vinceva dopo aver demolito tutti gli avversari».

Da profssionista nel 91 Tafi vinse il Giro del Lazio, poi bissato e triplicato, la Parigi-Bruxelles, il Giro di Lombardia (sua prima classica monumento) e la Coppa Placci. Nel ’97 fece centro nella Coppa Sabatini e nel ’99 entrò in solitudine sul Velodromo di Roubaix aggiudicandosi quella Parigi Roubaix che lo aveva già visto secondo nel ’98 dietro al compagno di squadra Franco Ballerini e terzo nel ’96, nel famoso arrivo in parata dietro Museeuw e da Bortolami. Nel 2000 vinse la Parigi-Tours e nel 2002 dominò vincendolo il Giro delle Fiandre. Un successo che è rimasto nella storia perchè Andrea Tafi è tutt'oggi l'unico campione italiano ad essersi aggiudicato sia la Parigi-Roubaix, sia il Giro delle Fiandre come è l'unico italiano ad aver vinto le tre grandi classiche che partono da Parigi: la Parigi-Roubaix, Parigi-Bruxelles e Parigi-Tours.

«Sono strafelice - dice il campione fucecchiese che oggi ha 55 anni - di avere avuto un'infanzia dove ogni piccola gioia si doveva conquistare con tanti sacrifici, in base alle proprie possibilità e mai oltre i limiti di budget familiari. Quando c'erano le giornate soleggiate si usciva nelle strade con la bici ed era tutto bellissimo: bastava poco per stare bene».

Nelle grandi classiche quali sono stati i suoi più acerrimi avversari?
«Sicuramente Museeuw e Tchmil. Le mie rivalità con i belgi mi diedero tanta popolarità in terra fiamminga e tutt'ora mi fa piacere quando vado in Belgio e vengo riconosciuto e ricordato. Con Museeuw ho mantenuto nel tempo una grande amicizia e spesso viene a trovarmi nell'agriturismo che gestisco a Lamporecchio. Mi fa piacere avere molti clienti provenienti dal Belgio che mi danno la possibilità, ancora alla mia età, di non lasciare mai in cantina la bicicletta».

Delle sue tante vittorie qual è stata quella più insperata?
«Sicuramente il Giro delle Fiandre: una corsa pazzesca. Tanti strappi e io che dovevo sempre cercare di anticipare per sperare di andare avanti il più a lungo possibile. Una corsa che si può vincere soltanto resistendo alla fatica ed alle sofferenze, ci si può riuscire soltanto se si amano questi tracciati, viceversa meglio non partecipare. Gli strappi possono raggiungere anche il 19% di pendenza ed il muro del Kwaremont con i suoi 2.200 metri di lunghezza sembra non finire mai. Vincere quella corsa fu bellissimo, provai una sensazione che non avevo mai conosciuto prima».

Perchè in Italia non esistono più o quanto meno sono sempre più rari ciclisti come lei, Michele Bartoli, Francesco Moser, Mario Cipollini e tanti altri in grado di imporsi nelle classiche monumento o nelle grandi corse a tappe?
«In Italia ci sono tanti giovani che stanno crescendo. Il problema è la mancanza di squadre con licenza Uci World Tour. Mancano forse progetti perchè le capacità umane nel gestire queste squadre ci sarebbero».


Copyright © TBW
COMMENTI
Quante belle storie da "casa Fanini"
2 aprile 2022 08:59 pietrogiuliani
Difficile trovare qualcuno in Italia che possa aver scoperto o lanciato così tanti campioni nel corso di oltre 50 anni. Atleti che hanno davvero scritto la storia del ciclismo. Bravo Ivano! In quanto a Tafi, era davvero un corridore che ricordava, nel modo di correre ed attaccare, quei campioni d'altri tempi, quelli mai domi, mai remissivi e sempre pronti a dare battaglia. Il Tafone era così, un vero e proprio gladiatore che non ha mai vinto una gara per fortuna o coincidenza, ma le ha sempre conquistate di forza, grinta e coraggio. Anzi, avrebbe potuto vincere molto di più se non avesse dovuto dare, a volte, spazio agli altri immensi fuoriclasse che aveva come compagni di squadra alla Mapei. Comunque, ripeto, bella, bellissima storia e io TIFO TAFI!

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Il tema del potere economico dei team e della sostenibilità del sistema ciclismo è sempre un tema molto dibattuto: ne ha scritto il direttore Stagi nel suo editoriale pubblicato su tuttoBICI di ottobre, e sulle pagine di tuttobiciweb avete potuto...


Al Giro d’Italia le sale-stampa – primi anni Duemila – erano scuole elementari e medie, municipi e misericordie, palazzetti dello sport evacuati dalle abituali attività e trasformati in accampamenti per giornalisti e bivacchi per fotografi, attrezzati con stampanti e fotocopie,...


I tre anni nell’incubatore della VF Bardiani hanno dato i loro frutti. Matteo Scalco ha ventun anni e un bel bagaglio di esperienza in corse di spessore, ora è il momento di spiccare il volo. Passato direttamente dagli juniores a...


Umido o asciutto? Eccoli qui, i due estremi che vi fanno tremare quando pianificate la vostra uscita quotidiana e non sapete come vestirvi. Castelli nel giro di poche settimane ha presentato due giacche che hanno tutto quello che serve per rivoluzionare il...


Dopo il notiziario di Paolo Broggi, non perdetevi il quarto d'ora di chiacchierata tra il nostro Federico Guido e il campione italiano Filippo Conca: metà intervista sul momento vissuto dal lariano della Jayco AlUla, la seconda metà sull'evoluzione del ciclismo...


Il 2025 di Alessandro Romele non è andato come il corridore dela XDS Astana sperava. Non per colpa sua ma per quella maledetta caduta durante il campionato italiano su strada a Gorizia in Friuli in cui Romele riportò escoriazioni e...


Dopo 10 anni il Giro d’Italia ritorna a Cassano d’Adda (Milano). Lo anticipa Alessandro Brambilla su Tuttosport in edicola oggi: nell’edizione 2026 del Giro la tappa del 27 maggio partirà da Cassano d’Adda. Il castello di Cassano farà da sfondo ai...


Il nuovo Codice della Strada interviene sull’utilizzo delle piste ciclabili, ma lo fa in modo discutibile, introducendo nuove regole che finiscono, paradossalmente, per peggiorare la tutela dei ciclisti. La “riga bianca” che dovrebbe proteggerli non è più un confine sicuro:...


Circa un mese fa in terra africana assistevamo ad una delle più grandi sorprese del ciclismo femminile degli ultimi anni. La canadese Magdeleine Vallieres vinceva il titolo mondiale in linea da totale outsider battendo non solo le atlete favorite, ma...


Il mondo del ciclismo bergamasco è in lutto per la scomparsa, avvenuta nei giorni scorsi, di Fausto Carrara. Primogenito di Gianni e Tonina Carrara, Fausto aveva ereditato dal padre la grande passione per il ciclismo, impegnandosi dapprima nella S.C.Leffe e, soprattutto,...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024