UN FUTURO NEL DESERTO

TUTTOBICI | 29/03/2021 | 07:45
di Gian Paolo Ormezzano

Il ciclismo tutto deve pensare non tanto alla greve durezza del presente malato di covid, quanto al postpandemia. E dicendo ciclismo tutto intendo ov­via­mente dire anche i tifosi che troppo spesso e persino volentieri assumono e vivono la parte dei beneficiati co­munque dal loro sport be­ne­amato, contenti anche soltanto di vedere sfrecciare per un attimo i corridori o di gu­stare via televisione le immagini della corsa, con i protagonisti ridotti ad ologrammi. Nel pieno della sua fioritura geografica mondiale, nel vivo dell’acquisizione di etnie nuove e della conquista di molte tribù del pianeta don­na, nella felice forza di una tecnologia che si è riversata sulla bicicletta, nei vasti consensi da parte dell’opinione pubblica verso un veicolo inteso come strumento di sport, di lavoro, di turismo vacanziero rispettoso dell’ecologia disprezzata e ferita dal mondo dei motori, in­somma nel pieno del suo ri­nascimento moderno a far seguito al romanticismo su due ruote dello scorso millennio, il ciclismo deve temere l’implosione delle sue vir­tù, delle sue qualità, diciamo anche delle sue fortune.


Deve temere, in parole tanto più povere quanto più si riferiscono ad enormi ricchezze, la dislocazione nei paesi ricchi, soprattutto quelli arabi del petrolio: dove presto sconceranno vistosamente e d’un colpo, un colpo solo ma quasi mortifero, il football con la Coppa del Mondo 2022 in Qatar, ottenuta con un mercimonio praticamente ufficiale dei voti. Una manifestazione senza pubblico lo­cale, con presenza altamente elitaria di gente riccona arrivata da lontano, attesa da stadi enormi tirati su da operai-schiavi e gonfiati di co­stosa aria condizionata. Il ci­clismo si è già spostato, per competizioni surreali, nel de­serto, pensando di sostituire con le competizioni gli allenamenti invernali di un tempo ormai antico nella provvida comoda riviera me­diterranea o - cosa assai più recente - in isole lontane in mezzo a mari salgariani. E di guadagnare nel cambio.


Gare invernali nel de­serto, allora, con sole garantito, ottimi rimborsi delle spese di trasferta. E a poche ore di aereo. E co­munque ricchi premi e persino la prospettiva di trovare per le squadre, come peraltro già accaduto, sponsor arabi ultradanarosi (chiedere a Nibali/Bahrein e a Sa­ron­ni/Emirati Arabi Uniti). Quel­lo degli sceicchi, negli Emirati e vasti dintorni, non è un assalto di tipo cinese, con i soldi che traboccano e vengono spostati su altri pianeti economici, tipo quello calcistico, però spostati in loco, cioè dove il calcio si gio­­ca. I cinesi non vogliono molte squadre nostre in tournée dalle loro parti, per partite poco credibili, vogliono casomai mandare i loro magnati, col timbro del partito comunista cinese, a stravolgere i mercati pallonari esteri, comprando quello che c’è di meglio non per trasportarlo all’interno della Grande Muraglia, ma per sfruttarlo nei posti dove è nato e cresciuto, fra le genti che lo amano.

Il ciclismo corre invece il rischio di vedere presto un Tour de France sulle sabbie degli emiri (che forse la corsa automobilistica Pa­ri­gi-Dakar dopo trent’anni in Africa e quindici in Suda­me­ri­ca, non ha finito per essere disputata, nelle ultime due edizioni, nel deserto saudita?), un Giro d’Italia che si di­pana fra Israele e Qatar. Con le strade europee sempre più intasate dalla motorizzazione, con le autostrade degli Usa poco propizie al ci­clismo, con il Sudamerica che ha problemi economici tragici e che sulle sue strade vede scarpinare i pellegrini della miseria che cercano di salire al Nord.

La dislocazione delle ga­re è una minaccia autentica, Per fortuna - massì - che il deserto per tanti mesi dell’anno è impraticabile per eccesso di calura. Ma intanto, e siamo ormai in primavera, ci sorbiamo ancora le immagini di un ciclismo da covid costante, nel senso di arrivi in cui non c’è nessuno a festeggiare i  pedalatori, e non ci sono neanche le miss scosciate, ci sono in cambio (?!) emiri in vesti bianche e facce da padroni del mondo. Sempre meglio, penserà qualcuno, di uno stadio calcistico vuoto da cui arrivano le voci di grossi personaggi che si scambiano in­sulti intanto che progettano un calcio tutto show stellare e niente  tifo tradizionale, un calcio asettico, solo per la te­levisione, e insomma sbattuto in un suo deserto senza sabbia.

da tuttoBICI di marzo

Copyright © TBW
COMMENTI
Ciclismo e calcio ormai sono preda dei petroldollari
29 marzo 2021 16:23 59LUIGIB
Concordo con Ormezzano ciclismo e calcio ormai sono preda dei petroldollari gare senza storia senza pathos e senza spettatori anche prima della pandemia come fu per un mortificante campionato del mondo vinto da Peter Sagan il tutto mentre corse come il giro del Mediterraneo e scomparso assieme a tante altre corse che si tenevano in febbraio lungo le tiepide coste Italiane e Francesi che assieme al Belgio rappresentano la culla del ciclismo

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Dopo 202 chilometri e 3.305 metri di dislivello, Tadej Pogacar è stato incoronato campione europeo di ciclismo su strada e la maglia bianca con le stelle oro si affiancherà a quella con l’iride sopra. Il campione sloveno ancora una volta...


La Francia non ha vinto il titolo di Campione Europeo, ma il bronzo conquistato dal diciannovenne Paul Seixas rappresenta la luce della speranza e la consapevolezza che presto questo giovane di Lione potrà salire sui gradini più alti e alzare...


Dopo un campionato europeo corso da protagonista e una medaglia sfuggita per un soffio Christian Scaroni ha analizzato così la prova sulle strade francesi. “Ulissi e Bettiol mi hanno permesso di arrivare a metà gara nelle condizioni migliori. Quando sono scattati...


Tadej POGACAR. 10 e lode. Aveva tutto da perdere, poteva restarsene a Montecarlo a godersi in tranquillità la sua maglia iridata, in attesa di Tre Valli e Lombardia. Ma per uno che è un “collezionista”, la maglia di campione d’Europa...


Nuova vittoria per Alessio Magagnotti e nuova soddisfazione per patron Nicola Vighini della società Autozai Contri. L'azzurro trentino  si prende anche la Coppa Borgo Panica per juniores che si è svolta a Marostica in provincia di Vicenza. Magagnotti ha regolato...


Doppietta della Romanese al 37simo Trofeo comune di Maleo per juniores. Successo di Luca Signorini che ottiene la sua seconda affermazione anticipando il compagno di squadra Massimo Savoldini che insieme hanno raggiunto il traguardo con 10" di vantaggio sul gruppo...


Prima vittoria britannica nella storia della Coppa Agostoni. Ad aggiudicarsi infatti la 78ª edizione della classica lombarda è stato infatti Adam Yates (UAE Team Emirates-XRG) che, dopo aver fatto la differenza a 50 chilometri dall'arrivo assieme a Carlos...


Alla vigilia erano attesi tre tenori ma l'Europeo del Drome Ardeche verrà ricordato soprattutto per l'assolo del mattatore Tadej Pogacar. Lo sloveno, già vestito dell'arcobaleno, oggi ha conquistato anche le stelle continentali. Una cavalcata solitaria inziata a 75 chilometri dal...


L'israeliano Oded Kogut ha vinto la sesta e ultima tappa della Cro-Race la Samobor-Zagreb di 156 chilometri che si è disputata sotto la pioggia. Il portacolori della Israel Premier Tech, vincitore in Belgio della classica Gooikse Pijl, allo sprint ha...


La Coppa Italia delle Regioni torna protagonista nella splendida cornice del Giro Emilia, in particolare nel territorio bolognese, con diverse variazioni nelle classifiche. Un aggiornamento particolarmente ricco e che vede sia le graduatorie maschili che femminili. Classifica Individuale Nella graduatoria individuale l’unico tra...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024