IL SOGNO DI MASOMAH DIVENTA REALTA': SARA' AI GIOCHI DI TOKYO

DONNE | 09/06/2021 | 09:00
di Francesca Monzone

I sogni, anche quando nascono nelle zone di guerra, non sempre vengono distrutti. In questa storia a spingere la speranza verso la realtà è una bicicletta, quella di Masomah Ali Zada, che dall’Afghanistan è scappata per inseguire il sogno Olimpico. Lei è riuscita nel suo intento e a Tokyo sarà una degli atleti che gareggeranno sotto la bandiera dei rifugiati del CIO. 


Masomah Ali Zada faceva parte di quel gruppo di pioniere che nel 2015 decisero di sfidare le tradizioni di un Paese che non permetteva alle donne di andare in bicicletta. Con lei e le altre ragazze, a Kabul c’era Abdul Sadiq Sadiqi, presidente della Federazione Ciclistica Afgana, che ha lottato per abbattere quei muri che impedivano alle donne di andare in bicicletta.


Abdul Sadiq Sadiqi è finito più volte in carcere per difendere le sue cicliste e la sua battaglia purtroppo si è conclusa lo scorso anno, quando è morto a causa del covid-19, senza sapere che la sua Masomah Ali Zada sarebbe diventata la prima ciclista afgana a partecipare ai Giochi Olimpici.
Lei a 19 anni, insieme ad altre cicliste, venne candidata al Nobel per la pace proprio dall’Italia, ma pochi mesi dopo fu costretta a scappare dal suo Paese insieme ad altre giovani.

Masomah e sua sorella minore Zahra andarono in Francia, altre 3 in Germania: tutte hanno lasciato i loro affetti in quell’Afganistan che non accettava i cambiamenti.

In Francia Masomah, grazie all’aiuto di alcune persone, prende parte ad una corsa amatoriale, è brava e si mette in evidenza e la Francia le da quindi la possibilità di allenarsi con una borsa di studio, fino a quando nel 2019 la informano della possibilità di andare alle Olimpiadi.
E’ felice, la ragazza scappata dall’Afghanistan, e alle sue compagne rimaste a Kabul racconta cosa sta accadendo e le invita a resistere, anche quando verranno prese a sassate o quando la polizia aizzerà i cani contro di loro. Purtroppo in quella terra le donne che vanno in bicicletta continuano ad essere mal viste, vengono intimidite, colpite e per allenarsi devono essere scortate. Usano bici prestate, spesso grandi e poco funzionanti, hanno scarpe da ginnastica o stivaletti e al massimo indossano pantaloni della tuta, non certo capi aderenti e performanti.

Masomah è diventata la ragazza che ha inseguito il suo sogno, che si è battuta per indicare ad altre ragazze la strada da percorrere. È la ragazza coraggiosa che, scappata da una terra che sembra conoscere solo la guerra, un giorno vuole tornare a casa per testimoniare la propria esperienza.
Oggi l’Afghanistan pian piano sta cambiando e a prendere il posto di Abdul Sadiq Sadiqi è arrivato il giovane Fazli Ahmad Fazli, che si sta battendo affinchè le donne afgane possano gareggiare in corse di ciclismo come gli uomini.

Lo scorso 8 marzo, sulle strade di Kabul, hanno gareggiato 80 ragazze provenienti da 5 province e per loro sono arrivati dei premi dall’Italia grazie all’interessamento del CPA Women. Nel 2021 ci saranno altre due gare riservate alle donne e presto l’UCI farà arrivare a Kabul il materiale che permetterà a queste giovani di poter competere, con attrezzature tecniche di qualità e non più bici di fortuna.

La storia di Masomah Ali Zada, è diventata un libro e anche un documentario, in cui è raccontata la storia di una giovane che in sella ad una bicicletta ha realizzato un sogno.

Masomah è grata alla Francia, che l’ha accolta ed aiutata, e anche all’Italia, che sta aiutando le altre ragazze rimaste a casa. Un giorno le piacerebbe correre in Italia, partecipare ad una delle nostre corse e del nostro Paese sa che ci sono tante cicliste importanti che vincono gare famose.
La coraggiosa ragazza afgana vuole tornare a casa un giorno e aiutare le altre donne a realizzarsi nello sport, abbattendo quelle barriere che ancora oggi rendono diverse le donne dagli uomini.

Ad attenderla a Kabul c’è Ruksar, una ciclista che lavora in uno studio dentistico e che spera di avere finalmente una bici della sua misura e scarpini con le tacchette al posto di scarpe da ginnastica. Masomah e Ruksar insieme hanno costruito un ponte nel quale l’Europa ha quel ruolo importante, un ponte che permetterà alle ragazze afgane di correre in bicicletta, senza dover schivare i colpi di chi vuole farle cadere.

Il CIO sta cercando di recuperare il tempo perduto aiutando quelle Nazioni nelle quali lo sport non è accessibile per tutti: a Tokyo ci saranno 29 atleti sotto la bandiera dei rifugiati del Cio, 19 in più rispetto alle Olimpiadi di Rio. Gareggeranno in nuoto, atletica, badminton, boxe, canoa, ciclismo, judo, karate, tiro a segno, taekwondo, sollevamento pesi e wrestling. «Siete parte integrante della nostra comunità olimpica e vi diamo il benvenuto a braccia aperte» ha detto il presidente del Cio Thomas Bach, aggiungendo che «questi atleti invieranno  un potente messaggio di solidarietà, resilienza e speranza al mondo». La squadra sarà gestita a Tokyo da funzionari del Cio e l'Unhcr, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

Con loro ci sarà anche Masomah, la ragazza che in bicicletta sogna di costruire un futuro nuovo. Per tutte le donne.

Copyright © TBW
COMMENTI
Bella storia.
9 giugno 2021 14:16 lagnuso74
Adesso so per chi tiferò

Magari bastasse
9 giugno 2021 19:39 Miguelon
Magari bastasse una gara in bici... oltre alle tradizioni culturali c'è lo sfondo che queste tradizioni le crea o le mantiene; anche polarizzando l'opinione pubblica afghana. Che per tutta risposta si chiude e rinfocola le tradizioni. Insomma, lavorare al di qua e al di là dell'Atlantico.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Tre giorni dopo la sospensione da parte dell’Unione Ciclistica Internazionale per doping, Oier Lazkano ha deciso di rompere il silenzio, rilasciando alcune dichiarazioni ad Eurosport. Lo spagnolo dice di essere innocente e che proverà la sua totale estraneità alla vicenda...


Joris Nieuwenhuis ha vinto a Lokeren (Belgio) il Rapencross per elite prova valida per la Challenge X2O Trofee Badkamers. L'olandese di Zelhem, classe 1996, ha rotto gli indugi a tre giri dalla conclusione lasciando la compagnia di un drappello ristretto...


Settimo podio consecutivo per Sara Casasola che anche oggi ottiene la terza posizione a Lokeren (Belgio) nel Rapencross prova della Challenge X2O Trofee Badkamers. La friulana, protagonista di un avvio dirompente poi rallentana da qualche problema tecnico, si è ripresa...


Tanti volti conosciuti che quasi... sembrava di essere in gruppo! Diversi amici ciclisti hanno partecipato in Colombia al matrimonio di Fernando Gaviria, velocista della Movistar: tra loro, con il procuratore Giovanni Lombardi, c'erano Filippo Ganna, Albert Torres ed Elia Viviani....


Successo "estero" per Elisbetta Ricciardi. La quindicenne ligure del Gruppo Sportivo Cicli Fiorin si è infatti aggiudcata la gara di Ciclocross nel Principato di Monaco svoltasi a Montecarlo valida per l'assegnazione del Grand Prix de Beausoleil per la categoria donne...


Il penultimo impegno di Jonathan Milan prima di dedicarsi anima e (soprattutto) corpo alle vacanze è andato come meglio non poteva. Al Tour de France EFGH Singapore Criterium, evento organizzato da A.S.O. al pari del Saitama Criterium di settimana...


La pioggia e l'asfalto bagnato non fermano Jonathan Milan. Nonostante le condizioni meteorologiche poco felici, il velocista azzurro della Lidl-Trek, infatti, si è imposto nel Tour de France EFGH Singapore Criterium liberando i suoi cavalli in una volata che...


Falsa partenza per il Tour de France EFGH Singapore Criterium. Una violenta tempesta abbattutasi nel pomeriggio sulla città-stato asiatica ha costretto gli organizzatori a cancellare la prima delle due prove in programma, la cronosquadre di 2, 4 km disegnata attorno...


È scomparso sabato 31ottobre, nella sua Tregasio, frazione del comune brianzolo di Triuggio, verso Montesiro, siamo nella zona collinare del notissimo Monticello, Giuseppe Sala, 93 anni, imprenditore dagli anni 1960 nel settore tessile dell’abbigliamento. Aveva 93 anni. Lo segnala l’amico...


Ieri alla gara di addio Tim Declerq a Hooglede erano in tanti a voler salutare l’amico e collega che il prossimo anno non farà più parte del gruppo e tra questi, c’era anche Wout van Aert. Il fiammingo, appena rientrato...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
OSCAR TUTTOBICI 2025. SCEGLIETE IL MIGLIOR TECNICO ITALIANO DELL'ANNO
Dieci candidati, tocca a voi assegnare il Gran Premio Fondazione Iseni y Nervi





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024